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NOSTALGIA BOX: il diario segreto

Ha ancora senso avere un diario segreto nel 2020?

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Una serie che potrebbe farvi dubitare alla prima puntata, ma giunti al termine della seconda non avrete scelta e vorrete solo andare avanti. Perché?

Perché Anne, nella storia ispirata al romanzo scritto da Lucy Maud Montgomery, con il suo buon umore (a volte eccessivo) e una lettura del mondo da inguaribile sognatrice si libera di ogni preconcetto e combatte quotidianamente per vedere realizzati i suoi obiettivi, senza nascondere le proprie fragilità.

 
 
 
 
 
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Tragical romance and all... 💖 The final season of #AnneWithAnE is now streaming on @netflix

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Il suo principale alleato? La scrittura. Lettere e meravigliosi diari personal,  impreziositi da fiori, colori e tutto ciò che la natura, amica di Anne, le offre.

Il diario segreto

Così mi sono trovata a sognare di avere nuovamente un diario segreto e, subito dopo, a chiedermi che senso potesse avere nel 2020.

E invece un senso lo ha e, forse, oltre ad avere un senso potrebbe essere una vera e propria necessità. Quante volte la testa è affollata di idee e caos? E come facciamo ad ordinare i pensieri?

Personalmente ho forte propensione verso la scrittura cartacea, perché al di là del fascino dato dal mix del profumo ineguagliabile dei fogli con l’inchiostro che creare forme, per quanto ormai esistano supporti e devices che sostituiscono un foglio di carta, una penna, un’agenda o un diario, attraverso la scrittura su carta riesco a visualizzare con chiarezza tutto ciò che ho in testa.

Ma non è una scoperta che la scrittura rappresenti una risorsa per sé stessi, perché non ha bisogno di grandi regole e ci permette di stimolare il pensiero. Il diario poi è un modo per tenere traccia delle emozioni ma anche delle esperienze che si portano avanti quotidianamente, di settimana in settimana.

I diari segreti più famosi

In generale la scrittura rappresenta una delle modalità migliori per esprimere sé stessi, ma anche per liberarsi. Segni, simboli, icone possono convivere e si tratta di un assunto ormai consolidato (grazie Peirce!).

E se dovesse capitarvi di sentire un blocco quando provate a buttare giù i vostri pensieri e a metterli in forma, un piccolo suggerimento è ricordare che anche grandi pensatori, scienziati e luminari per contenere e fermare da qualche parte tutta la materia prodotta dai loro cervelli hanno tenuto diari e taccuini quotidiani.

Tre diari che potreste non conoscere:

  • Tennessee Williams. Lo scrittore e drammaturgo di “A streetcar named Desire” (1947) e di “Cat on a hot tin roof” (1955) annotava sul suo diario i pensieri più privati, le ossessioni e le inquietudini che inevitabilmente andavano ad influenzare anche le sue produzioni. Il diario rappresentava una forma di continuità tra il suo io passato e quello presente. Solo negli anni Duemila questi pensieri sono stati pubblicati a cura di Margaret Bradham Thornton, sotto il nome di Notebooks.
  • Bob Dylan. Bob Dylan & The Band realizzarono un tour di concerti che durò due mesi all'inizio del 1974. Durante questa esperienza Bob Dylan segnò realtà e immaginario all’interno del suo diario, tra poesia e narrazione.
  • Doris Lessing. Scrittrice britannica, Premio Nobel per la Letteratura nel 2007 e narratrice di donne libere. In Under my Skin la Lessing scrive un racconto autobiografico della sua vita, dalla nascita fino agli avvenimenti cruciali che l’hanno aiutata a comprendere meglio sé stessa ed il suo stile letterario.

Terribile nostalgia del diario segreto

Alla fine avere un proprio diario segreto non è solo sinonimo di infanzia e sogni troppo grandi. Annotare i propri pensieri, tenere traccia di quello che ci accade ogni giorno può essere un ottimo viaggio introspettivo che consente di mantenere un ritmo per gestire i cambiamenti della propria vita. O semplicemente un diario può aiutarci a ricordare che a volte siamo grandiosi e troppo spesso tendiamo a dimenticare che la nostra quotidianità non è fatta solo weaknesses. Siamo pieni di punti di forza!

Un diario rappresenta anche un momento estremamente personale, una sorta di reminder, di alert che dovrebbe spingerci nel corso di ogni giornata a trovare un attimo per pensare a noi stessi. Per osservarsi ed essere grati di quello che si è e di come si è arrivati fin lì, non serve molto, possono bastare 5 minuti al giorno.

 
 
 
 
 
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Un'amaca letteraria come contributo per la mia fantastica agenzia @amacaillustration . . . . . #amaca #illustration #book #reading #forest #relax #jungle #conceptual #nature

Un post condiviso da Andrea De Santis Illustrator (@andreadesantisillustrator) in data:

Il Five Minute Journal, è stato ideato da Alex Ikonn e UJ Ramdas. In fin dei conti bastano circa cinque minuti ogni giorno per registrare pensieri e comportamenti legati alla nostra vita, alla ricerca di una versione migliore, ovvero di ciò che desideriamo senza paure o preconcetti, accogliendo le nostre fragilità e valorizzando le esperienze positive.

Un diario segreto è un bellissimo modo per continuare a sognare e tenere viva anche la parte più infantile e pura dentro ognuno di noi.