La sinistra a sorpresa vince le consultazioni d’oltralpe. Ma formare un governo sarà un’impresa. L’Europa tira un sospiro di sollievo, i politici italiani litigano e la Rai trasmette commedie americane
Ha vinto o ha perso Emmanuel Macron? All’indomani del secondo turno delle elezioni francesi, segnato dal successo della sinistra riunita sotto la bandiera del Nouveau Front Populaire, davanti al partito del presidente “Ensemble” e all’estrema destra di Marine Le Pen, la politica s’interroga.
E come sempre si divide: sostenendo tesi diametralmente opposte. La Francia ha dato una risposta molto chiara a un mese dalle consultazioni europee che avevano registrato la netta affermazione dei populisti e indotto Macron a sciogliere l’assemblea nazionale: la destra resta comunque minoranza. Nonostante abbia aumentato considerevolmente il numero dei seggi.
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E dunque Macron, che aveva chiesto ai francesi di fermare l’onda nera, ha vinto. Ma allo stesso tempo ha perso, se è vero che il suo partito ha registrato un notevole calo di consensi a vantaggio della sinistra di Jean-Luc Mélenchon e che ora si trova a dover far fronte a uno scenario in cui sarà molto difficile dare vita a un governo stabile. Perché Mélenchon, il vero trionfatore di queste elezioni, rifiuta qualsiasi alleanza, rivendica il diritto di formare l’esecutivo, ma non ha i numeri in parlamento che lo sostengano. Una situazione di incertezza assoluta che i francesi non hanno mai vissuto dal dopoguerra a oggi. Si profila dunque all’orizzonte un lungo periodo di consultazioni, trattative e veti incrociati durante il quale il presidente dovrà dare prova di grande abilità.
Il successo della sinistra in Francia, preceduto da quello dei laburisti in Inghilterra, rinfranca l’Europa alle prese con la formazione del nuovo esecutivo continentale. In Italia esultano le formazioni progressiste.
La segretaria del Pd Elly Schlein parla di “risultato straordinario per la sinistra unita e una bella risposta di partecipazione: la destra si può battere”. Le fanno eco il numero uno del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che vede “un segnale di spinta democratica che parla all’Europa intera” e Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, che coglie “una indicazione di speranza”.
Sull’altro fronte, mentre Giorgia Meloni, alle prese con il dilemma se appoggiare o meno Ursula von del Leyen alla presidenza della Commissione Europea, sceglie la linea della prudenza affermando che “in Francia non ha vinto nessuno”, Antonio Tajani (Forza Italia) sottolinea che “la sinistra ha la meglio se non c’è un centrodestra con un centro forte” e Matteo Salvini, con la consueta eleganza, posta su X un tweet senza mezze misure: “Esultanza nelle strade di comunisti e centri sociali, di filo-islamici e anti-semiti, teppisti che attaccano a sassate la Polizia in diverse città, caos in Parlamento. Questa la prima notte dopo le elezioni in Francia, con l’ammucchiata “tutti contro la Le Pen” costruita da Macron che vince le elezioni ma non ha i numeri per governare”. E intanto annuncia l’ingresso della Lega nei Patrioti, la nuova formazione al parlamento europeo capeggiata da Viktor Orban.
Esultanza nelle strade di comunisti e centri sociali, di filo-islamici e anti-semiti, teppisti che attaccano a sassate la Polizia in diverse città, caos in Parlamento. Questa la prima notte dopo le elezioni in Francia, con l’ammucchiata “tutti contro la Le Pen” costruita da… pic.twitter.com/ABtmCXgKEo
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 8, 2024
Restando a casa nostra, in questo quadro contrapposto, si è distinta ancora una volta la Rai. Che, al contrario di LA7 e Mediaset, ha ignorato lo spoglio delle elezioni francesi e mandato in onda fino a tarda notte repliche, programmi musicali e commedie americane.
Il capolavoro lo ha regalato Rainews, il canale di informazione della tv di stato. Al posto delle notizie che arrivavano da Parigi, ha trasmesso in diretta da Pomezia la terza serata del Festival delle città identitarie. D’altronde un motivo c’era: accomodato in platea si distingueva il direttore di Rainews, Paolo Petrecca. Ça va sans dire.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios