Come riscoprire il piacere dell’assenza: disconnettersi non è fuga, ma scelta consapevole di libertà
C’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui saltare una festa, una vacanza, una chiamata su Zoom o anche solo una storia su Instagram generava una sensazione ben precisa: l’ansia di essere tagliati fuori. Si chiamava FOMO, Fear Of Missing Out. Era una fitta sottile, uno scroll compulsivo alle 2 di notte, mentre gli altri sembravano vivere una vita più interessante della tua.
Poi, qualcosa si è rotto.
Non tutto in un colpo, ma lentamente. Come un nodo che si allenta. Oggi, un numero in crescita di giovani ha iniziato a chiamare quella sensazione con un altro nome: JOMO, Joy Of Missing Out. E no, non è un acronimo per giustificare la pigrizia. È un piccolo atto di ribellione quotidiana, una presa di coscienza: non esserci è anche una forma di libertà.
In un mondo che ci vuole sempre on, la vera rivoluzione è dire: no, grazie. No al feed infinito, no alle notifiche ininterrotte, no al bisogno costante di documentare ogni istante. Con JOMO, restare a casa una sera non è più un fallimento sociale, ma un gesto di cura. Un bagno caldo, un libro lasciato a metà da mesi, una playlist jazz in sottofondo: momenti piccoli, ma reali.
E se nel 2012 bastava un attimo di disconnessione per sentirsi fuori dal mondo, nel 2025 disattivare i social per una settimana è quasi cool. Non perché sia di moda non esserci, ma per necessità.
Molti di noi hanno sperimentato il burnout digitale. Non solo quello da lavoro, ma quello emotivo, più sottile: la stanchezza di dover sempre reagire, commentare, postare. La vita sui social è diventata un secondo lavoro: mantenere una presenza, coltivare l’algoritmo, restare rilevanti.
La Gen Z, quella che tutti volevano spiegare, ma che ora sta scrivendo le sue regole, lo ha capito. E sta iniziando a scegliere. Scegliere il silenzio, la lentezza, l’assenza come forma di presenza più profonda.
@avventureconilaria Come dicono i miei amici da quando lavoro da remoto soffro di JOMO (joy of missing out) anziché di FOMO! Alla fine per me e piu un discorso economico che altro, ed e lo stesso motivo per cui cerco di non fare le vacanze estive ad agosto, visto che non sono forzata a farle 🤪✈️ #jomo #joyofmissingout #lavorodaremoto #lavoroonline #lavoro #ferie #capodanno #cosafaiacapodanno #fomo ♬ original sound - avventure con ilaria 🇮🇹🇪🇺
JOMO Joy of missing out
Certo, JOMO non è solo un fatto individuale. È anche una posizione politica, un rifiuto del modello di iper-visibilità che premia solo chi è sempre sul pezzo. È il diritto a sparire per un po’, senza sensi di colpa. È il coraggio di dire: non mi interessa essere aggiornato su tutto, preferisco essere connesso con me stesso.
C’è chi ha tolto Instagram dal telefono. Chi ha smesso di rispondere ai messaggi subito. Chi ha iniziato a proteggere i propri momenti offline con la stessa cura con cui si protegge un segreto. Sono gesti piccoli, sì. Ma sono anche profondamente sovversivi.
JOMO è anche riscoprire un’intimità dimenticata. Con sé stessi, con gli altri, con il tempo che scorre senza essere registrato. È lo spazio per pensare senza che nessuno ti interrompa. Perdersi qualcosa, oggi, significa lasciare spazio a qualcos’altro. Meno condivisibile, ma autentico.
E in fondo, in un mondo che ci chiede sempre di esserci, non esserci è una forma di presenza radicale.