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Siamo (ancora) una rete

La realtà dei social ai tempi della quarantena

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A cosa crediamo? Sono ferma ad osservare questo quesito e mi chiedo davvero in cosa si possa credere, almeno ora come ora. Una domanda, forse, scomoda ma necessaria, soprattutto in un momento difficile come questo.

Non possiamo vederci, se non attraverso uno schermo. Le nostre relazioni fisiche, interpersonali sono mediate da una videocamera e da un telefono. Non possiamo toccarci. Le persone “reali” sono "diventate" rare.

E no, questo non è l’inizio di un racconto fantascientifico, ma è, ad oggi, la nostra realtà.  Una realtà nuova, ma vera, anzi verissima e paradossale. 

 
 
 
 
 
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Ho fatto del mio meglio 🍒

Un post condiviso da Elisa (@elisachemi) in data:

Abbiamo la possibilità e il tempo di riflettere, e in questi giorni, mi sono fatta tante domande e data tante risposte. Vi spiego meglio.

Ho iniziato a fare diverse riflessioni quando ho letto (e ve lo consiglio) il numero di marzo di Vogue Italia, interamente dedicato alla questione realtà vs finzione e come ad oggi, ci sia una labile differenza tra ciò che riteniamo reale e ciò che riteniamo falso o non vero.

Il magazine diretto da Emanuele Farneti, ha deciso di trattare la tematica della finzione, partendo dall’utilizzo di filtri, algoritmi, app, che quasi tutti noi utilizziamo per modificare il nostro volto o la nostra voce. Insomma per modificare la nostra naturale bellezza, ma anche la nostra realtà.

Sostanzialmente abbiamo la possibilità, per circa 15 secondi o per la durata di un post, di poter essere qualcos’altro diverso da noi.

E allora ho pensato che mai come adesso, soprattutto sui social, abbiamo bisogno solo della verità.

Per questo motivo, in questi giorni di quarantena forzata, guardando i social, specialmente Instagram, ho capito quanto questa dualità realtà-finzione sia più che mai importante.

 
 
 
 
 
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First goal of this Friday: meditation and workout done! 💜

Un post condiviso da Licia Florio (@liciaflorio) in data:

Seguendo diversi personaggi del web, mi sono davvero resa conto di chi è riuscito a creare una fan base reale e di come quest’ultima riesca a percepire il personaggio stesso come vicino. La perfezione delle foto filtrate, ritoccate, scompare per lasciare spazio all’imperfezione, o meglio, alla naturalezza e alla spontaneità.

Mai come in questo momento i social, unici strumenti che effettivamente ci permettono di rimanere in contatto con le vite degli altri, sono utili per raccontare la vita reale, per quello che è.

Allora mi sono domandata se "al mondo della perfezione", delle foto editoriali, della comunicazione perfetta ed istituzionale di molti profili, non servisse uno stop.

 
 
 
 
 
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L’outfit del pittore improvvisato 🎨 #quarantine #lockdown

Un post condiviso da MartaMatilde F. (@martilde.f) in data:

Forse tutti noi avevamo bisogno di ritornare alla realtà, di percepire le persone che seguiamo come vere e immedesimarci in loro. Di vivere con più lentezza ed attenzione.

Non pensiamo più ai feed patinati, ai loro colori, ma ci stiamo concentrando su ciò che sono realmente e su quello che hanno da dire. Comunicare in modo sincero, infatti, permette alle persone di unirsi e di fare veramente rete.

Ci siamo resi conto di quanto l’essere naturali e normali stia diventando il nostro tratto distintivo.

Naturali nel modo di essere, naturali nelle debolezze, naturali nel comunicare e non naturali perché tutti lo sono e allora devo esserlo anche io. Questo non è reale ma ancora una volta, finzione e finta empatia.

 
 
 
 
 
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🤍 all day long 🤍

Un post condiviso da Antonella Di Santi (@glitterpeony) in data:

I social sono in questo momento lo specchio della nostra realtà, diversa da quella di tre settimane fa. É una realtà lenta, quotidiana, a tratti debole ma vera e da cui non è possibile scappare. Avevamo bisogno di ritornare a credere di essere tutte persone normalissime, con vite normalissime.

I social sono ritornati, a loro volta, ad essere lo strumento per cui erano nati, ovvero fare rete, essere uniti anche se lontani.

Nel mondo digitale, Instagram, Facebook, Twitter, Tik Tok, e chi più ne ha più ne metta, sono la bandiera di questo momento, quel filo che ci collega tutti, che ci fa essere tutti sulla stessa barca.

Sono il nostro passatempo, sono il luogo dove poter avere compagnia e non sentirci soli. Sono il posto dell’approfondimento, della conoscenza, del ritrovamento di vecchie foto o degli amici dell’asilo, dei meme, dei video dei gattini, dei “Buongiornissimo   Kaffèèèèèè” che, forse, alla fine non erano poi così male.

Sono il luogo della nostra attuale realtà.

Non potevamo essere perfetti o fintamente vicini a lungo, ma forse perfetto e lontano nessuno lo è stato mai veramente.

Ora lo abbiamo capito e non è troppo tardi.