Quali sono stati gli “addii” più cercati su Google nel 2023?
La fine del 2023 sta per scoccare, e con lei arriva l’ora dei bilanci. A quelli emotivi, lavorativi e fiscali, si aggiunge Google, che mette il carico da 11 pubblicando le statistiche di ricerca dell’anno ormai agli sgoccioli. Grandi eventi, significati di parole, incassi al botteghino, personaggi illustri: nel mare magnum della SEO, aficionados del Fantamorto e non avranno sicuramente contribuito a far crescere i numeri delle ricerche sui morti illustri nel corso dell’anno.
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Tra i primi 5 della classifica “addii” di Google Trends, al quinto posto Gianluca Vialli, attaccante di Sampdoria, Juventus e Chelsea, scomparso a 58 anni per un tumore al pancreas. Tifosi di ogni colore riconoscono il valore della sua storia sportiva, in cui amicizia e pallone si sono fusi indissolubilmente: il rapporto con Roberto Mancini, nei Blucerchiati prima, sulla panchina degli Azzurri agli Europei 2020 poi, segna sicuramente una tra le più belle pagine di sport di sempre. Il boom di ricerche può essere stato influenzato anche dal rapporto con Fedez, benché breve: legati dalla malattia, ha spesso ricordato come Vialli, seppur non di persona, gli sia stato vicino nei giorni prima del suo ricovero in ospedale.
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Quarto posto per Toto Cutugno, tra gli artisti-record più conosciuti, in Italia e non solo. 15 partecipazioni a Sanremo, vincitore dell’Eurovision nel 1990 (tra i pochi italiani ad avercela fatta, assieme a Gigliola Cinquetti nel 1964 e ai Måneskin nel 2021), 28 album pubblicati e oltre 100 milioni di copie vendute. Una presenza musicale costante: non c’è Capodanno di mamma Rai che non l’abbia visto partecipe, non c’è italiano, giovane e non, che lasci sospesa nell’aria la strofa Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano. Dopo Volare e Felicità, non c’è playlist stereotipata italiana che non includa la hit di Toto Cutugno.
Medaglia di bronzo per Matteo Messina Denaro, morto dopo nove mesi dal suo arresto. La fine della sua latitanza, durata oltre 30 anni, ha riacceso l’interesse dell’opinione pubblica sugli anni dello stragismo mafioso e fatto sorgere nuovi interrogativi sulla connivenza generale, che ha reso possibile un periodo così lungo di libertà, sotto gli occhi di tutti. Segreti che si aggiungono agli altri che non avranno risposte.
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Inaspettato secondo posto per Silvio Berlusconi, il politico più discusso e discutibile degli ultimi 30 anni: la sua scomparsa, con tutti i risvolti successivi, è stato, a mani basse, l’evento dell’anno. Il suo nome e la sua eredità, economica e politica, continuano a fare notizia dopo sei mesi. E continueranno a farlo.
A spodestare il Cavaliere è stato Maurizio Costanzo, re dei talk show, autore e giornalista: il suo Show è stato il talk più longevo della televisione italiana, con 42 edizioni all’attivo. Indagare le ragioni di questo boom di ricerche può portare a ipotesi diverse: affetto per il suo programma, simpatia per quello che sui social è diventato un meme vivente, vicinanza alla regina di Canale 5, vedova del suo first gentleman.
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Impossibili (per fortuna) i punti di contatto tra questi 5 personaggi; interpretare cosa rappresentino per gli italiani e perché abbiano voluto approfondire le loro storie è un esercizio che, invece, si può azzardare. Una certa italianità emerge dalle loro storie, ci si riconosce in aspetti che connotano, o hanno connotato, la nostra società: il calcio elevato a fede, la musica autoreferenziale, la televisione. E ancora: un certo grado di inquietante fascinazione per il male e per i misteri del nostro Paese; l’istrionismo, di cui avremmo fatto volentieri a meno, della classe politica nostrana.
Analytics è la fotografia del paese? Magari un po’ sfocata, forzata, non completamente autentica, di certo non irrilevante.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios