“Alcuni credono che il lusso sia il contrario della povertà. No. E’ il contrario della volgarità”. Coco Chanel
L’ostentazione della propria ricchezza è una volgarità sempre ma di questi tempi rasenta la pornografia.
Il ristoratore turco Salt Bae, al secolo Nusret Gökçe, famoso per i prezzi esorbitanti delle sue steakhouse sparse per il mondo, per di più recensite negativamente per quanto riguarda la qualità delle carni, ha pubblicato sui suoi social lo scontrino che ha presentato a suoi 14 commensali, per un ammontare di 161.000 euro. Il non più giovane palestrato che ambisce a trasformarsi in Johnny Deep, è convinto con la sua inopportuna esibizione di presentare le sue locande come posti esclusivi dedicati al lusso; dal momento che la volgarità deriva evidentemente da una cronica ignoranza, il meschino non sa che il lusso oltre al buon gusto prevede la conoscenza e che lo si può trovare anche in elementi “poveri”.
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E’ il caso della benemerita “Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa” costituita con cerimonia ufficiale il 27 ottobre 1984 a Castagnito e Guarene (CN), associazione culturale dove un personaggio come chef Nusret non verrebbe mai ammesso, per nessuna cifra al mondo.
Già nel frontespizio del sito si parte con pura poesia: “ …il commensale si presenti ben vuoto, riposato e ben disposto, non faccia calcoli di tempo e men che meno di calorie. Utilizzi un coltello affilatissimo e due piatti, 1 per le sole carni e 1 per i bagnetti e contorni di verdura.”
La valorizzazione, grazie ad una profonda cultura, del territorio passa attraverso l’unicità dei prodotti, davanti ai quali una “Istanbul steak” ricoperta di foglia d’oro (2.370 euro) appare decisamente dozzinale.
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Viene alla mente un episodio di cronaca rosa d’antan: il figlio di un presidente della Lazio era talmente ricco da potersi permettere le vacanze a Montecarlo, cosa che negli anni cinquanta era consentita a ben pochi italiani. Soggiornando in un esclusivo albergo, si divertiva nella hall a sputare a palombella su un posacenere a terra, scambiandolo per una sputacchiera. Ripreso dal direttore per i modi inopportuni, con una telefonata comprò l’azienda e licenziò il direttore.
Ma il lusso è anche una scelta e ogni scelta prevede una rinuncia.
Negli anni sessanta, una delle donne più belle del mondo, figlia di uno dei più famosi artisti italiani, era usa vantarsi che non sarebbe mai arrivata a Santa Margherita Ligure, via terra. Voleva entrare in porto, arrivando su di una barca da minimo un miliardo. A quei tempi, in Italia, non esistevano. Da quel collegio di suore, le ragazze di buona famiglia uscivano cosi! Comunque il suo desiderio si esaudì il giorno del suo quarantesimo compleanno.
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La cultura è un lusso? No, il lusso è una cultura, oltre ad essere un’industria che produce decine di miliardi, dando lavoro a milioni di persone nel mondo. E in termini di PIL, per l’Italia, non è poco.
A proposito del PIL è bene ricordare un celebre discorso di Robert Kennedy, che tenne Il 18 Marzo del 1968, presso l’università del Kansas, da cui i passi più significativi: “Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo… Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari… Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”.
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Riassumendo, il lusso è scelta, eleganza, cultura, buon gusto e tanta leggerezza; non è volgarità e soprattutto non è spreco. Poi, come dice un antico saggio Afgano: “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo!”
Alla fine, essere padroni del proprio tempo è il vero lusso dell’uomo.
Photo by Morgan Housel on Unsplash