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Mirko Mazzotta

OBLIO: il viaggio musicale di Mirko Mazzotta tra luci e ombre

Tempo di lettura: 2 min.

Il giovane artista romano racconta il suo nuovo EP, un diario sonoro che unisce pop, rap e trap, tra sincerità e voglia di uscire dagli schemi

Mirko Mazzotta è un giovane artista che sta rapidamente conquistando il panorama musicale italiano. Con il nuovo EP “OBLIO”, uscito lo scorso 25 aprile 2025, Mirko dà forma alla sua maturità artistica, portando in scena un diario sonoro che esplora le sue esperienze più intime e le sfide della vita quotidiana.

Mescola pop, rap e trap, “OBLIO” non è solo un EP: è un viaggio emozionale che racconta luci, ombre e quella sensazione di smarrimento che tutti, in qualche momento, abbiamo provato. Con cinque featuring e sette brani, Mirko Mazzotta invita ad ascoltare la sua verità, senza filtri, con la forza di chi ha imparato a essere sé stesso.

Abbiamo avuto l’opportunità di chiacchierare con lui, scoprendo da vicino cosa si nasconde dietro la sua musica e la sua visione.

Mirko, il tuo nuovo EP si intitola OBLIO. Un titolo forte e denso, cosa rappresenta per te?


“OBLIO” è il vuoto, la sensazione di smarrimento che vivo tutti i giorni. È quel senso di non sapere dove si sta andando, ma continuare a camminare lo stesso.

Hai definito OBLIO come un diario sonoro. Qual è la pagina più difficile che hai scritto?


Direi “Maledetta Vita”. È un featuring, ma quella traccia racconta come mi senta spesso intrappolato in una vita che sembra non avere via di uscita.

Ogni traccia dell’EP ha un carattere diverso. Come hai scelto il filo conduttore emotivo del progetto?


Non l’ho cercato, è venuto da sé. L’unica cosa che volevo era essere sincero con me stesso. E credo che la sincerità sia il vero filo rosso che unisce tutte le tracce.

Cinque featuring su sette brani: come scegli le persone con cui collaborare?


Non cerco un’alchimia perfetta, ma persone vere, che non hanno bisogno di fingere. Volevo che “OBLIO” fosse autentico, con parole e voci che rispecchiano davvero chi siamo.

Pop, rap e trap. Come riesci a combinare questi mondi musicali così diversi senza perdere te stesso?


Mi piace uscire dagli schemi. Ho voluto fare qualcosa di nuovo, spingendomi oltre i confini, ma sempre rimanendo fedele a me stesso. Il risultato è un mix che sento davvero mio.

Qual è la punchline di OBLIO che senti più tua in questo momento?


Quella di “Maledetta vita”: “Oggi mi porto ombrello, il cuore ha messo maltempo, e la fortuna no, non mi risponde ormai da un po’”. La sento davvero, è il mio stato d’animo attuale.

C’è un brano dell’EP che segna un prima e dopo per te?

Assolutamente “Dorian Gray'”. È il primo brano e segna un punto di partenza, ma anche una fine: è il simbolo di quello che è stato e di quello che voglio diventare.

La tua voce ha una qualità unica: graffiante e delicata allo stesso tempo. Quanto ti rispecchia questa dualità nella vita?

Molto. Sono una persona socievole, ma quando la vita mi mette alla prova, la mia voce diventa più dura. Questa dualità è la mia forza: riesco a essere fragile, ma so anche combattere.

Dal 2021 con Riflessi fino ad arrivare a “OBLIO” nel 2025, come senti di essere cambiato?

 

Il mio percorso è stato un’evoluzione. Riflessi era un primo passo, ma con “OBLIO” ho trovato la mia maturità musicale e personale. È il mio vero debutto ufficiale.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Fabiola Graziosi
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