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Ilona Staller è molto più che una porno diva: confessione di un’artista poliedrica e leggendaria

Cicciolina è un diamante dalle mille facce, ognuna di queste a suo modo speciale

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Ve lo devo dire, quando ho deciso di intervistare Cicciolina non sapevo bene cosa aspettarmi. 

Arrivato il giorno del confronto ci siamo chiamate al telefono e sin da subito ho scoperto un lato di Ilona Staller che davvero non mi aspettavo. Dolce, confortevole, caldo e familiare. Mi ha raccontato del suo essere per natura disinibita, amante del verde e attiva nel sociale con parole semplici.

Cicciolina per me è un’anima buona e pura. Ecco cosa mi ha raccontato:

La gran parte della gente ti conosce come Cicciolina. Chi è Cicciolina e chi è Ilona Staller?

Quando sono arrivata in Italia dall’Ungheria ero Ilona Staller, il mio nome di battesimo. Il nome Cicciolina nasce nel 1975, all’epoca partecipavo al programma radiofonico di Radio Luna “Voulez-vous coucher avec moi?” in cui si parlava anche di sessualità. Avevo l’abitudine di chiamare tutti “cicciolini e ciccioline” e così…

Per rispondere alla tua domanda Ilona Staller è la mia persona fisica, ma la mia anima è Cicciolina.

La tua è una vita degna di un film. Un’infanzia complessa, l’arrivo in Italia, una carriera nel mondo della pornografia, della musica, della politica. Qual è il filo conduttore che ti ha portato a ramificare in così tante direzioni le tue energie?

A volte vado su Wikipedia a cercarmi e quando leggo l’etichetta di attrice pornografica devo dire che mi innervosisco. Mi piace immaginare di essere come un diamante dalle mille facce. Certo, sono stata una porno diva, ma anche una cantante e un’attrice cinematografica.

Ho fatto televisione partecipando a diversi reality show in tutto il mondo e ho scritto dei libri. Lavoro anche nel mondo dell’arte, realizzo dei quadri bellissimi.

All’estero mi conoscono come un’attrice a 360 gradi e non capisco perché in Italia debba essere riconosciuta solo per la mia carriera nel mondo del porno. Secondo te è normale?

Parliamo della tua carriera nel mondo della pornografia. Come si decide di approcciare ad un mondo così controverso? Pensi che oggi ci sia meno difficoltà ad affermare di lavorare in questa industria?

Quando sono andata via dall’Ungheria non conoscevo il porno e non conoscevo nemmeno il mondo dell’erotismo. Arrivata in Italia ho lavorato per un anno a Milano come modella, poi mi sono trasferita a Roma.

Fu allora che Riccardo Schicchi mi presentò alla rivista Playman. Dopo il primo provino ho fatto tantissimi servizi fotografici per loro, stabilendo un record nella storia di quel giornale.

Al tempo Schicchi, mi fotografava ovunque e sempre nuda così man mano ho conosciuto la pornografia, l’ho trovata divertente e mi piaceva: io amo il sesso!

Non ho una buona opinione di chi si pente di aver lavorato nel porno, non c’è nulla di cui pentirsi, è un lavoro esattamente come un altro.

Devo dire fortunatamente che oggi c’è meno pregiudizio a riguardo, perché il porno è molto più diffuso e accessibile a chiunque.

Quali sono le battaglie personali che hai dovuto combattere, i pregiudizi che hai dovuto sfatare sulla tua persona per via del tuo lavoro come pornostar?

Ho avuto qualche problema intorno alla fine degli anni ’70, quando facevo spettacoli musicali in locali e teatri, il mio impresario Bibi Ballandi mi face esibire nei posti più chic d’Italia.

Avevo un pubblico vastissimo, di qualsiasi età, ma facevo difficoltà a rapportarmi con la parte femminile. Tutte le spettatrici mi vedevano come una mangia uomini e di conseguenza mi temevano.

Così presi l’abitudine di chiacchierare con loro a fine serata. Ci tenevo ad entrare in empatia con loro e a spiegargli che per me quelle esibizioni, erano puramente lavoro.

Rispetto alle tue relazioni sentimentali o al rapporto con tuo figlio, l'essere stata un’attrice porno ha mai rappresentato un limite?

Durante gli anni in cui ho lavorato nel mondo del porno non avevo relazioni sentimentali (se non consideriamo la mia convivenza con Schicchi), quindi non ho mai avuto problemi di questo genere.

Con mio figlio invece ho avuto qualche difficoltà. All’età di 8 anni è venuto a sapere del mio trascorso di porno diva tramite i suoi compagni di scuola. Non gli avevo ancora raccontato di questo perché avrei voluto attendere una sua maggiore maturità.

I genitori dei suoi amici invece hanno pensato bene di informare i loro figli e a quell’età sappiamo bene che i bambini tra di loro si raccontano tutto.

Poi c’è stata la storia del cavallo (!?) riferita al film "Cicciolina number one”, assolutamente non vera. Mio figlio mi ha rivelato di averlo guardato, per accertarsi che non fosse vero.

Oggi mio figlio, Ludwig Maximillian Koons, è un artista d'arte contemporanea molto apprezzato nel mondo.

Come sei riuscita a scindere la tua vita sessuale vera da quella lavorativa? Per i tuoi partner la tua professione è mai stata un problema?

Durante entrambi i miei matrimoni non lavoravo nel porno. All’epoca vivevo con Riccardo Schicchi e non ci siamo mai sposati: i cicciolini sarebbero stati molto gelosi!

Il mondo del porno è nettamente cambiato negli ultimi anni. Quali sono i principali cambiamenti che noti rispetto alla tua epoca?

Devo dirti la verità, non do più molta attenzione al porno per cui non saprei giudicare quello attuale.

Lo scorso anno ho ricevuto un premio da PornHub per la mia carriera e qui si conclude tutta la mia esperienza recente in merito :)

Io il porno l’ho vissuto e l’ho fatto. Ho provato di tutto e proprio per questo non ho molte curiosità.

C’è ancora tanta inibizione rispetto alla fruizione della pornografia. Potremmo dire che tutti ne fanno uso, ma in pochi lo ammetterebbero. Secondo te perché?

La nostra è una società molto bigotta. Non credo possa cambiare molto.

Negli ultimi anni si parla di porno dedicato alle donne, per esempio quello della regista Erika Lust. Che ne pensi? È corretto considerare un genere di porno con delle basi di storytelling più “sentimentali” esclusivamente dedicato alle donne?

Non conosco la regista Erika Lust onestamente, ma credo che la stimolazione della fantasia non dipenda dal genere, ma dai gusti della singola persona.

Per esempio io amo vedere scene di sesso omosessuale maschile, così come detesto vedere scene in cui al sesso si aggiunge la violenza.

Oggi chi sei, Ilona o Cicciolina?

Sono entrambe, ma amo Cicciolina!

A conclusione della chiacchierata Cicciolina mi ha chiesto di fare un appello e io non voglio sottrarmi.

Mi rivolgo al Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden (se mai dovesse capitarle l’occasione di leggerci):

Le chiedo di eliminare il nome di Ilona Staller dalla lista nera della Sua Nazione e di consentirle di poter rientrare al più presto negli USA.

 

 

Immagini: gentile concessione di Ilona Staller