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Cosa significa diventare papà nel 2022?

“Inviteresti mai a cena una persona stimata lasciando la tua casa completamente allo sbando, in disordine, facendo sentire il tuo ospite completamente a disagio?”

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Qualche giorno fa scorrendo il calendario ho visto che mancava davvero poco alla festa del papà. Oltre al pensiero immediato dei buonissimi bignè di San Giuseppe, mi sono domandata: “Che vuol dire diventare papà? Come è possibile farlo oggi?”.

Così ho fatto due chiacchiere con Luca, che a breve si troverà proprio di fronte a questa esperienza.

Ciao Luca, se stiamo facendo questa intervista è perché stai per diventare papà. La prima domanda sarà molto semplice: come stai? 

Buongiorno a te e grazie per avermi coinvolto! Sto bene, in un momento davvero particolare della vita, elettrizzante e spaventoso (visto il contesto storico) allo stesso tempo. Ma bene!

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Riccardo Pozzoli (@riccardopozzoli)

Ammetto che la condizione genitoriale, o di quasi genitore, sia qualcosa che al momento non riesco a percepire. Me la racconti?

Ad essere onesti non sei l’unica a non percepirla. Capire di essere genitori, senza di fatto esserlo ancora, richiede una buona dose di immaginazione perché nella vita di tutti i giorni poco è cambiato. Non è immediato avere una comprensione totale di quello che sta per succederti e che, in qualche maniera, già sta succedendo. 

Aggiungiamo anche il fatto che il passaggio dall’essere “figlio” a diventare “papà” è stato decisamente rapido e non del tutto completato dato che ho 28 anni, mi sono sposato e sono andato a convivere non più tardi di 8 mesi fa. 

Tuttavia c’è stato un momento che per me ha rappresentato la chiave di svolta. Una sera mia moglie mi ha detto di appoggiare la mano sulla sua pancia, e ho sentito il bimbo spingere sul palmo della mia mano. Mi si è aperto un mondo e ho avuto una sottospecie di brivido di gioia. Ero emozionato perché ho percepito la grandezza del dono che ci è stato fatto. 

Il contatto fisico mi ha fatto capire che lì c’è un altro essere, vero e vivo, con il quale dovrò entrare in relazione. Scommetto che nell’immaginario di quasi ognuno di noi il proprio figlio è dipinto come la nostra copia migliore. Non sono da meno. Però mi rendo conto che tra qualche mese io e mia moglie avremo a che fare con un’altra persona, che avrà i suoi bisogni, le sue inclinazioni ed i suoi desideri. Quel contatto, per me, rappresenta la prima “stretta di mano” che dai quando incontri una persona per la prima volta ed inizi un percorso insieme.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da David Beckham (@davidbeckham)

Abbiamo forse appena superato una pandemia, ma quello che accade nel mondo continua a non essere propriamente sereno. Com’è vivere questa esperienza oggi? Quanto incide tutto questo?

Tocchi un buon punto. Il mio pensiero più ricorrente è “ma che razza di mondo stiamo dando in eredità?!”. Inviteresti mai a cena una persona stimata lasciando la tua casa completamente allo sbando, in disordine, facendo sentire il tuo ospite completamente a disagio? Non credo. Però mi sento così al pensiero di dover aprire la porta di questo mondo a mio figlio.

Quindi la domanda successiva che mi pongo è “cosa posso fare io perché lui possa apprezzare questa vita, nonostante gli eventi che caratterizzano questo tempo?”. La verità è che su questi grandi temi non posso fare molto: non posso agitare la bacchetta magica e far finire tutto; non posso nascondere certi eventi dolorosi. Ad essere sinceri, non vorrei nemmeno farlo. 

Questo perché, è vero che la guerra, la malattia e tutto quello che ne scaturisce (penso anche alle divisioni sociali che questa pandemia ha portato con sé) sono cose assolutamente terrificanti, ma hanno la forza di saperci chiamare alla responsabilità di prendere una posizione nel mondo. E credo che in fondo un genitore debba fare questo: dare gli strumenti al proprio figlio perché possa trovare la sua posizione in questo mondo, comprendendo, accettando ed affrontando le responsabilità che ne derivano. 

