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Onlyfans: il nudo che avanza

Tempo di lettura: 4 min.

È la pornografia l’ultima frontiera dei social? Scopriamo come nasce e come si sviluppa la piattaforma che si sta affermando nel mondo anglosassone. Strizzando l’occhio ai tabloid inglesi

Onlyfans è una piattaforma che sta avendo un grande successo nei paesi anglosassoni e sta facendo molto discutere, alimentando il dibattito su quali siano i limiti che si debbano imporre ai social. La tipologia è simile a quella di Instagram. Diffonde foto e filmati, soprattutto. Con una differenza sostanziale rispetto a Instagram o Facebook: l’utente, paga per vedere.

Onlyfans è nato a Londra nel 2016 con uno scopo ben preciso, uno scopo nobile se vogliamo: remunerare i creatori di contenuti. Io, attore, cantante, artista, chef, guru del fitness, personaggio insomma, apro un profilo su Onlyfans dove posto foto, filmati, scritti, lezioni, materiale anche personalizzato. Tu, che sei un mio fan, ti abboni alla piattaforma, paghi una cifra variabile e comunque non inferiore ai 10 dollari al mese, e puoi fruire della mia produzione.

Fin qui tutto semplice, facile, lecito; salvo che, nel giro di breve tempo, Onlyfans ha preso una deriva che rasenta il porno, trasformandosi in una specie di sito a luci rosse dove chiunque voglia esibire le proprie nudità è libero di farlo, così come è libero di accedervi l’enorme quantità di utenti desiderosi di  sviluppare il proprio lato voyeuristico. Ai personaggi dello star-system, insomma, si sono presto affiancati stelle e stelline dell’universo porno. Questo ha determinato una crescita esponenziale della piattaforma che ha raggiunto a metà 2020, nel pieno del lockdown da coronavirus, la cifra di 30 milioni di utenti a fronte di circa 450 mila creatori di contenuti. Un boom vero e proprio, certo non paragonabile a Tik Tok che in 4 anni ha catturato 500 milioni di iscritti; un fenomeno però capace di generare un giro di affari che sfiora il miliardo di dollari.

“Di fatto Onlyfans indica dove si è spinta la nuova frontiera del porno – afferma Andrea Pettinari, 34 anni, autore televisivo e attento osservatore dei fenomeni che si sviluppano sulla rete – È interessante sottolineare come la piattaforma sia divenuta oggetto di attenzione e fonte di remunerazione anche di soggetti che non veicolano contenuti pornografici, ma a quel mondo strizzano l’occhio, sfruttando la carica trasgressiva che emana”. Indicativo, a questo proposito, è il caso di Bella Thorne, ex volto di Disney Channel, che, appena sbarcata sulla piattaforma, chiedendo 20 dollari al mese ai suoi abbonati, ha raggiunto nel giro di una settimana la cifra di 2 milioni di dollari e battuto ogni record. Senza per questo doversi spogliare più di tanto.

 
 
 
 
 
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text me I’m bored^^^

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Il modello culturale di riferimento di Onlyfans è quello dei tabloid inglesi, – sottolinea Edoardo Fleischner, docente di Scrittura crossmediale e Comunicazione digitale alla facoltà di Sociologia dell’Università Statale di Milano – I tabloid inglesi rimangono i giornali di carta più venduti al mondo e sono un fenomeno assolutamente unico. Ogni giorno focalizzano l’attenzione sullo star-system britannico e pubblicano notizie e immagini che fanno riferimento a questa comunità composta da un migliaio di persone. E le immagini, come sappiamo, battono con frequenza sulle varie tonalità del nudo”. La nudità, sostiene il professore, è un fattore determinante nel rapporto tra il personaggio e il suo fan. “L’attore, il cantante, la stella dello spettacolo, vuole mettersi a nudo di fronte al suo seguace – afferma Fleischner – Ha bisogno di spogliarsi per donarsi completamente. Naturalmente sto parlando di un nudo metaforico, non necessariamente fisico. Il nudo è comunque il tratto distintivo dei tabloid inglesi. E Onlyfans ha attinto a quella fonte.

Resta un grande nodo da sciogliere: perché Onlyfans ha sostanzialmente fallito quello che era il suo obiettivo di partenza? Perché sulla rete resta così difficile remunerare i contenuti che prescindano dal porno e dunque tutelare il diritto d’autore?

“Non è più difficile – sottolinea il professor Fleischner – è semplicemente più complesso. Negli ultimi 30 anni internet ha demolito il modello di business tradizionale rendendo anacronistica la filiera produttiva “creatore di contenuti-editore-distributore-acquirente”. Oggi chiunque ha la possibilità di rivolgersi a una potenziale platea di 3 miliardi di persone. Non esiste più un modello di riferimento. Esistono tanti modelli che si evolvono continuamente. E ogni giorno se ne può sviluppare uno nuovo”.

Onlyfans non è nient’altro che uno di questi.

 

 

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