La meglio gioventù
A dispetto di chi crede il contrario, gli esempi virtuosi di giovani che anche nelle difficoltà riescono a fare qualcosa per la società, esistono e non sono pochi. Conosciamo due piccole, straordinarie donne.
Non ebbi una volta una giovinezza amabile, eroica, favolosa, da scrivere su fogli d’oro, – troppa fortuna! Da Mattino, Arthur Rimbaud
La giovinezza è spesso una terra di battaglia. Una terra di approssimazione. I giovani sono tutti svogliati, privi di ideali, “bamboccioni”, vogliono solo fare casino. Sembra che siano una categoria di persone a parte, oppure, prima o poi siamo tutti giovani. E spesso dimentichiamo quanto possa essere un’età difficile, di passaggio, di profondo cambiamento, di grande confusione, nel contesto italiano, profondamente ignorata.
E in questa pazza era di pandemia i giovani sono ancora più confusi, preoccupati per il futuro e immersi nel disagio causato dall’isolamento, tra le mille ombre e luci della DAD. Risulta quasi facile confezionare storie strappalacrime su questi giovani che procedono allo sbando.
Eppure, tra le mille oggettive difficoltà che hanno affrontato con un certo peso (che abbiamo sentito tutti e che è assolutamente normale e naturale sentire) ci sono tanti esempi di ragazze e ragazzi che hanno sfruttato questo periodo difficile per far sbocciare dei piccoli germogli di speranza, con azioni minute, ma che possono cambiare tanto.
Esempi che sono stati premiati dallo Stato, con gli Attestati d’onore di Alfiere della Repubblica, conferiti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a 28 giovani che nell’ambito di questo difficile anno si sono distinti per azioni coraggiose e solidali.
Conosciamo due giovani ragazze che hanno ricevuto questo prezioso riconoscimento.
Luisa Rizzo, 18 anni, residente a San Pietro in Lama (LE)
Motivazione con cui ha ricevuto l’attestato: per l’impegno e l’abilità mostrati nel pilotare i droni. Pur costretta sulla carrozzina, è riuscita a raggiungere primati di velocità e anche a realizzare filmati molto originali e apprezzati sulle bellezze della propria terra, il Salento;
Come hai vissuto l’anno di pandemia? Quali sono state le tue paure/reazioni?
Il 2020 è stato un anno difficile, ho dovuto affrontare un intervento alla colonna vertebrale in Francia e quando sono tornata a casa eravamo tutti in lockdown. Avevo un po’ paura come tutti, ma ho affrontato il periodo abbastanza serenamente. Poter continuare a praticare il mio sport, con tutte le precauzioni, mi ha dato ancora più forza.
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Hai ricevuto un attestato che premia il valore del coraggio: cosa vuol dire per te l’idea di coraggio e superare i propri limiti?
Durante tutta la mia vita ho sempre cercato di superare i miei limiti e continuo a farlo, questo mi permette di crescere e di migliorarmi. Per farlo c’è bisogno di coraggio. Il coraggio è la spinta, quel pizzico di follia, che ti fa superare le paure. Avere coraggio vuol dire anche mettersi sempre in gioco.
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La DAD, i pro e i contro: cosa ne pensi? Qual è il tuo rapporto con lo studio?
Io sto frequentando l’ultimo anno di liceo, che finora ho affrontato in DAD. Speravo di poter vivere quest’ultimo anno in presenza, insieme ai miei compagni, perché sono momenti che non torneranno più.
Ho cercato di sfruttare i vantaggi che può offrire la DAD, come la comodità di essere a casa, ma andare fisicamente a scuola è sempre meglio, anche solo per uscire di casa e cambiare ambiente.
Studiando in DAD tendo a passare quasi tutto il giorno nella stessa stanza, e col passare del tempo questo inizia a pesare. Mi è sempre piaciuto studiare, ma un periodo come questo rende anche lo studio stressante e faticoso.
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Quali sono le cose che in questo anno ti hanno dato forza e conforto?
Avere la mia famiglia accanto mi ha dato forza in un anno come questo. Il supporto delle persone a cui tengo è molto importante per me. Ho potuto anche praticare il mio sport, il drone racing, partecipando al campionato italiano, riuscendo anche a vincere. Questo mi ha dato ancora più motivazione a dare il meglio di me in qualsiasi situazione.
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Cosa diresti a chi pensa che i giovani siano tutti annoiati e svogliati? Come vedi i tuoi coetanei?
Non è vero che tutti i giovani sono annoiati e svogliati. Ci sono tanti giovani che hanno voglia di fare, hanno tanti progetti e lavorano per realizzarli.
Ci sono anche giovani che non sanno bene cosa fare e magari hanno bisogno di sperimentare, di avere stimoli. Tutti abbiamo bisogno di stimoli. Io e i miei coetanei abbiamo una grossa responsabilità: portare speranza per il futuro e cercare sempre di rendere il mondo migliore, anche per chi verrà dopo di noi.
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Universo droni: parlaci un po’ di questo sport e di come l’hai usato per catturare le bellezze del territorio. Come l’hai “vissuto” in questo anno difficile?
Il drone racing è uno sport nato da pochi anni, ancora in sviluppo. È come la Formula 1, ma con i droni! L’obiettivo è di correre su piste piene di ostacoli, ad altissima velocità e in FPV (first person view).
