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Il pigiama: il passepartout per un daywear glamour e un nightwear sofisticato

Un capo d'abbigliamento dalle origini antichissime

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La quarantena ci ha scombussolate tutte quante. Tra i viaggi cancellati, gli impegni posticipati e i progetti sospesi. Nonostante questo cambio di vita radicale, abbiamo avuto l’occasione di goderci di nuovo le nostre case e quale modo migliore se non quello di stare tutto il giorno in pigiama? Comodo, soffice ma anche versatile, il pigiama è un vero e proprio capo d’abbigliamento. Di notte ci accompagna durante i nostri sogni, di giorno ci fa rilassare davanti ad un film e da qualche anno è anche diventato una vera è propria tendenza degna di essere sfoggiata. A pranzo con le amiche e a cena con il fidanzato.

Il pigiama ha origini antichissime: il suo nome deriva dal termine hindi “pay-jame” che i persiani utilizzavano per indicare i pantaloni lunghi, larghi e morbidi utilizzati sia dalle donne che dagli uomini. Questo indumento arrivò in occidente grazie ai coloni inglesi che ne vennero a conoscenza nel 1870 in India, dove da molti anni si utilizzava come alternativa ai camicioni da notte. Dal 1920 inizia la storia del pigiama che conosciamo noi oggi: dopo la Belle Epoque e lo stereotipo impostato della donna, negli anni ’20 la figura femminile diventa più sciolta, androgina e lo fa utilizzando il pigiama da uomo come capo daywear, sofisticato e provocatorio. Dagli anni '20 agli anni '30 diventa un vero e proprio indumento per il tempo libero fino a quando nel 1933 Daisy Fellowes, editor parigina di Harper’s Baazar, indossa un pigiama di seta blu per ricevere gli ospiti dei suoi party. Da quel giorno ogni donna volle farsi ritrarre con indosso un pigiama colorato, sofisticato e prezioso.

Con il passare degli anni, però, il pigiama si avvicinava sempre di più ad un immaginario homewear, per poi essere sostituito dai baby doll e dai più comuni pigiami da notte. Nonostante ciò il suo fascino glamour non scomparì e molti designer continuarono a proporlo come un capo chic ed elegante. Negli anni ’60 Irene Galitzine inventò il noto Pigiama Palazzo, un classico indossato dalle donne più cool di quel periodo come Jacqueline Kennedy e Marella Agnelli. Questa versione fu riproposta da diverse Maison come quella di Emilio Pucci con le stampe geometriche e giocose, fino a diventare un capo dedicato solo al dormire.

Fu Marc Jacobs a riproporlo nel 2012 per la collezione FW13 di Louis Vuitton ispirata alla lingerie. Da quel giorno il pigiama si riappropriò della sua versione daywear solcando le passerelle delle più importanti maison: Dolce&Gabbana, Gucci, Stella McCartney, Céline, Givenchy e molti altri. Un brand che ha fatto del pigiama il suo segno distintivo è F.R.S. For Restless Sleepers, che con pantaloni a palazzo, kimono stretti in vita e camicioni abbottonati ne ha capovolto la visione. Francesca Ruffini, fondatrice del brand, ha reso il pigiama un indumento da togliere per andare a letto, un connubio tra materiali sofisticati e disegni poetici da indossare sia di giorno che di sera, ma non di notte.

Bisogna proprio dire che il pigiama è il miglior amico dello smartworking (e non solo durante la quarantena). La bella stagione è ormai arrivata, perciò non ci rimane che scegliere il pigiama più adatto per uscire di casa!