L’ossessione dei Talk, la dittatura degli spin doctor, la mancanza di una visione e l’autorevolezza che latita: quando il futuro è affidato agli slogan è un futuro che non c’è
Verba volant scripta manent ma l’immagine ti immortala per sempre e svela chi sei.
I politici di oggi, teleguidati dai loro “esperti di comunicazione” ancora non hanno capito quale danno si fanno (e alla politica in generale) andando ogni momento nei vari Talk show a sparare la loro propaganda del momento. Non comprendono che l’autorevolezza conta più del sondaggio del giorno; la prima è difficile da acquisire, il secondo è estremamente mutevole.
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Non sono sufficienti doti personali se non accompagnate da un convincente progetto politico per aver autorevolezza, così come non sono gli slogan di propaganda a costruire un progetto.
Tra social e Tv tutti i politici corrono per apparire ed esternare, quando invece il momento è talmente grave che servirebbe più silenzio, più operosità e maggior concordia, almeno nei toni.
Non per niente il motto dei carabinieri è: “Usi obbedir tacendo!”
Che Giorgia Meloni sia un “cavallo di razza”, come si diceva nella vecchia DC è fuori discussione; unica donna “segretario di partito”, ha creato una nuova destra destinata, secondo i sondaggi, a una posizione di forza nel prossimo parlamento tanto da sperare di poter guidare il Paese, del tutto legittimamente. Non è roba da poco se si pensa che tutto è avvenuto in pochi anni, il tempo di una sciagurata legislatura.
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In questa perenne campagna elettorale, anomalia politica tutta italiana, ha più “nemici interni” alla sua coalizione di centro destra che avversari politici schierati sul fronte opposto. Inutile in questo contesto spiegare perché tecnicamente le farebbe più comodo un sistema elettorale proporzionale piuttosto che quello maggioritario.
Quello che si vuol mettere in evidenza è il suo discorso alla convention “No Vax” in Andalusia; ragionare sul perché di quelle affermazioni accompagnate da quei toni così fuori misura per una persona intelligente come lei. Parliamo di immagini che hanno fatto il giro del mondo, destando stupore e sospetti nelle cancellerie di mezzo mondo. Chi sperava in un processo di moderazione per una destra competitiva è rimasto attonito e deluso.
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Affermare che si è a favore di una famiglia tradizionale, che si vogliono confini sicuri, che il lavoro deve essere prioritario per gli italiani vuol dire esternare valori legittimi e condivisibili ma non vuol dire che bisogna essere contro a un’immigrazione umanitaria e controllata, non vuol dire che bisogna essere contro le unioni civili perché anche questi sono valori e non sono in contrapposizione, se non li si vuol sbandierare strumentalmente. La continua litania: “Io sono patriota” lascia sottintendere che gli altri non lo siano, mentre e Le diamo una notizia, circa sessanta milioni di italiani lo sono!
Quei toni sovraeccitati, quegli occhi spiritati appartengono a una prossemica che conquista di sicuro la platea andalusa ma d’incanto fa perdere d’autorevolezza agli occhi del resto d’Europa. Guadagna nel sondaggio locale ma perde l’occasione di essere credibile e accettabile come futura premier.
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In una democrazia sana (ci vorrebbe un mondo perfetto) è profondamente sbagliato criminalizzare le idee contrapposte così com’è deleterio demonizzare l’avversario e nel momento dell’emergenza, come insegnavano gli antichi romani, ci si mette a testuggine, tutti assieme.
E poi li chiamano “esperti di comunicazione”!