La reality star made in usa lancia una linea di guaine modellanti
Non passa giorno che sui social network non scoppi una polemica riguardante qualche celebrity/influencer che, dice o fa qualcosina di troppo.
Qualche giorno fa è capitato (potremmo dire nuovamente) alla regina dei social statunitensi, Kim Kardashian West, la quale dopo aver sfondato come reality star e imprenditrice nel mondo della cosmesi e non solo, ha deciso di lanciare una nuova collezione di intimo.
Fin qui potreste pensare “nulla di nuovo”, ma proprio perché si parla di Kim, non si può stare un attimo tranquilli.
Come annunciato tramite i suoi profili social, la queen di casa Kardashian ha lanciato una linea di shapewear, ovvero di intimo modellante. Questi capi di intimo consisterebbero in soluzioni altamente tecniche per qualsiasi tipologia di corpo e permetterebbero di, a seconda del risultato che si vuole ottenere, valorizzare, assottigliare o sollevare e scolpire il proprio corpo. Sono essenzialmente dei reggiseni, mutande a vita alta o shorts che si comporterebbero come delle guaine, e sono disponibili in nove colori diversi, adatti, quindi ad ogni tonalità di pelle, e per tutte le taglie, a partire dalla XXS fino alla 4X.
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Queste guaine, possono essere indossate sotto qualsiasi abito o indumento aderente, per dare la possibilità di cercare di valorizzare il proprio corpo o di eliminare dei difetti fisici.
Ed ecco qui che scoppia il caso sui social. La domanda vera è: “Kim era il caso?”. Sicuramente la volontà di questa collezione non è stata quella di denigrare il concetto di body positivity: sappiamo tutti che, soprattutto Kim, ha sempre indossato questo tipo di indumenti per potersi permettere di entrare in mini dress di lattex fluo.
Il web si è realmente diviso. Molti hanno gridato “shame on you Kim!”, per produrre una linea che va contro il concetto di body positivity di cui oggi, anche i social si fanno portatori sani (per fortuna). C’è chi, invece, ha semplicemente sottolineato la realtà dei fatti, ovvero che ci sono persone che, purtroppo, non riescono ad accettarsi e non si sentono se stesse nel proprio corpo.
Terza soluzione, potrebbe essere che Kim ha voluto semplicemente far notare come anche lei che, ogni giorno ci fa vedere su Instagram i suoi workout da modella, ha bisogno di utilizzare prodotti di questo genere ma che non aveva, fino ad ora, trovato un indumento adatto alle sue forme, quindi inclusivo. Così sembrerebbe proprio una di noi.
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A questa polemica, inoltre, si è aggiunta l’accusa di appropriazione culturale indebita da parte del Giappone. La linea è stata, infatti, chiamata “Kimono” che appare, ai più, un semplice gioco di parole riguardante il suo nome di battesimo, ma che ha, in effetti, anche qualche riferimento al kimono giapponese. L’idea doveva essere che, questa guaina avvolge il corpo delle donne in modo sensuale come il kimono giapponese ma… il Giappone ha detto no.
I giapponesi sono molto gelosi della propria cultura e hanno affermato che “Non c’e’ nessun rispetto per quello che l’indumento significa nella nostra cultura. Noi indossiamo i kimono per celebrare la salute, la nascita di un figlio, matrimoni, lauree, funerali. È un capo celebrativo e si tramanda nelle famiglie di generazione in generazione”. Dopo ciò è stato addirittura lanciato su Twitter l’hashtag #KimOhNo (geniale!).
Kim ha risposto all’accusa mossa dai giapponesi, rilasciando una dichiarazione al The New York Times, in cui afferma che la sua intenzione non è stata assolutamente quella di non rispettare la cultura giapponese e il significato del kimono e che non farà più produrre degli indumenti che possano ledere o dar fastidio alla cultura giapponese.
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In tutta questa polemica dai tratti continentali, forse, noi non potremmo mai veramente schierarci dalla parte di Kim o accusarla. La realtà dei fatti è che ognuno ha una propria visone di se stesso. C’è chi ha raggiunto una piena confidence e chi sta ancora combattendola. Il vero punto è che non importa quanto i social, la società, i brand, cerchino di diffondere questo concetto (giusto), ciò che è importante è che il volersi bene e l’avere confidence parta dagli individui stessi.
A parte Kim Kardashian e le sue guaine modellanti, photoshop e app di vario genere e tipo per cambiare i connotati, bisognerebbe lasciare che ognuno di noi faccia il proprio percorso dentro se stesso e che alla fine riesca a ritrovarsi nella propria sfera senza pensare che ci sia qualcuno o qualcosa a dirci cosa è giusto o no per il nostro corpo.
Lasciamo che ognuno di noi, piano piano, ami davvero se stesso, senza che ci venga detto come dover percorrere la nostra strada.