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No men for a day: come si comporterebbero le donne in un mondo senza uomini?

Tempo di lettura: 2 min.

Un sondaggio della piattaforma @girlsagainstoppression ha messo in luce una realtà triste ma nota. Ma da dove dobbiamo partire per iniziare un cambiamento?

La premessa sembra quasi presa dalla trama di una serie di Netflix, in bilico tra il tragico e il comico: immaginiamo di andare a letto, è una notte come tante, senza nulla di strano. La mattina ci svegliamo e lo scenario sembra sempre lo stesso, un cielo azzurro, i suoni della città, la routine di tutti i giorni. Eppure qualcosa è cambiato. Scendiamo per strada (con la mascherina, perché sì e perché siamo nell’assurdo 2021) e una cosa particolare ci salta all’occhio, inizialmente non è nulla di che, notiamo che la maggior parte delle persone che incontriamo sono donne, anzi nel mondo ci sono solo donne. Cosa fare a questo punto?

È la domanda posta da @girlsagainstoppression, una community femminista intersezionale che si occupa di diritti umani, alle sue utenti: se per 24 ore gli uomini sparissero dalla faccia della terra, cosa vorreste fare? La maggior parte delle risposte dipinge uno scenario decisamente triste.

 
 
 
 
 
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Uno scenario che ha come cornice due caratteristiche fondamentali: la mancanza di libertà e la paura. La maggior parte delle utenti hanno espresso desideri incredibilmente semplici, come andare a fare una passeggiata, da sole, con le amiche, di notte, passare del tempo immerse nella natura, dormendo all’aperto, guardando le stelle, facendo hiking, in campeggio, andare in discoteca, fare jogging a ogni ora del giorno e ovviamente sentirsi libere di indossare ciò che si vuole, in qualunque contesto. Ma soprattutto un desiderio, il desiderio di vivere senza ansia, l’ansia di poter essere aggredite, molestate.

Questa situazione nasce da qualcosa come secoli di storia e l’impianto di una società patriarcale che non riesce ancora a crollare, anzi sembra avere radici molto profonde.

Il maschilismo e la mascolinità tossica portano gli uomini a considerare le donne come creature non degne del diritto di parola, involucri privi di significato, su cui esercitare una sorta di possesso. Le donne cresciute in questo contesto hanno introiettato un senso di paura, perché è l’uomo che detiene il potere, tiene il coltello dalla parte del manico e dunque vivono nel terrore perenne che eserciti azioni violente contro di lei, verbali e non.

Manca la libertà di vivere come esseri umani, siamo prima di tutto corpi di donna, su  cui chiunque può esprimere un’opinione, anche quando non è gradita, in un contesto imbevuto di slut shaming e rape culture.

Il succo di questo discorso non è quello di costruire un antagonismo tra femminile=bene e maschile=male, anzi è esattamente il contrario: bisogna lavorare per creare un ponte tra i sessi, meno universi paralleli, meno Venere e Marte. A discapito di una larga opinione pubblica che divide ancora uomini e donne in categorie prestabilite, con una serie di caratteristiche che sembrano impresse nella loro stessa natura, queste caratteristiche sono un prodotto di cultura e storia.

Una storia tossica, che influenza negativamente le donne e, ebbene sì, anche gli uomini, con l’implicito monito ad adeguarsi a modelli di mascolinità tossica. Dobbiamo essere veri uomini e vere donne. E invece dobbiamo essere semplicemente persone, che collaborano a costruire un mondo pacifico e unito, dove nessuno deve avere paura, idee di cui per fortuna la nostra generazione sta iniziando a appropriarsi, con l’augurio di portarle avanti e scrivere una nuova storia, più gentile per tutti.

1920 1080 Francesca Parravicini
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