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WMN Role Model: Myss Keta

Una donna che conta

Di

Scrivere di Myss Keta è un pò come scrivere di quel personaggio mitico che tutti conoscono ma del quale non si sa assolutamente nulla. Si è intrigati, affascinati, incuriositi ed è proprio quello che personaggi così enigmatici come lei riescono a farti provare.

Ma dovete, ahimè, sapere che Myss Keta è una, nessuna e centomila.

Nessuno ha mai visto il suo volto che, è rigorosamente celato dietro a grandi occhiali scuri e una mascherina, ovviamente in tinta con la montatura degli occhiali stessi. Della sua vita non si sa nulla ed è, forse, anche questo il segreto del suo successo. L’anonimato ti permette di concentrarti più su ciò che c’è da dire, che su cosa si cela dietro la maschera.

 
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Il nascondersi è semplicemente una dichiarazione, è un affermare “Guarda al contenuto”. É una volontà di risvegliare le coscienze su tematiche di vita che esistono e su cui troppo spesso si fa della commerciale ironia ( non nel caso di Keta).

Lei è un giorno Myss Keta, un altro un ex amministratore delegato della Rovagnati, un altro è vincitrice del mitico Festival Bar nel ‘95, altri è semplicemente una donna che conta, eccome se conta.

Ma chi è veramente Myss Keta

In realtà Myss Keta è un progetto nato in una calda serata milanese di agosto con il collettivo del Motel Forlanini; una notte dove è nata un’artista, un personaggio ma soprattutto dove è nata la hit che ha fatto esplodere questo fenomeno, ovvero Milano, sushi e coca.

Questo accadeva nel 2013, un gruppo di una dozzina di persone che amatorialmente ha creato un pezzo e un video che oggi rappresenta una delle canzoni simbolo di Myss Keta.

Nel 2015, poi, è uscita Ragazze di Porta Venezia, l’inno ufficiale della Myss. Porta Venezia è il quartier generale della rapper, un quartiere simbolo di integrazione e oggi, come anche allora, conosciuto come il quartiere LGBTQI+ e, sempre grazie a Keta, il quartiere dalla bandiera più femminista di tutti.

Dal 2015 è iniziata la vera scalata nel mondo della musica. Nel 2018 esce l’album “Una vita in capslock”, ovvero una vita in maiuscolo. Si, perché è quello che fa, che vive Myss Keta, una vita tutta maiuscola, in grande. Il capslock rappresenta la volontà di affermazione di una donna che conta, indipendente, che vive grazie alle proprie esperienze e grazie ai propri soldi, senza l’aiuto di nessuno. L’unico aiuto concesso è quello delle sue ragazze di Porta Venezia.

Attenzione, tutto questo non è solamente cantato attraverso una canzone. Il femminismo, l’affermazione femminile, il così detto girl power, è pura realtà. É qualcosa di tangibile, di visibile. Non è solamente apparenza e Myss Keta, è oggi in Italia, una delle poche persone del mondo della musica e dello spettacolo in generale, che ha il diritto di potersi chiamare tale.

Non ha paura dei giudizi e se anche ne avesse non lo fa trapelare, non ha paura di autoaffermarsi all’interno della società, al contrario, attraverso le sue canzoni, spinge affinché la persone si autoaffermino nella società contemporanea.

Dietro questo personaggio, a questo progetto, c’è ironia, intelligenza, un pizzico di furbizia, verità, libertà e anche un pò di sano trash tutto italiano.

E la prova di ciò si ritrova proprio nel pubblico che, dallo scorso anno, canta e ascolta le sue canzoni, testi che raccontano la nuda e cruda verità della vita milanese ma anche della vita italiana. Viene fatta una disamina di ciò che realmente accade nell’Italia da bere, fatta di droga, sesso, moda e vite al limite.

Un’Italia composta, anche, di personaggi, di amici, di conoscenze e amori.

Nella sua hit Una donna che conta, viene al 100% rappresentata l’Italia degli anni 90’ e 00’, Ci sono grandi stilisti come Miuccia Prada, Donatella Versace, per Keta simbolo religioso e divulgatrice del sacro verbo della moda, c’è Stefano Gabbana con un amico, Domenico, troppo invadente, ci sono Belen e Lele Mora, simbolo del successo della televisione italiana degli anni 00’ e una serie di nomi di papabili ex fidanzati di Keta, dai nomi alquanto famosi.

Non solo Donatella Versace è religione, diffonderne il verbo una missione, ma, in un certo senso, anche i testi di Myss Keta potrebbero avere questa valenza.

Ogni canzone è in grado di dire, finalmente, la verità, su molti aspetti della nostra vita contemporanea. Milano, dove gran parte delle sue canzoni vengono ambientate, è, in realtà, il palcoscenico dell’Italia stessa. L’obbiettivo di Myss Keta è proprio quello di divulgarne il verbo; di raccontare in modo ironico, ma vero, in modo nudo e crudo la società dei piani alti e non solo.

Centrale è la figura della donna, della femmina, che non chiede e si sente libera di non farlo. In modo naturale, quasi non ci si accorge, Keta si batte per l’indipendenza della donna e della sua affermazione nella società.

Myss Keta è portatrice sana del credere in se stessi “no matter what”.

 
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La sua musica è davvero per tutti: le ragazze e anche i ragazzi che ascoltano le sue canzoni è come se immediatamente riuscissero a buttare letteralmente fuori quella parte che si tiene un pò nascosta. Myss Keta è un pò come quei buoni bicchieri di vino che ti insegnano la libertà fisica e mentale. É quell’artista che ti permette di poter parlare liberamente, senza temere del giudizio altrui.

Sai che è un personaggio ma quando la vedi e la ascolti, te ne dimentichi completamente. Ha una capacità di persuasione livello guerriera saylor, per citare il remix di “Ragazze di Porta Venezia” in “Paprika” suo ultimo disco. Tutto ciò che fa e dice è super ingigantito, perché la volontà è proprio quella di essere fuori dagli schemi, fuori dai limiti che ognuno di noi si impone. Pur avendo il volto nascosto, lei non si nasconde. Non nasconde il suo modo di essere, non nasconde le sue curve, anzi le valorizza con completi in lattex trash o super barocchi. Non nasconde il suo essere milanese, tutte le vocali e le parole possibili ed immaginabili sono aperte anzi apertissime.

 
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Proprio come dovrebbe essere la mente di chi l’ascolta.

Non sappiamo chi sia, non conosciamo la sua vera vita, ma conosciamo la sua vita nella musica. O almeno, crediamo di conoscerla. Con Myss Keta non si può mai essere sicuri al 100% che ciò che ci dice sia vero o falso. Ciò che sappiamo è che si tratta sicuramente di una donna che conta e che mette sempre un pò di paprika nella sua vita.

   

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