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La paura di invecchiare

Tempo di lettura: 3 min.

Questo racconto è parte della serie (NON) HO PAURA

Rocco apre la porta di casa sua e fa un sorriso, stringe gli occhi divertito mentre due splendidi ed eleganti levrieri mi zompettano attorno in modo talmente delicato che sembrano volare. Io seguo i loro passi e vengo catapultata in un’atmosfera d’altri tempi. Drappi, tappeti, dipinti ed enormi divani mi accolgono in un salotto dal sapore barocco

Rocco Caminiti è calabrese di origine e milanese di adozione. Ha 50 anni, è raffinato e sempre vestito in modo elegante, ama le macchine d’epoca e il buon gusto ma soprattutto sembra uscito da uno dei quadri che lo circondano. Da qualche parte deve esserci il ritratto di Dorian Gray, ne sono certa. Dice di non avere grosse paure semplicemente perché non ha il tempo di viverle, la sua giornata è scandita principalmente dal suo lavoro che non ammette paura e se la paura si presenta ha una durata breve, giusto il tempo di passare dal problema alla soluzione. Poi ci ripensa. Sorride. Guarda Mimì e cerca Ciccio. Si sistema il collo della camicia bianca e sottovoce dice: “Ho paura di perdere i miei bimbi”. Mimì, levriero femmina sembra capirlo e allunga una zampa in cerca di un contatto mentre Ciccio lo ignora sbadigliando sdraiato sulla sua cuccia. Sì, li definisce i suoi bimbi, i suoi gioielli e mentre si distrae giocherellando con l’orologio mi dice che ha avuto paura una volta, ed è successo quando ha perso il padre, una guida che avrebbe dovuto accompagnarlo nel suo futuro. 

 
 
 
 
 
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Rocco Caminiti è un medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica ricostruttiva e paradossalmente non vede l’ora di invecchiare. Mi starà prendendo in giro, penso. 

Sostiene che sarà una gioia notare quali sono stati i frutti del suo lavoro professionale, delle sue relazioni, della sua vita e continua a ripetere che non vede l’ora di diventare vecchio. Io non gli credo, lo fisso e lui se ne esce con questa frase: Bisogna essere consapevoli del ciclo della vita che non si può cambiare. Basta inutili modelli da seguire, basta correre, basta produrre, dovremmo tornare con i piedi per terra” dice continuando ad accarezzare Mimì. “Non mi identifico molto in questo mondo sai, il mio mondo è più piccolo e più semplice”.

Rocco Caminiti è ben consapevole che per la donna la paura di invecchiare è diversa rispetto a quella che può provare un uomo. “Lei pensa di sfiorire” mi dice con fare sornione “Lui di fiorire. In realtà la donna se ha saputo dare tanto nella sua vita riceverà tanto nella vecchiaia, e sono solo gli stereotipi di oggi a farle provare paura”.

“Più una donna è bella” continua “più la sua paura di vedere sfigurata la sua bellezza aumenta. Ma ricordati: la bellezza è pericolosa solo per chi è superficiale”. Mi ha convinta ma io ci riprovo chiedendo dove nasconde il ritratto di Dorian Gray, lui alza gli occhi al cielo, ovviamente sogghigna e affonda “la vera bellezza è la gentilezza e i valori che la compongono. Tutto ciò che è estremo non è di buon gusto, ci vuole equilibrio e armonia, ed è quello che cerco di dare io ai miei pazienti, uomini o donne che siano”.

 
 
 
 
 
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Rocco Caminiti ammette che la vanità è un peccato, ed essendo lui molto credente, sostiene di non accettare pazienti troppo vanitose. “Le mie pazienti riflettono il mio stile, sono moderatamente vanitose, si lasciano guidare, non esagerano quindi non sono delle peccatrici” e ride.

Rocco Caminiti passa il tempo a rendere ancora più belle le donne, cerca quel famoso equilibrio, cerca eleganza, cerca di controllare la loro paura, ma le fa anche piangere. Una sua paziente giovanissima è scappata in lacrime dal suo studio dopo che lui si è rifiutato di farle il botox. Gli credo perché nella sala d’aspetto c’ero io. 

Leggi il racconto La paura della morte.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

2560 1440 Claudia Riva
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