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Caterina Grieco aka Catheclisma: la rivoluzione sostenibile tra Bergamo, Milano e Parigi

Abbiamo incontrato la giovane designer dietro il profilo @catheclisma

Di

Caterina Grieco ha 24 anni e le idee molto chiare. La sua determinazione e il suo carattere social friendly l’hanno portata nel corso del tempo ad acquisire una community fidelizzata e affezionata. 

Proprio per questo quando ha deciso di lanciare il suo brand Catheclisma, ha sortito da subito grande successo.

 
 
 
 
 
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Ciao Cate. Prima di tutto, dove sei? 

Ciao Fabi! In questo momento mi trovo a Parigi, sono in Erasmus all’Ecole Duperrè. Che città pazzesca questa!

Bene, vive la France allora! Senti Cate cominciamo dal principio: che vuol dire Catheclisma?

Catheclisma è il perfetto riassunto della mia persona: un mix tra Caterina, il mio nome, e cataclisma, quello che sono (ironicamente eh!).

Curioso, ma perché ti ritieni un cataclisma?

Sono letteralmente piena di energie, sempre in evoluzione, mai ferma. Se dovessi illustrarmi sarei una nuvola dinamica ed elettrica.

 
 
 
 
 
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È anche il nome del tuo profilo come creator su IG.

Esatto, è sempre stato il nome del mio profilo personale, su cui poi ho cominciato a condividere la mia passione per la moda, che si stava trasformando in un lavoro. Il nome, lo stile, tutto faceva parte di me quindi ho deciso di avere un unico profilo per tutto quello che mi riguarda.

Passione per la moda e poi lavoro. Dove hai studiato per far si che diventasse tale?

Ho studiato al Politecnico di Milano, frequentando il corso di Fashion Design sia in triennale sia in magistrale. Adesso sto concludendo il mio percorso di studi in una scuola di moda a Parigi, per ampliare la mia visione e arricchirmi di nuovi stimoli.

Che differenza c’è tra studiare moda a Milano e studiare moda a Parigi? 

L’approccio è totalmente diverso. A Parigi l’ambiente scolastico è più artistico e libero, meno didascalico rispetto al metodo accademico italiano. Non sono abituata a lavorare in questo modo ma mi sto ambientando!

 
 
 
 
 
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Guardando il tuo profilo e il tuo brand non l’avrei detto. Mi sembra tu abbia un’estetica abbastanza internazionale. Mi sbagliavo?

No anzi grazie! Il mio obiettivo sarebbe proprio quello di espandermi in Europa e nei paesi scandinavi in particolare. Ma… devo ancora finire l’università!

Certo è un bell’impegno. Vedo dai tuoi social che hai molto supporto da amici e parenti nel portare avanti il brand Catheclisma. Mi racconti qualcosa? 

Prima di tutto ho una super mamma e una famiglia che mi supporta davvero molto. L’approccio è molto familiare e contenuto, ma pian piano il team si sta allargando. All’inizio disegnavo e cucivo in autonomia tutto, ora ho un laboratorio sartoriale che mi supporta.

Qual è stato il primo capo Catheclisma? 

Camille è stato il mio primo abito. Eravamo in pandemia e io non potevo far altro, come tutti del resto, che fermarmi. Tuttavia non l’ho fatto del tutto e ho sfruttato il mio tempo libero per progettare un vestito semplice, con una taglia unica per tutti.

 
 
 
 
 
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E poi? 

Poi l’ho postato sul mio profilo Instagram e da prima le mie amiche, poi la mia community hanno cominciato a chiedermi di poterlo acquistare. Poi qualche tempo dopo, nel 2021, ho aperto il mio e-commerce e da lì il brand ha cominciato a crescere.

Caterina, anzi cataclisma: ma perché scegli solo nomi francesi per i tuoi capi?

È la lingua più romantica del mondo, la adoro. Il primo abito si ispirava alla camelia, il fiore, da lì il nome Camille. Tutti gli altri li ho scelti insieme alla mia community, facendo proporre loro dei nomi nelle mie stories interattive.

Parliamo di sostenibilità: come fai ad avere una produzione che rispetti l’ambiente? 

Uso solo tessuti fondi di magazzino che altrimenti verrebbero smaltiti in altre maniere dalle aziende. Chiaramente questo comporta dei limiti: i fondi di magazzino non sono infiniti, quindi con un tessuto in particolare riesco a produrre un numero finito di capi. 

A mio avviso si riesce a rimanere sostenibili solo con piccole produzioni, la scalabilità porta inevitabilmente a dover fare delle scelte meno rispettose per il Pianeta.

Images Caterina Grieco