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L’emozione del voto

Tempo di lettura: 2 min.

25 settembre 2022, andate a votare e tenete nel cuore l’importanza del gesto

Se ne sono dette e sentite tante nell’ultimo periodo. Se circa un anno e mezzo fa tutti ci interessavamo alla virologia, parlandone con una presunzione oltre la soglia del dovuto, oggi parole come democrazia, fascismo, antifascismo, diritti, aborto e l’immancabile TikTokTak implodono dalle nostre bocche o per meglio dire dalle nostre dita sull’iPhone in maniera molto spesso analogamente impropria.

 
 
 
 
 
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Non è questione di poter o non poter esprimersi su un avvenimento della società che di certo ci coinvolge da vicino, bensì di farlo con cognizione di causa. E qui, nulla di nuovo sotto il sole. 

Proprio per questo non è utile dilungarsi su cosa sia giusto o sbagliato circa il voto, ognuno di noi sa in cuor suo cosa è giusto fare, cosa volere e dovere aspettarsi per un miglioramento della propria condizione personale e sociale a partire dal prossimo 26 settembre 2022. 

Quello che è interessante analizzare è l’emozione intorno all’atto del votare, cosa assolutamente non trascurabile. Avete presente BeReal, social in gran voga negli ultimi mesi? Funziona così: scarichi l’app, ti connetti con i tuoi amici ed una volta al giorno alla stessa ora tutti riceverete una notifica dalla piattaforma. A quel punto basterà scattare una foto di quello che state facendo e tutta la vostra community sarà aggiornata sulla vostra quotidianità. 

Il prossimo 25 settembre tutti si troveranno nella stessa situazione, tutti contemporaneamente ai seggi elettorali, tutti insieme per decidere le sorti del proprio futuro, per dare rappresentanza del proprio pensiero, del proprio volere e del proprio valore. Concetto tutt’altro che banale. Sono trascorse diverse settimane a dire chi votare e chi non votare, ma mai concentrandosi su quanto sia prezioso questo gesto.

 
 
 
 
 
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Le nuove generazioni vengono spesso tacciate di mala informazione, di non conoscere i grandi processi che sono dietro alle dinamiche amministrative del nostro Paese. Vuoi causa della scarsa presenza dell’educazione civica nelle scuole, vuoi per modi diversi d’apprendere, in parte è vero, ma nel caso di queste elezioni sono i più giovani la parte davvero attiva.

Quello che emerso è quanto generazione social e quella più giovane ancora abbia partecipato attivamente per dimostrare il proprio punto di vista. Una generazione che si batte per i propri diritti e per i diritti delle minoranze, una generazione che non vuole chiudersi ma aprirsi sempre di più, che vuole avere la possibilità di imparare e d’avere accesso all’istruzione in maniera semplice e meritocratica.

 
 
 
 
 
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Per cui dopo tutto questo percorso costruttivo di condivisione ideologica, atteggiamento che andrà portato avanti nel tempo, anche dopo l’hype generato dalle elezioni, quali saranno i nostri sentimenti alle urne?

Senso di partecipazione, di condivisione, di celebrazione del nostro essere membro di una società che ci si augura (con qualche giustificato dubbio) possa procedere sempre nella via della progressione. 

150 150 Fabiola Graziosi
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