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Beyoncé, Rihanna & Co.: la lotta è già iniziata

Il mondo della musica black si batte ancora e ancora…

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“Freedom Freedom/I can’t move” canta Beyoncé in uno dei pezzi più potenti di Lemonade. La canzone, un toccante featuring con Kendrick Lamar, è diventata indirettamente un inno di empowerment per la fanbase afroamericana di Queen Bey. 

La libertà si oppone alla paralisi, e questo verso sembra profetico. La scioccante morte per soffocamento di George Floyd da parte di un poliziotto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e ha reso evidente la più desolante verità: gli afroamericani, seppur apparentemente liberi, sono in realtà ostaggi in una gabbia controllata da suprematisti violenti. 

Il mondo della musica black si batte da tempo immemore per dare voce alla sua vasta comunità. In primis Beyoncé, che con Lemonade non solo racconta una storia di introspezione amorosa, ma anche un inno alla variegata black community di cui fa parte. Diretta dalla super acclamata regista Melina Matsoukas, la pellicola che accompagna l’album è un viaggio nelle origini creole di Beyoncé, nel Texas della sua infanzia, nei meandri della storia. 

Nel video di Formation Beyoncé e le sue splendide ballerine rivendicano le loro origini, vestite come le ricche proprietarie terriere del Sud, e ballano al ritmo di una self-confidence irresistibile sui versi di “I like my negro nose/With Jackson 5 nostrils”. Una rivendicazione potentissima dell’amore per le loro origini. 

La performance fu ripetuta in occasione della cerimonia del Super Bowl: questa volta Bey&Co. sono però vestite come le Black Panther, tutte un ricciolo mosso e una grinta inaudita. La cantante fu multata, la sua performance giudicata sconvenientemente politica

Rihanna è un’altra super popstar in prima linea. Non solo autrice con Pharrell della pungente Lemon, pezzo di denuncia politica in cui rappa da dio, ma anche simbolo di una rivolta pacifica che avviene attraverso gesti strategici. Ha chiamato l’eyeliner della sua linea Fenty “cuz I’m black”, celebre risposta che diede a una sedicente fan che si chiedeva come mai i suoi capelli fossero così crespi. Da Run This Town, in cui ruba la scena a Jay-Z e Kanye West, coperta da un passamontagna e inquadrata in una rivolta, fino al suo show di lingerie e alla sua linea di prodotti beauty in tutte le shade di nude possibili, Rihanna non si tira mai indietro per combattere la sua battaglia

E poi Doja Cat, Nicki Minaj, Cardi B, Megan Thee Stallion, Normani… tutte queste popstar, attraverso le loro canzoni, i loro video e la loro estetica celebrano le loro origini e la loro sincerità le premia negli ascolti. Forse proprio per questo Lana Del Rey si è dovuto tristemente appigliare a loro per essere riconsiderata influente nel panorama musicale. In una lettera aperta su Instagram, si è dichiarata vittima di pregiudizio da parte dell’audience musicale, che preferisce i loro messaggi di self-confidence ai suoi di amore tossico. Scusaci Lana, ma questa è una caduta di stile. 

“Ok ladies now let’s get in formation” canta ancora Beyoncé: l’America ora si è unita, e le mandiamo anche noi il nostro sostegno contro il pregiudizio e il razzismo dilaganti