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martedì, 03 Dicembre 2024

Perché Povere creature! è meglio di Barbie

Tempo di lettura: 3 min.

È duello tra Barbie e Bella Baxter per il titolo di icona femminista degli Oscar 2024. Ecco perché lo vincerebbe la protagonista di Povere creature!

La notte degli Oscar si è appena conclusa è il risultato della corsa alle statuette d’oro non ha tradito i pronostici: in volata solitaria in sella al suo Oppenheimer, con 7 premi su 13 candidature, Christopher Nolan è il re di questa edizione. La scena però se la sono presa due film che hanno rincorso il biopic del fisico statunitense: Barbie di Greta Gerwig (8 candidature, una statuetta) e Povere creature! di Yorgos Lanthimos (11 candidature, 4 statuette). Se fosse esistito un riconoscimento per il miglior film femminista, entrambe le pellicole sarebbero state candidate di spicco: alla fine, però, a mani basse l’avrebbe vinto Povere creature!. Esatto: un film diretto da un uomo.

 
 
 
 
 
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Così simili tra loro…

Un linguaggio scenografico esagerato accomuna i due film: un pugno (di plastica rosa) in un occhio il primo; atmosfere grottesche e surreali da Una serie di sfortunati eventi il secondo. Due attrici di successo, Margot Robbie ed Emma Stone, che interpretano una bambola: la biondissima creazione della Mattel da un lato, l’esperimento macabro e scientifico di un moderno dottor Frankenstein dall’altro. In cerca di indipendenza ed emancipazione, sgusciano sotto la campana di vetro in cui vivono, che sia Barbieland o lo studio del dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), per esperire il mondo, il là fuori di Notre Dame memoria.

 
 
 
 
 
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…così diversi nel messaggio

Barbie è la rivendicazione del diritto di “essere tutto ciò che si vuole”, anche imperfetta o lontana dalle aspettative degli altri. È sorellanza contro il patriarcato; messa a nudo dello stereotipo machista, di cui Ken si fa primo decostruttore. Barbie incarna un’idea di emancipazione alta, infiocchettata, forse più costretta, da un linguaggio politicamente corretto: pensati libera… però con grazia, animo pulito e ideali alti.

Bella Baxter è questo e di più, espressione di una libertà concreta, sfrenata per i bacchettoni dell’epoca e del presente che passa attraverso la rivoluzione sessuale. Bella è una donna che non si vergogna delle sue pulsioni, determinata a fare del suo corpo ciò che vuole, nonostante sia circondata da uomini che le dicano cosa possa e non possa fare. Pensati libera… di essere anche sgraziata, irriverente e scorretta.

 
 
 
 
 
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Barbie sarebbe stato perfetto se non fosse uscito Povere creature!

Seppur di altissimo livello entrambe, e a loro modo complementari, il confronto tra le due pellicole è inevitabile. Barbie tocca temi importanti, coniugati con una punta di eccessivo idealismo. Una scelta forse dettata anche dal target di riferimento, per cui è necessario il finale alla volemose bene.

Povere creature!, vietato invece agli under 14, colpisce duro fino all’ultimo fotogramma, mette continuamente in difficoltà i personaggi maschili, che si scontrano sia con la sua ingenua e autentica determinazione di emancipazione, sia con le proprie fragilità difficili da accettare ed esternare.

In poche parole: se Ken è già sulla strada della decostruzione e può essere assolto, il professor Godwin, Duncan Wedderburn, Alfie Blessington, gli uomini di Povere creature!, sono l’emblema della mascolinità tossica da combattere duramente.

 
 
 
 
 
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Nel mondo, oggi ci sono più Godwin, Wedderbun e Blessington che Ken. Barbie e Povere creature! rappresentano due approcci diversi, uno “conciliativo”, l’altro combattivo: se siamo a malapena all’inizio del cambiamento, pensare già alla conciliazione risulta difficile e lontano dalla realtà. Ciò che il pubblico maschile dovrebbe fare, dopo aver visto il film di Yorgos Lanthimos, è esattamente il contrario di quello che fanno i personaggi maschili di fronte a una donna libera: non avere paura di mettersi in discussione.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

2560 1440 Federico Ingemi
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