Il migliore dei mondi è su Prime Video e non puoi proprio perdertelo
Un mondo parallelo uguale al nostro, salvo che per una cosa, risate, inseguimenti, esplosioni e una storia d’amore. C’è tutto questo ne Il migliore dei mondi, l’ultimo film di cui è protagonista Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, disponibile da un paio di settimane su Amazon Prime Video. La pellicola è diretta dallo stesso Macchia, che è autore anche del soggetto, insieme ad Alessio Dogana e Danilo Carlani, con cui collabora da anni.
Il terzo lungometraggio di Capatonda, secondo la critica, è il suo più riuscito finora: brillante e divertente senza essere solo un insieme di sketch, con una trama solida e una buona dose di azione. Con l’arrivo delle vacanze natalizie chi ancora non l’ha visto non ha scuse. Ma se servisse qualche motivo in più, eccone una breve lista.
Per l’originale idea iniziale
Immaginate di svegliarvi una mattina e per connettervi alla rete Internet poter fare affidamento solo a un modem da 56K e alla sua inconfondibile melodia. Immaginate anche di non poter usare Alexa, i social, Tinder e il navigatore Gps perché tutte queste cose non esistono più. Siamo nel 2023, ma la tecnologia si è fermata al 1999 perché il tanto temuto millennium bug allo scoccare del 2000 c’è stato davvero con effetti nefasti per la Terra e la conseguente messa al bando del progresso tecnologico. È in un mondo come questo che viene catapultato a causa di un banale errore il protagonista del film, Ennio Storto (Capatonda), un quasi cinquantenne che ricorre all’aiuto della tecnologia in ogni parte della sua vita mediocre.
Non è un film nostalgico
Il film riporta il protagonista a un tempo ormai preistorico per la tecnologia e anche se questo vuoto nel corso della storia permetterà a Ennio di crescere nei rapporti sociali, imparare di nuovo a improvvisare e liberarsi dalla sua gabbia fatta di app e device intelligenti, alla fine sarà chiaro che il migliore dei mondi non è nemmeno quello dove è finito.
Nonostante i tantissimi riferimenti agli anni Novanta, tra Nokia 3310, cabine telefoniche e Blockbuster, Il migliore dei mondi non è un’opera nostalgica, anzi: finge di abbracciare la nostalgia, ma quella che mette in scena è una distopia moderna diventando la parodia di un film nostalgico. Critica sì la deriva tecnologica del presente iperconnesso, rappresentando però il 2023 senza tecnologia come una dittatura senza speranze.
Omaggia Ritorno al futuro
Parliamo di un film di fantascienza che a suo modo tratta di viaggi nel tempo e per questo non poteva non contenere citazioni più o meno esplicite a Ritorno al Futuro, la famosa saga cinematografica diretta da Robert Zemeckis e interpretata da Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Se anche voi siete fan potete provare a coglierle tutte.
È pieno di cameo
Nel film, a parte uno straordinario Pietro Sermonti (lo Stanis di Boris) tra i co-protagonisti insieme alla stralunata Martina Gatti (Skam), in quasi ogni scena ci sono cameo di attori, comici o youtuber conosciuti – che a volte sono tutte e tre le cose insieme. Per chi è cresciuto in Italia negli anni Duemila, mentre la tecnologia progrediva di pari passo, sarà divertente e rassicurante incontrare tra gli altri Luca Vecchi dei The Pills, Federica Cacciola alias Martina Dell’Ombra, lo stand up comedian Stefano Rapone e Turbo Paolo, uno degli ultimi fenomeni della comicità portati in auge dai social.
Ha qualcosa da dire
Tutti loro sono diventati famosi come Maccio anche grazie alle nuove tecnologie, alla rete e all’arte di arrangiarsi e fare un po’ di tutto con gli strumenti e i canali a disposizione. E forse è questo il messaggio, se ce n’è uno, del migliore dei mondi, tra tante domande: una timida ode alle possibilità offerte dalla tecnologia, seppur nel “mondo pieno di stronzate in cui viviamo” e di cui sembriamo entusiasti.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios