Diverse da chi?
Da troppo tempo, ormai, si dibatte sul tema dell’inclusività e il mondo della moda non è esente dall’essere più e più volte criticato per non esserlo abbastanza.
In questi giorni molti sono stati gli attacchi nei confronti del fashion system, accusato di essere addirittura razzista nei confronti delle modelle e dei modelli black ( guardate le ultime stories e post di Diet Prada).
La strada è ancora lunga. Ci sono, però, le voci fuori dal coro che hanno cambiato la storia ed ecco, allora, alcuni nomi che hanno reso il sistema moda un mondo migliore.
Beverly Johnson
Visualizza questo post su InstagramR.I.P. …. S.I. Newhouse, Jr., the Chairman Emeritus of Condé Nast, #vogue #glamour #icon #fashion
Non possiamo iniziare la nostra classifica senza menzionare Beverly Johnson, la prima donna afro-americana che ottenne la copertina di “Vogue America” nel 1974.
Da quel momento la moda è cambiata per sempre; dopo decenni apriva le sue porte alle modelle black.
Il ritratto della Johnson, scattato da Francesco Scavullo, non era cupo e non metteva in evidenza ciò che fino ad allora veniva considerato diverso, altro. Tutto nell’immagine era regale, altero, perfetto.
Beverly Johnson si trovava dove doveva essere, quello era il suo posto, e sarebbe stato da quel momento in poi il posto, e non solo in copertina, di altre ragazze, di altre donne.
Tyra Banks
«Questo è per tutti quelli che si sono sentiti dire di non essere abbastanza belli a causa delle loro forme, della loro età, del loro tutto. #BanX è qui per dirti che sei dannatamente tenace, e non importa quello dicono gli altri!».
Così Tyra Banks ha annunciato di essere la nuova cover girl per “Sports Illustrated”. Un ritorno dopo 22 anni dalla sua prima cover per il magazine, dove fu la prima modella black ad essere ritratta. Questo ci fa già capire molte cose dell’attitudine e della tenacia di questa grande donna.
Conosciuta per essere colei che ha cercato di spodestare la più famosa Naomi Campbell, Tyra Banks è diventata in poco tempo un’icona e un modello per moltissime ragazze.
Infatti sin da subito, nonostante lavorasse nel mondo della moda, si è fatta portatrice di un concetto molto chiaro, ovvero: il corpo è mio e ne faccio ciò che voglio, non mi importa di ciò che pensa la gente, io sono bella così.
È stata una delle prime modelle, infatti, a portare nel fashion system, il concetto di body positivity.
Dopo aver lasciato il mondo della moda, Tyra è diventata produttrice, stilista e conduttrice tv.
Per molti anni è stata vittima di bullismo da parte dei media che, la definirono grassa dopo averla ritratta in costume su una spiaggia californiana.
La risposta di Tyra non si fece attendere e in diretta tv si presentò con il cartonato della foto del giornale, denunciando che lo scatto era stato ritoccato apposta, ma che se anche avesse qualche chilo in più cosa sarebbe importato? Tyra, a noi nulla tranquilla.
Da qualche anno ha creato un alter ego chiamato BanX, una sorta di eroina che combatte per abbattere i rigidi canoni di bellezza imposti dalla società.
BanX a noi piaci tanto!
Winnie Harlow
Modella e attivista canadese classe 1994, è stata scoperta su Instagram proprio da Tyra Banks che, l’ha fortemente voluta nella ventunesima edizione di “America’s Next Top Model”.
Da quel momento la sua carriera non è stata che in ascesa. Numerose sono state le copertine, gli editoriali (“Vogue Italia”, “Glamour”, “I-D” e “Dazed” per citarne alcuni) e le passerelle che l’hanno vista protagonista.
La sua forza? Non solo la bellezza ma anche l’aver fatto della sua vitiligine, diagnosticatale all’età di quattro anni, il suo biglietto da visita. La sua non è ad oggi una debolezza ma un punto di forza e di riconoscibilità.
La vita, però, non è sempre stata giusta con la modella; da piccola, infatti, Winnie è stata vittima di bullismo da parte di altri bambini che la definivano “una zebra”.
Le molestie verbali e psicologiche l’hanno portata più volte a cambiare scuola e ad abbandonare il liceo, fino a spingerla addirittura a pensare di togliersi la vita.
Questa violenza non l’ha, però, fermata, anzi, l’ha portata ad essere un punto di riferimento per migliaia di ragazze e, ad oggi, una delle modelle più riconosciute e blasonate dai brand.
Naomi Campbell
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Scusate devo aggiungere altro?
Naomi Campbell, o meglio la “Venere Nera”. No, seriamente, devo aggiungere altro?
Londinese di nascita e inserita nella classifica della rivista “People” tra le 50 donne più belle del mondo, fin dai suoi esordi Naomi Campbell è riuscita ad imporsi nel mondo della moda, diventando musa di stilisti come Gianni Versace e Dolce&Gabbana, che la consacrarono come top model a tutti gli effetti.
Naomi ha sempre fatto della sua fisicità e, soprattutto, della sua personalità, dei punti di forza. È stato l’esempio che non importava semplicemente la bellezza o il colore della pelle ma l’attitudine di una persona.
Non è la classica modella che sfila e basta, è stata, infatti, una delle prime modelle che si sono impegnate nel sociale.
Nel 1994 conobbe, al Congresso Nazionale Africano, Nelson Mandela, che ha sostenuto nella sua battaglia contro il razzismo e la povertà in Sud Africa, tanto da essere definita dallo stesso Mandela la sua “nipotina ad honorem”.
Più di tutte ha combattuto e combatte tutt’ora contro le case di moda che penalizzano le modelle di colore, diventando portavoce della Diversity Coalition, trascinando dietro di sé il consenso di molte sue colleghe e rappresentati del settore.
Insomma, Naomi Campbell è stata ed è ancora oggi la pioniera, l’attivista e l’icona a cui facciamo riferimento.
Non ci resta che dire: “Viva l’inclusività!” di ogni forma, genere e colore.