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Non fatevi fregare dalle AI che dicono di poter prevedere la vostra morte

Tempo di lettura: 2 min.

Almeno per il momento

E se potessimo sapere in anticipo quando moriremo? È l’idea alla base di Dio esiste e vive a Bruxelles, commedia brillante uscita al cinema qualche anno fa, ma anche quello che promettono di fare alcuni “death calculators” che dicono di basarsi su modelli di intelligenza artificiale (AI). 

Nella pellicola belga il leak della “data di scadenza” di ogni essere umano, comunicata a tutti per sbaglio, provoca caos e panico nel mondo; nella realtà questi calcolatori AI generano solo una vaga curiosità, anche perché, dietro a un marketing ingannevole, c’è per ora ben poco di scientifico. O quasi.

Una ricerca, tanti imitatori

È di fine 2023 la notizia di un modello di intelligenza artificiale sviluppato in Danimarca e che può prevedere i decessi precoci con un’accuratezza del 78%. 

 
 
 
 
 
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Questa AI, chiamata Life2vec, è stata allenata con le informazioni sulla salute, il lavoro e il reddito di 6 milioni di cittadini danesi dal 2008 al 2016. Combinando i dati con diversi fattori di rischio è riuscita a prevedere fino al 2020 morti precoci in 2 casi su 3, con gli errori dovuti a incidenti o infarti. 

La promettente ricerca è stata pubblicata su Nature, ma non esiste, e forse mai esisterà, una sua applicazione a disposizione del pubblico per palesi motivi etici. 

Qualche filantropo con conoscenze di base della SEO non sembra però d’accordo.

AI insicure

Cercando in rete sono infatti diversi gli esempi di chatbot che sostengono di usare Life2vec. Niente di vero ovviamente, ma solo il tentativo di sfruttare la popolarità dello studio per generare traffico verso proprie applicazioni o (veri) modelli AI.

I risultati sono rivedibili.

Uno di questi, AI Death CalculatorLife2Vec, interrogato sulla mia aspettativa di vita, non appare né preciso e né sicuro di sé: dice che ho “tanti anni di vita davanti”, ma incalzato si schermisce e fa ammenda: “Mi scuso per la confusione. Non posso fornirti un numero esatto poiché è solo una durata stimata”. Peccato. 

 
 
 
 
 
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Provando il quasi omonimo Life2vec AI Death Calculator va un po’ meglio: non è un chatbot ma propone solo un form da compilare con domande sul consumo di tabacco e alcol, sulla sedentarietà e l’accesso alle cure. Come questo ce ne sono a decine sul web, con interfaccia spesso simile e rudimentale.

Secondo il calcolatore dovrei avere davanti a me almeno altri 50 anni, ma un asterisco vanifica tutto: l’applicazione, si legge, “dovrebbe essere usata solo per divertimento”, perché “è improbabile che possa prevedere la data effettiva della tua morte”. 

Siamo spiacenti

Sconsolato mi rivolgo a ChatGPT, nume tutelare di tutte le AI, per sapere cosa è effettivamente in loro potere e cosa no. 

“Prevedere l’ora esatta della morte di qualcuno non rientra nelle capacità di questo o di qualsiasi altro modello di intelligenza artificiale”, ammette con sincerità ChatGPT. 

“L’aspettativa di vita e la salute sono influenzate da una complessa interazione di fattori e nessuna intelligenza artificiale può prevedere con precisione i risultati individuali continua l’AI, che un consiglio sensato comunque lo dà: “Se hai dubbi sulla tua salute o sul tuo benessere, è suggeribile consultare un operatore sanitario”. Pragmatica.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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