Gli annunci di imminenti riduzioni delle tasse da pagare e di bonus governativi spingeranno ad investire ancora di più in regali e strenne, festeggiamenti e bagordi? Vediamo che aria tira...
Il 25 dicembre è dietro l’angolo ed è già tempo di guardarsi intorno per capire se sul Natale 2024 tirerà una brezza piacevole e leggera oppure un forte vento di burrasca. Le promesse e le premesse sembrerebbero positive, con la rimodulazione delle tasse e il bonus governativo natalizio. Ma non tutti potranno godersi i frutti di questi generosi interventi e in molti dovranno invece fare i conti con un costo della vita in costante aumento e con un parallelo desiderio di godersela di più, questa vita.
Rispetto all’aumento delle normali spese quotidiane, l’Istat, con le stime preliminari relative a novembre 2024, rileva che l’indice nazionale dei prezzi registra una variazione su base annua del +1,4%. La risalita del tasso d’inflazione risentirebbe in primo luogo dell’accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +3,9% a +7,5%), dall’andamento dei prezzi dei beni alimentari, dei servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei beni non durevoli (da +0,9% a +1,3%) e dei servizi relativi all’abitazione (da +2,3% a +2,5%) e alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%).
Quindi le premesse non sono buone. E le conclusioni ancora meno. Stando all’indagine che Facile.it ha commissionato all’istituto di ricerca EMG Different, durante le prossime festività, per i soli regali di Natale gli italiani spenderanno quasi 11 miliardi di euro, con un esborso pro-capite di 256 euro. 6,2 milioni di connazionali di persone spenderanno meno rispetto allo scorso anno e tra questi il 47% (oltre 2,9 milioni di cittadini) lo farà perché sono aumentate altre spese e preferisce tagliare sui costi, il 40%, invece, perché è in un periodo di difficoltà economica.
Un occhio sui pacchetti in preparazione e sui nastri pronti al taglio lo butta Klarna, provider globale di pagamenti e di servizi per lo shopping assistiti da intelligenza artificiale, secondo cui, rispetto al lucroso settore bellezza e benessere, il 78% dei consumatori afferma di aver modificato le proprie abitudini: il 33% sceglie alternative più economiche, il 30% riduce il numero di prodotti acquistati e il 24% cerca costantemente offerte e pacchetti promozionali. Tempi cupi dunque per i grandi marchi del beauty stellato.
Poteva forse mancare la previsione, nefasta, della Cgia di Mestre? Forse sì, e invece eccola! Se nel 2023 la spesa è stata poco sopra gli 11 miliardi di euro, quest’anno dovrebbe limitarsi a 10 miliardi, segnando un -9%. Mentre ci chiediamo chi è la persona che ridurrà il budget natalizio di 1 miliardo, vediamo che le cause della riduzione starebbero nella minore disponibilità di spesa delle famiglie legata all’incremento dei prezzi e nell’aver anticipato gli acquisti al periodo del Black Friday.
Trarre conclusioni da questi dati è però meno semplice di quanto possa sembrare. A dicembre 2023 Confcommercio stimava che per quanto riguarda invece nello specifico i regali di Natale la previsione è di una spesa pari a 8 miliardi (contro i 7,1 del 2022), una somma che si traduce in 186 euro a testa. Quindi, saremmo saliti da 8 a 10 miliardi di spesa per presenti e bottiglie in scatola.
E sempre la Cgia di Mestre, a fine novembre 2023, informava che tra i lavoratori dipendenti e i pensionati sono 35 milioni gli italiani riceveranno la tredicesima mensilità. Nei portafogli di queste persone finiranno 40,7 miliardi di euro. Un dato che dopo un anno è aumentato di oltre 4 miliardi innanzitutto perché rispetto al 2023 la platea dei dipendenti è aumentata di 221mila unità, mentre i pensionati sono cresciuti di quasi 99 mila. Inoltre rispetto all’anno scorso alcuni importanti contratti di lavoro sono stati rinnovati.
Insomma, una persona scelta a caso dovrà risparmiare 1 miliardo sui suoi regali di Natale mentre complessivamente gireranno 4 miliardi in più, da spendere rigorosamente entro la Befana e la fine delle feste. Per poi trattenere il fiato fino alla fine di gennaio, maledicendo la soave leggerezza con cui ci siamo lasciati conquistare dal fascino etereo dello shopping online.