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Vestirsi o non vestirsi, questo è il dilemma

Un esperimento che vi farà sentire bene con voi stessi in quarantena

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"Vestirsi o non vestirsi", forse in questo periodo è una delle domande più frequenti che ci poniamo. Durante la quarantena molte persone hanno dovuto continuare a vestirsi per lavoro, lezioni online o altri impegni. Per tutti coloro, me compresa, che invece hanno deciso di affrontare la situazione rimanendo comodamente in pigiama o in tenuta da casa la domanda "vestirsi o non vestirsi" può essere a tutti gli effetti un dilemma.

“Perché vestirsi quando si deve rimanere a casa?”, “Perché “perdere del tempo” a sistemarsi quando nessuno ci può vedere?”, “Perché scegliere un outfit quando tutto ciò che possiamo fare è vedere l’ennesimo film o un’altra serie di Netflix?”.

Spesso pensiamo che vestirsi e sentirsi bene sia collegato a ciò che le persone pensano di noi, farci belle e indossare dei bei vestiti ci fa credere di poter piacere di più agli altri. Purtroppo tutto ciò è relativamente vero, viviamo in un mondo in cui l’aspetto esteriore ha guadagnato un posto rilevante nelle nostre vita. Sui social network siamo costantemente colpiti da immagini di donne che ai nostri occhi risultato perfette, sopratutto esteriormente. Per nostra fortuna esiste ancora una percentuale di persone che riesce veramente a comprendere il vero senso del sentirsi bene con sé stessi.

L’Accademia di Costume e Moda di Roma, insieme alla docente Francesca Ieracitano, hanno lavorato a un esperimento per rispondere a queste domande. Il test non è altro che un semplice diario personale dalla durata di una settimana. In questa settimana chiunque sceglierà di partecipare all’esperimento dovrà scegliere ogni giorno un attività diversa e vestirsi per svolgerla.

Forse per la prima volta, mi sono liberata della tuta e vestita come si deve. Ogni giorno un attività diversa e ogni giorno un po’ di positività in più. Sembrerà banale ma potermi vestire anche solo per fare un aperitivo con le amiche su Houseparty o prendere un pò di sole in terrazzo mi ha cambiato decisamente il modo di vedere le cose.

La monotonia ormai mi stava travolgendo, tutti i giorni sempre la stessa routine. Sveglia presto, doccia, tuta e via ad un’altra giornata come tutte le altre, finché non ho deciso di iniziare il mio diario personale.

Ad essere sincera, quando la professoressa ci ha proposto l’esperimento ero decisamente titubante. Non riuscivo a comprendere come un semplice cambio d’abbigliamento potesse migliorare la situazione attuale quando tutto ciò che avrei voluto in quel momento era poter uscire e vedere le persone care.

Per i primi giorni lo scetticismo persisteva ma la serenità e un pizzico di positività si iniziavano a far sentire. Col passare dei giorni la mia quotidianità ha assunto un sapore del tutto nuovo, la nostalgia rimaneva comunque, la mancanza delle persone a cui tengo si faceva sentire, ma vestirmi bene come se potessi uscire ha fatto si che in qualche modo tutto potesse quasi tornare alla normalità. Vedermi diversa, anzi vedermi come ero prima che tutto questo iniziasse, mi ha restituito in qualche modo una parte di me che in questo periodo di quarantena avevo perso o forse dimenticato.

Alla domanda vestirsi o non vestirsi e a tutte le altre domande che anche io come altri mi ponevo senza darmi alcuna risposta posso ora replicare affermando che faccio ufficialmente parte di quella percentuale che si veste per se stessa e non per gli altri, che si veste per sentirsi bene dentro e fuori, ma soprattutto di quella parte che ora può vedere le cose in maniera diversa.

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