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Kenzo ci ha insegnato a vedere il mondo a colori

Tempo di lettura: 3 min.

La storia dell’unione tra Oriente e Occidente

Kenzo, stilista Giapponese d’avanguardia e uno dei primi a sfilare a Parigi dagli anni ’70 a e a diventare popolare in Occidente. Un rivoluzionario e visionario designer che si è spento a Parigi per complicazioni dovute a contagio da coronavirus.

Doveva rimanere a Parigi per soli sei mesi quando arrivò in Europa per la prima volta, ne rimase per cinquantasei anni. Captò la necessità di una moda ormai impolverata e ferma nei propri schemi dell’haute couture parigina, ne creò una dirompente, ironica ed esotica.

Primo couturier asiatico affascinato dalla multiculturalità europea e decise così, con la sua curiosità ed innata autenticità, di presentare la sua prima linea. Una delle cose più affascianti di Kenzo fu che non aveva accordi con le fabbriche di tessuti e tutti i suoi abiti, compresi i tessuti, erano cuciti a mano.

“Non avevo soldi, così andavo a comprare le stoffe al Marché St Pierre di Parigi,
prendevo i tessuti portati dal Giappone e li cucivo insieme”

Un’esplosione di colori e stampe che arricchivano i volumi estremi dell’estetica giapponese, il tutto accostato con grande libertà, portando Kenzo a scrivere uno dei capitoli più importanti della storia della moda contemporanea. Fu precursore dell’ondata asiatica dei designer decostruttivisti, da Yamamoto, Kawakubo, Myake, che si imposero sulla scena europea dando una rilettura del mondo occidentale e orientale.

In seguito, aprì la sua prima boutique la “Jungle Jap”, nella Galerie Vivienne, con pareti floreali dipinte da lui stesso ispirandosi al Sogno di Henri Rousseau.

Il successo definitivo arrivò grazie ad Elle che pubblicò in prima pagina uno dei suoi lavori e alla sfilata successiva nella sua boutique attirò la stampa interazionale.

“Non aveva senso che facessi anche io quello che facevano gli stilisti francesi, non sapevo neanche farlo. Così mi misi a disegnare vestiti in modo diverso, usando i tessuti dei kimono e fonti di ispirazioni diverse” raccontò nel 2019.

Kenzo era un mondo ricco d’ispirazione libera, era colore in tutte le sue sfumature. Kenzo fu il coraggio di cambiare in un’epoca ormai congelata in schemi rigidi. Kenzo fu il disegnare abiti “felici” per il corpo delle donne con gusto internazionale.

 
 
 
 
 
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TRIBUTE TO OUR FOUNDER It is with immense sadness that KENZO has learned of the passing of our founder, Kenzo Takada. For half a century, Mr. Takada has been an emblematic personality in the fashion industry – always infusing creativity and color into the world. Today, his optimism, zest for life and generosity continue to be pillars of our Maison. He will be greatly missed and always remembered. 1. Kenzo Takada at the Galerie Vivienne boutique 2. KENZO Spring-Summer 1981, Oliviero Toscani @olivierotoscanistudio 3. KENZO Spring-Summer 1984 Show, Jean Luce Huré 1983 @jeanlucephoto 4. Le Pont Neuf in Paris covered with flowers, commissioned by Kenzo Takada as a gift to Parisians in June 1994 5. Kenzo Takada at the KENZO Fall-Winter 2020 Show

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Kenzo era ben oltre la felpa con la tigre.

Sayonara Kenzo.

150 150 Jessica Marinetto
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