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La crisi di mezza età arriva in anticipo. Benvenuti 30 anni e crollo esistenziale

Tempo di lettura: 2 min.

Perché la crisi dei 30 è il nuovo cliché dell'età adulta: tra ansie esistenziali e voglia di cambiare vita, la crisi di mezza età arriva in anticipo

La crisi di mezza età sembra non rispettare più la sua data di avvento tradizionale. Si intendono i 45 o 50 come gli anni notoriamente conosciuti per ritrovarsi a riflettere sulla propria vita e sui sogni infranti, quel momento in cui ci si siete sul divano e si fa un primo bilancio. Tutto questo ormai si manifesta già intorno ai 30 ed è un fenomeno che potrebbe far sorridere o persino sembrare assurdo, ma gli esperti dicono che è più reale di quanto si pensi. Cosa sta succedendo?

Se una volta i 30 erano considerati l’età dell’entusiasmo, delle opportunità e delle notti insonni per diletto, oggi sembra siano diventati il decennio dei grandi ripensamenti. Si parla di una vera e propria quarter-life crisis, ossia una crisi del quarto di vita, che colpisce sempre più persone intorno ai 25-35 anni. Secondo uno studio condotto da LinkedIn, ben il 75% dei giovani professionisti tra i 25 e i 33 anni ha ammesso di sentirsi in crisi, preoccupato per il futuro e schiacciato dalle aspettative sociali.

@chiaramonteleone_

Non c’è piu tempo nemmeno per soffrire 😂🫶🏻

♬ sonido original - Gabriela Ramirez

I segnali sono chiari: improvvisa voglia di cambiare lavoro, senso di insoddisfazione cronica, dubbi sulle proprie scelte amorose e professionali, e una fastidiosa sensazione di non essere all’altezza. Scrollando i social è pieno di annunci di matrimoni e bambini in arrivo, parallelamente c’è chi sta ancora cercando di capire come fare un cambio d’olio alla macchina. Prendere un cane potrebbe essere un palliativo? Partire per Bali?

La pressione sociale è alle stelle e sui social sembrano tutti in continuo festeggiamento di traguardi. Ma quanto di tutto questo è alla fine vero? Quello che è certo è il disagio dei più nel non essere già CEO o proprietari di una seconda casa in campagna dove riposarsi dallo stress nel portare avanti una start up di successo.  

In passato, il traguardo dei 30 era visto come una tappa in cui si era già sistemati; una carriera stabile, una famiglia in crescita e un mutuo avviato. Oggi, la situazione è diversa: secondo i dati Eurostat, l’età media per andare a vivere da soli in Italia si aggira intorno ai 30 anni ed è nettamente più alta rispetto alla media europea.

I proverbi salvano sempre e in questo caso non tutto il male vien per nuocere: questa crisi può infatti essere vista come un momento per ricalibrare le proprie priorità. Psicologi come Meg Jay, autrice di The Defining Decade, sostengono che i 30 siano un periodo fondamentale per prendere decisioni importanti e che avere una sorta di breakdown possa aiutare a fare chiarezza.

È una fase comune e potrebbe persino portare a fare delle scelte migliori. Magari quella decisione impulsiva di cambiare lavoro o trasferirsi in una nuova città si rivelerà la scelta migliore del piano incominciato a 20 anni.

Cosa fare quindi?

Accettare il disagio, smetter di confrontarsi con gli altri, prendersi del tempo per riflettere sul proprio percorso. Non prendere decisioni affrettate.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Fabiola Graziosi
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