Volare in prima persona è come essere a bordo del drone, che diventa un’estensione del corpo. Oltre all’adrenalina e alle forti emozioni che si provano andando così veloce, il volo con un drone regala soprattutto la sensazione di libertà. È proprio questa libertà che mi permette di superare i miei limiti.
Quando non corro però mi piace sfruttare le possibilità che mi offrono i droni per realizzare video. È bellissimo poter fare riprese sul territorio per valorizzarlo, o fare filmati molto dinamici, come l’inseguimento di una moto. In quest’anno di pandemia ho temuto che sarebbe stato più difficile volare, ma fortunatamente abbiamo trovato le giuste soluzioni.
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Come vedi il tuo futuro? Hai un approccio ottimista?
Non so cosa aspettarmi dal futuro, ma voglio essere ottimista. Cerco di pormi degli obiettivi da raggiungere, spero che i miei sogni si avvereranno e lavorerò affinché questo accada. Mi piacerebbe poter lavorare nel mondo del cinema, unendo così la mia passione per il volo e i droni con quella della cinematografia.
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Martina Di Vardo, 17 anni, Residente a Castel di Lama (AP)
Motivazione con cui ha ricevuto l’attestato: per l’impegno e il senso di solidarietà con cui ha preparato spettacoli che avevano come protagonisti bambini in difficoltà. Per le qualità e la sensibilità espresse nelle sue poesie;
Raccontaci un po’ il tuo ultimo anno, in che stato d’animo lo hai passato?
L’anno di pandemia è stato per me come per tutti un anno difficile. Ciò che mi è mancato di più è stato socializzare e frequentare le attività di danza e teatro, che costituivano un modo per scaricare lo stress ed esprimere le mie emozioni.
Ho comunque cercato di vedere il lato positivo, ritrovando il tempo per vivere la quotidianità, sistemare la casa, cucinare con mia madre… Tutto sommato è stato anche divertente.
Le mie paure riguardavano più che altro il virus e ho molto sofferto nel non rivedere a lungo i miei parenti, soprattutto i miei nonni: mi sono mancati moltissimo i pranzi di famiglia e i momenti trascorsi insieme.
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Hai ricevuto un attestato che premia il valore del coraggio: che significato ha per te?
La notizia è arrivata inaspettatamente ed è stata un’emozione indescrivibile. Appena ho scoperto di essere diventata Alfiere della Repubblica non sapevo bene cosa significasse, ma poi ho capito l’importanza di questa onorificenza e il fatto incredibile che fosse stata conferita solo a ventotto ragazzi in tutta Italia.
Leggendo le parole del Presidente della Repubblica mi sono commossa, non pensavo che cose per me normali potessero essere premiate. Questa onorificenza significa tantissimo per me, è il riconoscimento del mio impegno in questi anni.
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Come hai vissuto la tanto temuta DAD? Che rapporto hai con lo studio in generale?
In generale non riesco a paragonare la DAD alla didattica in presenza, perché viene a mancare il contatto vero e proprio con gli insegnanti e l’empatia che si può creare con gli alunni.
A distanza l’insegnante non riesce a capire bene quali sono i problemi di ogni singolo alunno e se ha appreso le nozioni impartite, tuttavia in una situazione critica come quella della pandemia la DAD ci ha aiutato a proseguire con gli studi.
Un lato positivo è stato il nuovo metodo di insegnamento e le differenti modalità di verifica, che possono avere dei risvolti interessanti. Per me lo studio costituisce sempre la priorità, anche perché frequento una scuola piuttosto impegnativa, ma cerco di organizzarmi per portare avanti anche le mie passioni.
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Cosa ti ha portato forza e conforto nelle difficoltà?
La cosa che più mi ha dato forza in questi anni di pandemia è riscoprire l’importanza di stare in famiglia, vivere la casa e fare i “lavoretti” che prima non avevo tempo di fare. Il mio conforto è stato quello di pensare sempre positivo, con la consapevolezza che questo periodo prima o poi finirà.
Come rispondi a chi riduce i giovani a semplici stereotipi?
Non potendo svagarsi attraverso sport, hobby e non potendo uscire con gli amici come prima, è normale annoiarsi ma vedo i miei coetanei che cercano di fare il più possibile per rimanere attivi, anche stando in casa.
Ovviamente c’è chi si scoraggia, ma secondo me sia gli insegnanti che i genitori si sono dati da fare per cercare di far mantenere vivo l’interesse e l’entusiasmo, pensando a quando si tornerà tutti alla normalità.
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Ti occupi di volontariato, teatro e poesia. Pensi che l’arte abbia un valore terapeutico nelle difficoltà?
Penso che sia molto importante avere delle passioni e fare di tutto per coltivarle poiché, soprattutto in questo periodo, danno la forza per ricominciare: hanno per l’appunto un valore terapeutico, ti aiutano a distrarti da ciò che succede intorno a te.
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Come immagini il tuo futuro? Con quali colori lo dipingi?
Sono sempre stata una persona ottimista, cerco sempre il lato positivo delle cose e, anche se questo periodo ci ha portato tanta sofferenza, ci ha arricchito in un senso. Per il futuro vorrei continuare a fare teatro e danza perché sono attività che mi appassionano molto, mi piacerebbe inoltre lavorare in ambito medico e in particolare con i bambini.
Sicuramente nel mio futuro continuerò ad aiutare le persone che si trovano in difficoltà, poiché sapere di poter contare su qualcuno è una cosa rassicurante e bellissima.
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