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Ave Cesare: l’intoccabile è tornato

Il nuovo album di Cremonini, in uscita a Febbraio 2022, si chiama “La ragazza del futuro” ed è una sfida contro il tempo.

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C’è qualcosa di straordinariamente delicato nel singolo che Cremonini ha lanciato il primo Dicembre. “Colibrì”, il nome da subito non mi ha entusiasmato, “perché scegliere il nome di un uccello?” mi sono chiesta, “Che contenuto più del concetto di volare si può attribuire a un colibrì?”, “Purezza, leggerezza?”. Ho aspettato 20 giorni prima di ascoltarlo. 

Ma Cesare è un artista al quale do sempre una seconda possibilità, nell’ascolto ma soprattutto nella ricerca di comprensione dei suoi testi. È uno dei pochi musicisti di cui assorbo le parole cercando di carpire la profondità dei suoi pensieri, con il rischio a volte di non trovare quello che cerco.

 
 
 
 
 
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Sarà per il legame che ho con Bologna, sarà per l’incontro che abbiamo avuto nel lontano 2003. Ricordo ancora, avevo 9 anni ed ero all’after show di un concerto di Vasco. Lo adocchio da lontano e chiedo a mia zia di portarmi da lui. Cesare mi dà un bacio sulla guancia e dice “che piacere, Giulietta”. 

È bastato un “che piacere” per non farmelo perdere mai di vista. Dei suoi vent’anni di carriera ho annusato tutto, in sordina, senza rendere plateale la mia sconfinata passione per quell’accento familiare, la banalità poetica che gli orbita intorno, l’ego smisurato, la maestria al pianoforte e l’inopinabile fascino di cui si nutre e si nutrono le sue groupies (mi ci infilo fieramente in mezzo).

 
 
 
 
 
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Tornando a “Colibrì”, l’intro ricorda una di quelle app di meditazione che ti spingono forzatamente a rilassarti sovrastandoti i pensieri (“Calm” ndr.), 24 secondi di viaggio nel nulla ed ecco che si introduce garbata la voce di Cesare. È chiaro da subito il suo obiettivo, rallentare. La volontà di non omologarsi alla nuova repubblica di artisti è uno degli aspetti che più mi affascina del cantautore. 

“Stare a Bologna è importante”, Cesare invitato al podcast “Muschio Selvaggio” di Fedez e Luis Sal difende a spada tratta la sua città, ricordandone la capacità di non far sentire sotto pressione i suoi artisti. Si rifà ai grandi Dalla, Morandi, cita Bersani e conferma il carattere osteriocentrico del capoluogo emiliano. 

Si parla poi di musica e della difficoltà che i giovani artisti hanno oggi nel competere con i big. Oggi creare musica ha un costo, significa creare contenuti, si tratta di una competizione e i costi per valere di più nella competizione sono molto alti. Chi la definisce liquida è chi non ci lavora dentro. 

Convince sostenendo di essere uno di quegli artisti che non si è mai piegato alle richieste di mercato, ma ammette che se lo ha potuto fare è stato unicamente per l’esistenza del suo storico. La gente sapeva chi era Cesare Cremonini quando Cesare Cremonini ha scelto di non omologarsi: “Siamo tutti alla ricerca di essere diversi”.

Con l’album in uscita a Febbraio 2022 “La ragazza del futuro”, Cremonini sa di voler raccontare una storia contro il tempo, una storia gentile, delicata, garbata, una storia di sensibilità. Per confermare ancora una volta di rimanere fedele a un modo di fare musica totalmente immersivo. 

 
 
 
 
 
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Il tour “Cremonini stadi 2022” con il quale tornerà a suonare live inaugura il suo primo appuntamento il 9 giugno a Lignano, Stadio Teghil. Poi Milano, Torino, Padova, Firenze, Bari, Roma e Imola. E a 7 anni dal “Più Che Logico Tour” al Palalottomatica con mio fratello, riconfermo la mia presenza. 

Ciao Cesare, ci incontriamo sotto il palco!