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Wedding Privè

Matrimoni innovativi: Wedding Privè aggiunge un posto a tavola

Tempo di lettura: 3 min.

Un’assoluta novità per il mondo travel


Wedding Privè

Una app italiana appena lanciata promette di essere uno strumento win-win per sposi moderni (ma squattrinati) e viaggiatori in cerca di autenticità. Wedding Privè, ideata dai trentenni Davide Genovesi e Luca Manelli, ribalta la prospettiva di “Due single a nozze”, film in cui Owen Wilson e Vince Vaughn amavano “imbucarsi” ai matrimoni di sconosciuti per scroccare da mangiare, divertirsi e potenzialmente rimorchiare. La nuova piattaforma permette a chi si sposa, ma vuole risparmiare qualche soldino, di aprire le porte della cerimonia a imbucati molto selezionati e soprattutto disposti a spendere abbastanza: tra i 1000 e i 5000 euro per un posto a tavola. In cambio i curiosi turisti riceveranno l’opportunità di presenziare a un evento privato ed esclusivo: un’esperienza che difficilmente avrebbero potuto fare altrimenti.

Genovesi, come nasce l’idea di Wedding Privè?

È nata l’estate scorsa, un po’ per caso. Un mio amico era stato a un matrimonio in Finlandia e durante un aperitivo mi ha fatto vedere le foto di queste nozze che sono totalmente differenti rispetto alle nostre. Lì ho avuto l’illuminazione: ho detto cavolo, a me piacciono i matrimoni, sono anche uno che viaggia, però non potrò mai fare questo tipo di esperienza.

A meno che…

Ho fatto un’indagine di mercato, ho visto che c’era già un competitor in India e ho deciso di replicare l’idea anche da noi. Questa trovata sta avendo abbastanza seguito ultimamente perché chi si sposa oggi ha il grande problema dei soldi, mentre dall’altra parte i turisti cercano esperienze sempre più autentiche, piuttosto che visitare i soliti luoghi. E questa sicuramente è una cosa nuova nel mondo travel.

Qual è il target a cui vi rivolgete?

All’inizio era pensato per un target totalmente diverso, quindi per il classico trentenne giramondo, ma poi abbiamo capito che non ci sarebbe stata una reale convenienza per gli sposi. Oggi ci rivolgiamo a una clientela più benestante o comunque con un budget consistente durante il loro viaggio in Italia.

C’è un numero massimo per i turisti che vogliono partecipare?

Dipende dai posti disponibili, che vanno a coppie: 2,4,6. Nulla vieta che partecipi un piccolo gruppo di turisti che vuole fare un’esperienza. Sono gli sposi a scegliere.

Come funziona?

Gli sposi propongono a noi il loro matrimonio con una descrizione dettagliata. Poi, tramite le agenzie di viaggio con cui collaboriamo avviene un match fra le cerimonie disponibili e i turisti interessati. Dopodiché, mandiamo una partecipazione, perché l’esperienza del matrimonio parte già dall’invito. Alcuni sposi vogliono che al loro matrimonio ci sia solo gente in abiti eleganti occidentali, mentre altri, la maggior parte, sono aperti ad avere turisti che si vestono con capi tradizionali, ed è questo anche un po’ il bello. Non è solo una questione economica, ma anche una condivisione di culture.

Come garantire però l’equilibrio tra autenticità e discrezione?

C’è sempre un accompagnatore durante il matrimonio che ha una doppia funzione di Cicerone (traduce e introduce alle tradizioni locali ndr.) e di controllore, perché ovviamente la cosa più importante è preservare la riuscita delle nozze, non si può rovinare quel momento per nessun motivo.

Qual è l’ideale di matrimonio italiano per un turista?

Ovviamente quelli a Venezia, Roma, Firenze e dintorni vanno per la maggiore, però anche vivere un’esperienza ancora più particolare, come un matrimonio fuori dalle città d’arte, può essere interessante. Anche il prezzo varia di conseguenza, un conto è un matrimonio classico, per esempio a Bologna, un altro magari quello a Capri, sulla spiaggia con uno chef stellato.

Qual è l’identikit di chi vi contatta per mettere il suo matrimonio su Wedding Privè?

La fascia va dai 30 ai 45 anni, residenti in tutta Italia, ma principalmente nelle grandi città. Capita che lui o lei siano stranieri, oppure lavorano o hanno lavorato all’estero e quindi al matrimonio ci saranno già colleghi che parlano altre lingue. Ma ci sono anche coppie che non parlano inglese. A molti è ovviamente utile recuperare qualche spesa del matrimonio, ma piace il concetto di avere qualcuno che possa partecipare per condividere questo momento e per conoscersi. L’augurio è che non finisca tutto lì, con l’esperienza, ma che si faccia veramente amicizia.

Quali sono i feedback che state ricevendo?

Il 100% di chi ci manda una richiesta alla fine viene pubblicato sulla nostra piattaforma perché chi fa questo passo è veramente interessato. Anche wedding planner o operatori del settore ci possono proporre matrimoni. Per quanto riguarda i matrimoni veri e propri stiamo andando incontro alla prima stagione nei prossimi mesi.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Tommaso Meo
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