Le nuove misure di sicurezza del governo di Mario Draghi hanno acceso nuovi dibattiti e fatto nascere ulteriori teorie complottiste alimentando la bufera dei no vax: chi difende realmente la democrazia?
Già nei giorni scorsi si era assistito all’irruenza di due intellettuali, riguardo alle misure di sicurezza adottate dal governo Draghi, per quanto riguarda il Covid 19; in particolare per quanto riguarda il green pass.
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Massimo Cacciari e Giorgio Agamben si sono lasciati andare a considerazioni etico-giuridiche sul prorogato stato di emergenza, sulla presentazione del lasciapassare sanitario e sull’imposizione del controllo che persone non abilitate sono tenute a fare, pena sanzioni. Hanno paventato scenari di sventura che rischiano di portare a un regime totalitario. Lo hanno fatto in punta di diritto ma senza tener conto della gravità del contesto attuale, senza la dovuta clemenza verso l’errore umano, inevitabile quando si affronta “un qual cosa che non si conosce” e che per giunta muta in continuazione. Soprattutto lo hanno fatto senza tener conto del necessario obiettivo: concludere la vaccinazione di oltre tre milioni di over 50 e quindi di tutta la popolazione, per impedire al virus di continuare a mutare. L’immunità di gregge è realisticamente una chimera, fino a quando tutto il pianeta non sarà vaccinato e con ben altri vaccini. Insomma, discorsi filosofici che sbagliano prospettiva.
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C’è da dire che i due intellettuali sono rimasti in silenzio durante tutto il governo Conte bis, dove sono stati effettuati errori macroscopici, dove tutte le imposizioni avevano lo scopo di seminare un senso di terrore nella popolazione, con la complicità di quasi tutta l’informazione. Sono stati zitti di fronte alla follia dell’ospedale di Alzano e delle R.S.A. così come di fronte al caso delle mascherine, dei respiratori, della medicina territoriale, fino ad arrivare ai banchi a rotelle e alle nuvole in piazza per la campagna vaccinale. Perché un conto sono gli errori umani e ben altro è il dolo nei confronti della Pubblica Amministrazione; alla fine della vicenda servirà urgentemente una commissione parlamentare. Qualcuno dirà: “per quel che vale”, ebbene si che vale, in una democrazia parlamentare. Parlano di rischio totalitario ora che, si spera, siamo all’ultimo miglio per metterci tutti in sicurezza.
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Per non essere da meno, lo storico Franco Cardini, un intellettuale di matrice culturale diversa dai primi due, intervenuto nel dibattito sollevato da Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, proprio sul tema del green pass, propone una teoria che in breve recita: “Le grandi lobbies economico-finanziarie e le multinazionali, approfittando del clima di paura e di incertezza creato dal Sars-Cov-2, stanno stringendo un patto per orientare in senso totalitario le democrazie occidentali.”
Siamo al complottismo planetario. La cosa curiosa è che tutti vogliono difendere la democrazia attaccando gli stessi governi che la rappresentano. Potenza del pensiero!
Ma il “pensiero d’oro” dell’estate spetta di diritto al giornalista Massimo Fini, del “Fatto Quotidiano”, che poco prima di ferragosto scrive: “Se avessimo lasciato fare alla Natura quello che alla natura compete, cioè sfoltire la popolazione quando è in sovrabbondanza, il Covid sarebbe morto per inedia e sarebbe durato un paio di anni. L’epidemia si sarebbe ripresentata in forma diversa dopo qualche decennio com’ è stato per tutte le epidemie del passato”. Per poi continuare in crescendo: “Opponendoci ottusamente al covid ne prolunghiamo l’esistenza: meglio lasciar fare alla natura. Sfoltire la popolazione quando è in sovrabbondanza e il virus sarebbe durato un paio di anni – non capisco proprio perché per salvare dei settuagenari od ottuagenari, in genere affetti da due o tre gravi patologie, si sia bloccata la vita di intere generazioni a cui il covid non poteva far nulla. Che muoia chi deve morire e smettiamola con questa farsa tragica”.
In verità, in quei giorni si erano raggiunti i picchi di caldo più alti dell’estate e si sa che il troppo caldo non fa bene, sia alle coronarie che alla circolazione, ma più che un pensiero forte sembra l’invocazione all’Apocalisse.
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Però, c’è sempre un però, nasce un sospetto che riguarda i no vax. Sappiamo, perché ce lo dicono i sociologi, che i no vax sono una piccola minoranza nel mondo, circa il 5%; sappiamo che sono di estrazione sociale medio bassa e di scarsa cultura. Sappiamo, perché sono sempre i sociologi a spiegarlo, che gli influencer che orientano i no vax, al contrario, sono di estrazione medio alta, per la maggior parte laureati e prevalentemente giovani; c’è chi sostiene che siano anche vaccinati! Il sospetto è che questi influencer, negando il Covid e demonizzando i vaccini, tentino di applicare, in maniera subdola, il pensiero forte (alla faccia di Zygmunt Bauman) espresso da Massimo Fini.
Come una sorta di “colonna infame”, di manzoniana memoria.
Lo so: “A pensare male si fa peccato…”
Credit Image: Photo by Gustavo Fring from Pexels