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Lo striscione di Verona e l’ipocrisia italiana

Delirio di onnipresenza, cialtronesca cafoneria, totale assenza della misura

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Per favore non parliamo di satira. Come si può definire tale l’accoglienza che Alfonso Signorini ha riservato ad Ilary Blasi, ospite del “Grande Fratello Vip”: “Ilary, leggo che sei separata in casa e che stai divorziando. se vuoi ti posso presentare Alex Belli”? Per poi aggiungere, con egocentrica simpatia (!): "Forse comincio a trombare sono sei mesi che non si batte chiodo". Delirio di onnipresenza, cialtronesca cafoneria, totale assenza della misura.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Ilary Blasi Fanpage (@ilary_blasi_fanpage)

Per favore non parliamo di libertà di satira di fronte allo striscione esposto nella notte tra sabato e domenica all’esterno del Bentegodi, dove sono disegnate le coordinate per bombardare la città di Napoli. Va inquadrato per quello che è: un reato penale di istigazione a delinquere.

Ma purtroppo siamo il Paese dell’ipocrisia, dei vigliacchetti forti con i deboli e pavidi di fronte ai forti, siamo il Paese del branco rissaiolo che vuole incutere paura, che si muove compatto bullizzando e a volte stuprando; siamo il Paese che si indigna dopo e non previene mai.

Veniamo da Cicerone, siamo il Paese della retorica.

Nella delinquenza di quello striscione c’è del genio, che nulla ha a che vedere con la satira, gli sfottò, l’ignoranza, il disagio sociale e tutta la retorica che si usa narrare in casi analoghi; “c’è del genio”, si diceva, che presuppone uno schema volto alla contrapposizione violenta, non solo nell’azione ma soprattutto nel pensiero, che porta inevitabilmente alla destabilizzazione. Dietro quello striscione c’è una cultura secolare che non si può derubricare come atavico campanilismo, ma va declinata per quello che da sempre è: razzismo.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da FuToral (@futoral86)

Nel Paese culla del Cattolicesimo, dei suoi valori e della sua educazione, ci sono sacche di razzismo che si ingrossano sempre più grazie al Web e a tutti i suoi derivati; ci sono individui adulti, colti, di buon livello sociale che in Rete vanno “a strascico”, diffondendo fake ben studiate, propinando teorie e complotti atti a suggestionare la più vasta massa di giovani, poco educati e per la maggior parte disagiati. Alimentando questo tipo di razzismo gli si da una Stella Polare, con tutto quel che ne consegue.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Informativo Digital (@thefakenewss)

Nella recente storia del nostro Paese, una volta, si chiamava “strategia della tensione”;

tenendo ben presente che nella Storia è sempre stata la borghesia a dettare le regole per la rivoluzione, magari consumando un tè alle cinque della sera. Poi erano le masse a imbracciare i forconi e andare ad assaltare i forni.

La satira è altro!