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WMN Role Models: Letizia Battaglia

“La libertà è esserci”

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Letizia Battaglia è difficile da definire, ma forse è il proprio cognome a dare l’accezione più puntuale alla sua personalità.

Già, perché la fotografa italiana più famosa al mondo di battaglie ne ha combattute e vinte parecchie, sempre con l’estrema eleganza di chi è in grado di comunicare senza urlare, di raccontare senza invadere e di catturare l’attenzione al solo sguardo.

Letizia Battaglia è la fotografa della mafia italiana, delle bambine e dai capelli rosa. È una femminista. Una che per le donne ha combattuto davvero, che da femminista ha vissuto, che da femminista ha perso e guadagnato. Una che la femminista lo era per davvero (anche se non esistevano ancora la bio di Instagram dove poterlo annunciare).

Ma mi chiedo: è una peculiarità esserlo? È una caratteristica particolare il desiderare pari diritti? Idealmente no! Ma è coraggioso e lodevole aver lottato una vita per cercare di arrivare a determinati obiettivi che la società e la cronaca dimostrano, ancora oggi ed ogni giorno, non essere stati raggiunti.

Senza troppi altri giri di parole, mi piacerebbe spiegarvi perché ognuno di noi dovrebbe sapere di un po' della vita di Letizia Battaglia, per far sì che anche la sua si impregni di coraggio e passione.

La voglia di verità

Letizia Battaglia è conosciuta come fotografa della mafia. Gli scatti più celebri, utilizzati anche come prova durante i più importanti processi, sono stati una fondamentale denuncia contro un sistema purtroppo ancora oggi ben radicato nel nostro paese.

 
 
 
 
 
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Il coraggio oltre la paura

Proprio durante il primo periodo di fotoreporter d’inchiesta, Letizia Battaglia, ha avuto modo di esporsi tramite i suoi scatti contro poteri molto più forti di lei. Per questo motivo lo stato italiano le offrì la possibilità di avere una scorta che potesse proteggerla.

Battaglia rifiutò, ammettendo seppur giovanissima di non avere paura di nulla. Ancora oggi, in una recente intervista a “la Repubblica”, ammette di non essere per nulla preoccupata rispetto ad una probabile diagnosi di tumore. Quando le viene chiesto il motivo di tale indifferenza, con una semplicità assordante risponde: “Non lo so. Forse perché io amo la vita?”

 
 
 
 
 
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La volontà di esorcizzare il trauma tramite l’arte

Molto spesso la fotografa ha raccontato di aver subito un grave trauma all’età di soli dieci anni. Proprio mentre spensierata passeggiava in bicicletta ha assistito all’immagine di un uomo adulto che si masturbava in pieno centro urbano davanti a lei.

Dopo il racconto dell’accaduto ai genitori è stata segregata in casa per anni. Nessuno le ha mai spiegato, che in quella terribile occasione, non era stata lei quella sbagliata e questo purtroppo ha instaurato in una giovanissima ragazzina un senso di colpa e di disagio che non l’hanno mai abbandonata.

Così la sua seconda fase artistica, dopo la fotografia d’inchiesta, è stata rappresentata dal mondo della ritrattistica. Letizia Battaglia ha fotografato tantissime bambine. Bambine con le occhiaie e tristi, bambine che vivevano nel loro mondo e che non riuscivano ad entrare in empatia con chiunque le circondasse e con l’ambiente circostante.

 
 
 
 
 
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Solo anni dopo, la fotografa ha capito che quella volontà e necessità di espressione fotografica, non era altro che una sua necessità personale e molto intima di ritrovare il suo essere bambina che aveva perso troppo presto.

 
 
 
 
 
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La celebrazione della vita e dell’amore

Letizia Battaglia è una vera e propria amante della vita e dell’amore. Non concepisce l’idea di vecchiaia. Secondo la fotografa infatti è solo il corpo ad invecchiare inesorabilmente, ma niente di quello che possediamo e conserviamo nella testa e nel cuore, potrà mai farlo se alimentato costantemente e alla giusta maniera.

 
 
 
 
 
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E l’amore? Beh la sua idea di amore è totalizzante. È un’idea che va oltre l’età anagrafica delle persone coinvolte, oltre la loro identità sessuale e il loro credo in tutti i sensi. L’amore è la vita e Letizia Battaglia è una che la vita la ama per davvero. L’amore è la libertà e… “la libertà è esserci”.