La maison francese presenta una nuova eroina
Se dovessi immaginare una donna in un fumetto contemporaneo e dovessi disegnarla, sicuramente la identificherei in una donna dall’animo metropolitano e anche un può rock, con un look che esprima una forte personalità e con dettagli che rimandino ad un sapore “spockiano”, alla Star Trek, senza però, rinunciare alla propria femminilità.
Ecco, un pò anni 60’, un pò 80’ e un pò alla New York cupa e futurista.
Sì, se dovessi, crearla sarebbe proprio così e se dovessi darle un stile preciso le darei quello della nuova Cruise20 di Louis Vuitton by Nicolas Ghesquière.
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Mai come quest’anno, infatti, lo stilista francese a capo della famosa maison, è riuscito ad incanalare alla perfezione il suo stile avanguardista con il concetto sartoriale proprio del mondo delle maison.
Tutto è stato curato nei minimi dettagli, per far si, che il concetto del futuro mondo metropolitano, della futura New York, venisse rappresentato al meglio.
Per questo motivo la scelta della location non poteva essere più azzecata. La sfilata si è svolta nella perfetta cornice del TWA Flight Center all’aeroporto JFK di New York, edificio, ormai in disuso da più di dieci anni, progettato da Eero Saarinen.
Un vero e proprio vortice futurista, dove l’intera architettura è un gioco di curve ben definite, come le linee della nuova collezione di Vuitton.
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Proprio come la struttura della location, anche la nuova donna della maison francese è completamente travolta all’interno dei giochi tortuosi della città in cui vive, un mix di moda e architettura.
L’intera collezione è giocata su parallelismi: la città e la tecnologia, l’architettura super moderna con quella dell’Art Decò e Parigi- New York, un viaggio di andata e di ritorno.
Si, perché l’intera collezione è proprio il viaggio di Nicolas Ghesquiere dalla sua città, Parigi, a New York, come un modello turista, anche lui si fa affascinare da questo mondo fatto di luci, immensi grattacieli e dalla cupezza della città nella notte. Da qui, la creazione della futura eroina, che si muove dinamicamente tra spazi, le immense strade, e le altezze, gli immensi grattacieli.
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La futurista donna Vuitton veste capi dalle line strutturate, ben definite, che ricordano proprio i famosi grattacieli della Grande Mela e che accompagnano il corpo come a volerle donare dinamicità, forza e anche velocità. La nuova eroina metropolitana opta per micro mantelle e giubottini dai colori aspri e scuri, accompagnati da un gusto femminile per i ricami e le paillettes. Ci sono anche giacche, sempre in pelle, ma anche satinate con disegnati proprio i palazzi più famosi della città. In pelle ci sono anche minigonne e trench bicolor. Spalle enormi che ricordano proprio Star Trek e che ricordano l’esagerazione dell’architettura della Grande Mela.
Ci sono anche capi molto contemporanei come felpe che richiamano al mondo di Batman/Bruce Wyne (sempre una dualità) e a Gotham City o ancora, abiti e camicie in gessato classico che riportano alla passione per il mondo sartoriale e che identificano questa eroina come anche una donna in carriera e di successo.
In totale 60 uscite che rappresentano una donna in continua azione, dinamica, ma che non rinuncia mai alla sua femminilità.
Anche gli accessori hanno un ruolo importante nella collezione, e sono forse quell’elemento capace di chiudere il cerchio di questi continui parallelismi e di rappresentare al meglio il concetto metropolitano voluto dallo stilista.
Ci sono le immancabili borse iconiche della Maison, come la celebre Alma o la Petite Malle, che per l’occasione si sono unite al mondo high-tech. Il famoso bauletto, per esempio, è stato rivisitato in chiave tecnologica con due micro schermi, uno posto a destra e uno a sinistra, che riportano le immagini dello show in corso. I due micro schermi rappresentano le finestre illuminate dei grattacieli newyorkesi, le finestre su un mondo metropolitano, dinamico, veloce e anche fashion, in cui vive e si ambienta la vita della nostra eroina.
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Una collezione ma infinite dualità: l’Arte Decò e le sue luci, rappresentate da ricami, paillettes e forme strutturate; l’arte del fumetto e la sua dinamicità e forza, rappresentati da capi in pelle bicolor, forti e dai colori aspri; il volo di andata e ritorno Parigi-New York, rappresentato, invece, dalla dualità futurismo e maison, quindi concetto della modernità che, però, guarda sempre al mondo artigianale, sartoriale da cui tutto parte.
La collezione Cruise20 di Louis Vuitton rappresenta lo scenario del mondo della moda in questo ultimo periodo. La tecnologia, l’essere al passo con i tempi, è ciò che di più importante ci sia oggi, rimanere indietro è ciò che nessuno si può permettere di fare, ma lo sguardo alla tradizione, da cui tutto è partito, è fondamentale anzi è un dovere. Senza ciò che è stato non ci potrebbe essere il mondo oggi.
Guardare alla tradizione non vuol dire essere indietro, anzi, oggi, guardare anche alla tradizione e saperla legare al mondo nuovo, questo è il vero talento; e possiamo dire che Nicolas Ghesquière ne è un vero esempio.