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Idee per vacanze economiche e alternative

Per avventurosi nuovi assunti, tirocinanti senza stipendio, studenti fuorisede e risparmiatori in generale

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Fino a poco tempo fa rientravo nella categoria di persone, veramente fortunate, che si facevano praticamente tre mesi di vacanza. A metà giugno salutavo tutti e mi trasferivo nella casa al mare della nonna, fino ai primi di settembre.

Purtroppo però sono cresciuta, e non avendo più nessuno che vuole mantenermi nel mio “dolce far niente”, ho dovuto cercarmi un lavoro. Sono riuscita da poco nell’intento ma essendo l’ultima arrivata e non sapendo fare niente, ma veramente niente, il problema delle mie vacanze su dove, come e con chi andare, è stato risolto velocemente perché quest’anno, da vera neo assunta, le ferie non mi toccano proprio.

 
 
 
 
 
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Augurandomi invece che voi, cari lettori, partiate per qualche bel viaggio, cercherò di dispensarvi alcuni consigli, su un tipo di vacanza molto richiesto tra la persone che frequento: le vacanze economiche (ma alternative!).

Se siete benestanti o semplicemente riuscite a mettere i soldi da parte durante l’anno: beh questo articolo non fa per voi. Le idee che troverete qui sono pensate infatti per i nuovi assunti, i tirocinanti senza stipendio, gli studenti fuorisede (diciamo pure per gli studenti in generale); insomma il resto di noi che deve, anche se non vorrebbe, risparmiare.

La prima vacanza che vi propongo è certamente quella meno dispendiosa e la più facile da organizzare: la cosiddetta “vacanza a scrocco a casa degli amici del sud”. È semplice da attuare: basta “auto – invitarsi” nella dimora dei vostri cari amici di fiducia, residenti in quella parte d’Italia che va dal “Tevere in giù”.

Non importa quale regione sarà la vostra meta, se la Puglia, la Calabria o la Basilicata; dovunque andrete, troverete sempre persone ospitali, pronte a riempirvi di ottimi manicaretti fino a star male; anche perché probabilmente per la nonna di turno sarete sempre “un po’ troppo magri”.

Per non parlare del mare, dei fantastici paesaggi e dell’atmosfera; tutto vi piacerà della vostra vacanza a scrocco, fidatevi.

Avvertenze: i vostri amici si potrebbero offendere nel caso in cui decidiate di offrire la cena o se non riusciste a finire quello che avete nel piatto.

Insomma, l’unico inconveniente potrebbero essere quei cinque/sei chiletti in più che sicuramente vi accompagneranno nel ritorno a casa. Durante la mia meravigliosa vacanza a scrocco in Calabria, mi sono potuta riportare anche un cesto pieno di ‘nduja e bottiglie di Amaro del Capo.

 
 
 
 
 
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La seconda idea è sicuramente per i più avventurosi e per chi, al contrario mio, si sa adattare facilmente. Ebbene sì, so che qualcuno di voi rabbrividirà, ma sto parlando del campeggio. E’ vero, è una cosa un po’ “da Scout”, ma vi assicuro che ci si diverte comunque.

Consiglio spassionato basato su esperienze personali: non andate in campeggio in posti come l’Argentario o la Riviera romagnola, altrimenti il costo della vostra vacanzetta si alzerà vertiginosamente (con quello che ho speso io facevo prima ad andare in qualche hotel di Briatore). La vacanza da umili è giusto che rimanga in posti umili.

Mi raccomando di andare con persone poco esperte, così vi prometto che dal momento in cui monterete la tenda, al momento in cui la dovrete mettere a posto, sarà tutto una gran risata. Controindicazioni: se scegliete questa opzione, vi consiglio di andare con amici stretti, ma molto stretti.

Il campeggio mette alla prova: si è sempre abbastanza sporchi, il bagno è di solito lontano e ovviamente in condivisione, e generalmente si dorme male. (Eviterei di andarci col proprio partner… la “sexual tension” si annulla completamente).

 
 
 
 
 
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Infine, ultima proposta, nonché la mia scelta per quest’anno: un cammino. Tutti sappiamo che il cammino per eccellenza è quello di Santiago, ma per chi non ha mai fatto niente del genere, forse è meglio partire da qualcosa di più semplice.

Non come ho fatto io, che sono passata dal percorso “divano – scrivania – letto” a fare 30 km al giorno in montagna. Qualche settimana fa, infatti, ho percorso il Cammino degli dei, che unisce la città dove vivo attualmente, Bologna, a quella dove sono nata, Firenze.

Sono partita con degli amici, esperti di trekking e campeggio quanto me (quindi meno di zero), e contro ogni aspettativa, sia nostra che di chi ci conosce, effettivamente ce l’abbiamo fatta. La prima sera (e le successive) siamo arrivati alla tappa che era già buio, il che non aiuta quando si devono montare tre tende, e soprattutto quando si scopre che due su tre sono rotte.

Per di più, essendo un cammino sull’Appennino, non passa mai vicino a delle città o paesini, se non al raggiungimento della tappa (a volte nemmeno lì), di conseguenza è difficile trovare supermercati o anche solo alimentari.

Ovviamente più volte ci siamo ritrovati senza acqua, solo frutta secca con formiche da mangiare, e con ancora ore di percorso davanti. Durante il cammino vieni catapultato in questa dimensione dove il telefono non funziona, internet figuriamoci e dove sei costretto a camminare tutto il giorno nel bosco incontrando pochissime persone (il che non è male).

Lo sforzo fisico è notevole e vi assicuro che permette di pensare solo a quello che stai facendo in quel momento, a continuare a camminare e raggiungere la tappa della sera. Tutti i problemi della vita quotidiana, il lavoro, l’università, la famiglia, scompaiono. Ti senti rigenerato, nonostante la fatica.

Quando siamo arrivati a Firenze eravamo morti, ginocchia e piedi non funzionavano più, ma l’emozione che ho provato quando ho iniziato a vedere la città è stata unica e indescrivibile. Una delle esperienze più belle che abbia mai fatto e che auguro a tutti di provare.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Gaia Bencini (@_cisi__)

Fatemi sapere se sceglierete qualcuna delle idee che vi ho proposto, così potrò darvi altri consigli personalmente, soprattutto su cosa non fare.