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Lorenzo Bises racconta Milano

L’autore di “Milano Mon Amour” ci porta con sé dentro i segreti, le bellezze e i fraintendimenti con la città

Di

Lorenzo Bises, in arte su Instagram semplicemente Lorenzo Bises, mi ha spiegato in maniera molto semplice la città che cattura chiunque ci metta piede.

 

Ciao Lorenzo, racconta ai lettori di Acrimònia chi sei.

Sono Lorenzo, metà romano e metà milanese. Mi sono trasferito a Milano all’età di 8 anni… non parlo romano.

Fino a qualche tempo fa lavoravo nel mondo PR, poi nel 2020 ho deciso di sfruttare al meglio i miei canali social avendo già una community attiva.

E poi? 

E poi ho cominciato a organizzare il tempo delle mie nuove giornate. Chiaramente i tour per la città poi definiti “militari” per me erano già all’ordine del giorno.

Ho fatto quello che mi viene spontaneo: pedalare come un pazzo in giro per Milano. 

 
 
 
 
 
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Parliamo del libro, anche quello è arrivato spontaneamente? 

Ho sempre sognato di scrivere un libro, ho sempre scritto. Non era nei miei piani al momento, ma Vallardi Editore mi ha contattato e… come dire di no?

Com’è stato scriverlo? 

Stupendo. Ho costruito il libro esattamente come volevo, non ci sono stati divieti o forzature.

È stata la mia prima esperienza e per questo ho impostato le mie giornate con un ritmo ben preciso, così da avere un’organizzazione che non mi facesse perdere tempo. Sono riuscito fortunatamente ad incastrare tutto.

 
 
 
 
 
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Sei tornato su tutti i luoghi prima di scrivere i tour?

Assolutamente sì, per necessità e per piacere.

La difficoltà che ho riscontrato è stata in relazione ai musei, eravamo in pandemia e non tutti erano aperti o aggiornati. Con il tempo ho fatto volentieri dei rewatch delle esposizioni. 

Raccontami qual è realmente il tuo legame con Milano.

Sono molto legato a questa città, tra me e lei era destino. Sai cosa ho detto da piccolo a mia zia davanti al Duomo? “La Madonnina è la mia vita!”. Non so come mi sia uscita questa frase ma è abbastanza emblematica.

 
 
 
 
 
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Che ricordi hai della città? 

Tantissimi: il barbiere, la Rotonda della Besana, le luci di Natale di Corso XXII Marzo, il rumore del tram, il negozio di giocattoli dove prendevo le macchine, la vista Duomo dalla finestra dei miei nonni. Pezzi di vita che porto nel mio cuore e nella mia testa. 

 
 
 
 
 
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A Milano ti etichettano in base al quartiere in cui vivi? 

Purtroppo molto spesso sì. È una dinamica che dal mio punto di vista non ha il minimo senso. Ognuno ha il diritto di trovare la propria dimensione in base alla propria personalità. 

 
 
 
 
 
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Ok, allora facciamo un gioco: che quartiere consiglieresti ad una “persona normale”?

Casoretto: adatto a tutti, raccolto e a misura d’uomo.

Ad un businessman? 

Banale ma Gae Aulenti: call e cravatte tutto il giorno!

Dove mettiamo gli artistoidi?

Sicuramente Ortica. Piccolo spoiler: schifano le mode ma ci sguazzano. 

I boomer?

La rocca di sicurezza di Brera: “Milano è solo dentro la cerchia del Naviglio!”.

E i vegani?

Porta Venezia: locali in trend, vegani in trend.

Beh nonostante questo, però, a Milano ti senti subito accolto anche da fuori sede…

È vero. Milano potrebbe ideologicamente apparire una grande, fredda e dispersiva città. In realtà di fa molto la vita di quartiere. Ogni quartiere ha praticamente tutti i servizi utili, per cui è molto semplice costruire una rete di punti di riferimento. 

Milano è una città aperta?

A me dispiace quanto viene definita la città del marketing. La narrazione che negli anni si è fatta racconta purtroppo questo. È sicuramente una città cara e quindi magari meno accessibile lato economico, ma c’è molto da poter fare anche a costo zero. 

Molte delle attività che consiglio all’interno del libro sono gratuite.

 
 
 
 
 
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Una curiosità sulla città di Milano?

Amo le principesse e le signore aristocratiche. Tu sapevi che alla Pinacoteca Ambrosiana viene custodita una ciocca dei capelli biondi di Lucrezia Borgia?

Ma dimmi la verità, nel libro hai raccontato proprio tutto quello che sai della città o hai custodito qualcosa per te? 

Mmm… direi di essere stato abbastanza generoso. Ho avuto questo impulso all’inizio, ma poi ho pensato che tutti i luoghi che amo meritano di avere la fila davanti alla porta. Ho sviscerato tutto quello che vivo.

 
 
 
 
 
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Acrimònia, letteralmente: acredine, asprezza. Che tour di Milano ci consiglieresti?

Questa è complessa. Però credo quello del Liberty, ha spaccato un’epoca, specialmente a Milano.

 
 
 
 
 
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“Milano Mon Amour” è il libro di Lorenzo, ormai mio amico che aspetto per un semplice cappuccino in una di queste mattine al bar.

Se sei amante di Milano, se sei affascinato da Milano, se vuoi trasferirti a Milano leggilo. Se non vuoi trasferirti a Milano leggilo e preparati a scegliere il tuo quartiere milanese preferito in cui abitare.