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Cosa ci ha insegnato Elodie con il monologo di Sanremo

Quando le debolezze diventano punti di forza? No, quando essere all’altezza è solo un punto di vista

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Sono Elodie e per parlare davanti a voi ho dovuto abbattere un muro: parlare in pubblico non mi ha mai messo a mio agio. Ma tutte le volte che sono riuscita ad abbattere un muro sono successe cose belle nella mia vita”.
 

Inizia così il monologo della cantante che ieri sera ha stregato l'Ariston, un discorso toccante perché realistico e condivisibile. Non abbiamo assistito all’ormai ovvietà dei soliti discorsi motivazionali ricchi di facili consigli del tipo “credi in te stessa” o “non avere paura” ma alla sincerità di chi dice “ho avuto paura, ho ancora paura, spesso non credo di essere all’altezza eppure va bene così, perché sono qui e provo ad abbattere i miei muri”.

Credere in se stessi è importante per carità, ma spesso l’autocritica, l’insicurezza e la paura sono motori ancora più potenti per raggiungere i propri obiettivi e migliorarsi.

Mi ricordo che alle medie una mia insegnante diceva spesso: “Incredibile come chi studia abbia così tanta ansia nell’affrontare verifiche ed interrogazioni, mettendo costantemente in dubbio le proprie capacità o la propria conoscenza e chi invece sa di non essere preparato, vive sereno affrontando le prove con più spavalderia”.

Non era sempre così è chiaro, ma ho riscontrato come un discorso simile fosse applicabile alla vita di tutti i giorni. Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono pieni di certezze, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi” affermava Bertrand Arthur William Russell.

Può sembrare banale ma fu per me un discorso illuminante, spesso mi sono rimproverata nel corso della vita per essere emotiva, “perché non posso fregarmene come tutti loro che sembrano così sereni?” fino a quando non ho capito che la mia ansia, la mia autoironia e la mia spesso eccessiva autocritica, fossero in realtà miei grandi punti di forza.

Ho inoltre scoperto crescendo, che nell’eccessiva spavalderia, nello sfrontato coraggio e nell’ostentata sicurezza, risiedano molte spesso ancora più insicurezze. Siamo tutti insicuri, a livelli differenti, in contesti diversi, che lo si mostri di più o di meno ed è umano e meravigliosamente essenziale.

Elodie racconta della sua vita da ragazza cresciuta a Roma in un contesto di borgata, una realtà “onesta ma crudele”, vissuta da molte persone autentiche ma anche molto arrabbiate, non solo per le evidenti privazioni materiali ma per quelle più astratte, come la forza di pretendere e sognare.

Fortunato l’incontro con il pianista jazz Mauro Tre che, con grande riconoscenza, ha invitato accanto a lei sul palco di Sanremo.

Con le sue parole, Elodie va a contrastare un altro luogo comune spesso propinatoci “devi sempre credere tu in te stessa”, alludendo al fatto che nessun altro possa credere in te.

La cantante esprime, al contrario, la sua gratitudine al musicista che ha dato lei una possibilità, laddove neppure lei se la sarebbe concessa.

Paradossalmente se nella fiducia infusa dagli altri risiede parecchia forza, il pregiudizio più potente non arriva da fuori ma è quello che nutriamo nei confronti di noi stessi.

È giusto conoscere i propri limiti, come è normale avere ansie, paure ed insicurezze, essenziale però è imparare ad incanalarle, spingerle nella giusta direzione.

“Quello che mi hanno insegnato la vita e la musica è che non bisogna sentirsi sempre all’altezza della situazione, l’importante è fare, avere il coraggio di fare delle cose e poi si aggiusta in corsa”“Probabilmente non sono all’altezza di questo palco, dell’orchestra e di tutta questa attenzione, ma essere all’altezza non è un mio problema, è un punto di vista, non un problema”.

 
 
 
 
 
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