Alcuni appunti per non sentirsi già boomer
Chi negli ultimi mesi non ha mai sentito parlare di overtourism? È con questa parola che ormai si definisce il “sovraffollamento causato da un eccessivo afflusso di turisti in una località”, come sanno bene i turisti che a Barcellona si sono visti sparare con delle pistole ad acqua da alcuni residenti infastiditi.
“Overtourism”, insieme a “catfishing” e “maranza”, tra le altre, è anche una delle nuove parole aggiunte nell’aggiornamento digitale 2025 del Dizionario Zingarelli, edito dalla casa editrice Zanichelli. Se “catfishing” è un lemma relativamente nuovo, conosciuto da chi frequenta i social, e indica il tentativo di ingannare qualcuno rubando un’identità online, “maranza” è un termine già usato negli anni ’80, che indica giovani che condividono e ostentano atteggiamenti da strada, particolari gusti musicali, capi d’abbigliamento e accessori appariscenti e un linguaggio spesso volgare.
Anche altri termini come “hype” (clamore) e “bubble tea” (bevanda di origine asiatica) si sono guadagnati un posto tra le pagine del nuovo Zingarelli. Nella scelta di queste parole, ha spiegato Zanichelli, “spicca una maggiore attenzione a una terminologia più inclusiva, per una più completa consapevolezza della realtà”.
Per l’Accademia della Crusca uno degli effetti dell’overtourism, la “turistificazione”, è meritevole di essere inserita nell’elenco delle nuove parole di uso corrente. Nelle aggiunte fatte da febbraio a maggio 2024 ci sono inoltre termini come “agrivoltaico” e “degenero” che rispettivamente indicano “un impianto che consente l’uso di un terreno per l’attività agricola e per la produzione di energia attraverso pannelli” e un “mutamento in peggio, gran confusione, baldoria incontrollata”.
Da parte sua, anche il Dizionario Italiano Sabatini Coletti (Hoepli) tenta di stare al passo con la complessità del presente inserendo alcuni nuovi termini come “quiet quitting” (l’atto di fare solo il minimo indispensabile sul lavoro) e la sua deriva in senso opposto, la “hustle culture”, letteralmente la cultura (lavorativa) dello sforzo.
Un altro tra i più celebri vocabolari italiani, il Devoto-Oli, si è posto l’obiettivo di “cogliere le sfumature della società che cambia” e trovare i termini con cui “raccontare e costruire il nostro futuro”. Lo ha fatto aggiornando i suoi lemmi con diversi termini provenienti dallo slang giovanile, da “bestie”, inteso come migliore amico/a, all’intelligenza artificiale con “ChatGPT”, oppure prese dall’attualità: è il caso di “K-Pop” e “kombucha”, prodotti della sempre più influente cultura orientale. Non possono poi mancare le aggiunte dovute allo scenario politico internazionale come “gazawi”, l’abitante di Gaza.