C’è però un altro aspetto che mi preme: finora nella mia vita ho avuto la fortuna di poter viaggiare senza grandi limiti, di incontrare persone con culture diverse, conoscere vari punti di vista. Inutile dire che ogni incontro ed esperienza mi ha arricchito. Sento dunque la responsabilità di dover darmi da fare per dare a chi verrà la stessa possibilità di esplorare senza muri tra le nazioni dovuti ad un odio che oggi sembra davvero anacronistico e dettato da una stretta cerchia di persone.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Francesco Facchinetti (@frafacchinetti)

Secondo te, la nostra generazione ha il costruire una famiglia nelle proprie priorità? 

Domandona! Non mi piace fare di tutta l’erba un fascio e credo che ogni caso debba essere analizzato in maniera separata. Se devo fare una media “spannometrica”, ti direi che “costruire una famiglia” sia nelle lista dei desideri dei miei coetanei, ma credo che non sia sempre al primo posto. Ci sono tanti fattori che incidono. Non mi sento di giudicare. Sicuramente il mondo offre tanto alle nostre generazioni, basti pensare alle opportunità di carriera, al divertimento, ai viaggi. 

Tutte cose che in tempi meno recenti erano più difficili da ottenere. Questo non può non incidere sulla nostra lista delle priorità. Io stesso dicevo a me stesso che avrei voluto tanto fare quel viaggio in Giappone prima di avere un figlio… ma eccomi qua! Sono contento. Ora che ho fatto una scelta, non sento di aver fatto alcuna rinuncia.

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Tiziano Ferro (@tizianoferro)

Andando indietro, come e quando hai capito che volevi e che potevi fare questo passo?

Quando mi sono sposato. Il matrimonio ha rappresentato per me un passo enorme. Sono credente e quindi per me dire “sì” ad una persona per tutta la vita aveva il suo bel peso specifico. 

Torniamo al tema di cui parlavamo prima: quale è la mia posizione nel mondo? Volevo questa posizione perché amo la ragazza che è diventata mia moglie, non un’altra. Compreso questo aspetto, il resto è pura natura e non spaventa. Mai l’avrei detto ma, a differenza del matrimonio, la notizia che mia moglie fosse incinta non mi ha mai preoccupato perché sapevo di non essere da solo. È il legame con mia moglie che mi ha dato sicurezza in questo. 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da FEDEZ (@fedez)

Raccontami qualcosa che non immagineremmo mai in merito all’esperienza di diventare papà.

Un figlio è un’esperienza che puoi vivere in due maniere: tenerti la gioia tutta per te o condividerla con chi ti sta attorno. Io e mia moglie ci siamo sempre ripetuti che questo bambino non dovrà essere custodito gelosamente, ma che dovrà essere “condiviso”. E così stiamo già facendo. 

E’ allucinante la gioia che le persone che ci circondando sanno trasmetterci quando le poniamo di fronte a questo evento. Ho visto mio zio qualche giorno fa, non ricordo di averlo mai visto piangere, nemmeno quando sono mancati i miei nonni. Ma quando gli ho detto del bambino, giuro di aver visto un bagliore nei suoi occhi. 

Non erano lacrime, ma un occhio lucido di un uomo emozionato. E questo ti riempie il cuore. Potrei fare mille esempi. La cosa più bella della gravidanza è stata poterla condividere con chi ci sta attorno. La gioia che potrebbe essere solo nostra, se condivisa, sa rendere molto molto di più. Capisci quanto è potente?

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Alessandro Cattelan (@alecattelan)

Cosa ti auguri per il futuro e cosa auguri a tuo/a figlio/a?

Io auguro a me e a mia moglie di essere capaci di tramandare a nostro figlio dei valori. Auguro a mio figlio di saper costruire la sua strada avendo quei valori come guida. 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da FABIOLA GRAZIOSI (@fabiolagraziosi)

Oggi è il 19 Marzo, la festa del papà. Auguri a Luca, a tutti i papà del mondo e ovviamente al mio.