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Il suo miglior nemico

Tempo di lettura: 3 min.

Cronache dalla guerra tra Fedez e il Codacons

La sua recente crisi con Chiara Ferragni è ora ufficiale, ma Fedez può stare tranquillo: qualcuno che sembra non avere alcuna intenzione di mollarlo ancora c’è e risponde alla sigla di Codacons.

La nota e controversa associazione per i diritti dei consumatori è infatti per il rapper milanese una fedele compagna di litigate tra video-accuse e comunicati stampa dai toni sprezzanti. Tanto che Fedez-Codacons è ormai diventata una coppia inscindibile di attori in una (polemica) soap opera che ha già avuto decine di puntate.

Non è finita qui

Le stagioni finali di una serie non sono mai come le prime e anche l’ultimo scontro tra Fedez e Codacons si è concluso con delle mosce scuse da parte di quest’ultimo. L’associazione ha ritirato una nota in cui sembrava accusare il Lucia di evadere le tasse, dopo che il rapper aveva detto di “essere tecnicamente nullatenente” avendo intestato tutto alle sue società. Il Codacons ha spiegato che l’intento dell’esposto non era accusare nessuno, ma fare luce sulla questione e ha promesso di voler andare a fondo.

 
 
 
 
 
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Su questo però non c’erano dubbi dato che sul sito dell’associazione sono stati pubblicati 6 comunicati su Fedez o i Ferragnez solo a febbraio 2024. In tutto sono 60 le pagine di archivio che li riguardano: un’attenzione morbosa, e molto spesso pretestuosa, che ha portato il rapper a parlare di “stalking giudiziario”.

Gli inizi

Il Codacons iniziò a interessarsi alla coppia vip più potente d’Italia in occasione del loro matrimonio in Sicilia nel 2018, a partire dall’aereo “personalizzato” che portò futuri sposi e amici sull’isola, tramite un gate privato. Comportamenti da stigmatizzare, secondo l’associazione dei consumatori, che mise in breve sotto osservazione anche l’acqua brandizzata Chiara Ferragni perché venduta a un prezzo giudicato “anomalo”, oltre al documentario sui Ferragnez: un “mega spot” dallo scarso valore artistico.

Le raccolte fondi

Un capitolo fondativo della saga andò poi in scena durante le prime settimane della pandemia di Coronavirus, nel 2020, quando molti ospedali, ma anche associazioni e privati promuovevano raccolte fondi per sostenere la sanità o alcuni comparti a rischio. A questo proposito il Codacons denunciò come poco chiara l’iniziativa di Fedez a favore del San Raffaele di Milano sulla piattaforma GoFundMe.

Fedez passò al contrattacco, accusando il Codacons di truffa per un banner online in cui chiedeva soldi “per il Coronavirus” anche se l’associazione non si occupava di sanità. I soldi servivano allo stesso Codacons “per la semplice ragione che come tutti siamo in difficoltà a causa dell’epidemia CoronaVirus” aveva spiegato l’associazione dei consumatori. Per il tribunale di Roma, però, il banner era abbastanza chiaro e non fraintendibile. Il 6 maggio il rapper dovrà rispondere del reato di calunnia a proposito di questa vicenda.

Sanremo

Nel 2021 il terreno di scontro fu Sanremo con il Codacons che chiese l’esclusione di Fedez dal festival “dopo l’illecita pubblicazione sul web” di parti della canzone che doveva presentare in gara.

 
 
 
 
 
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In seguito l’associazione denunciò il rapper (quell’anno in gara con Francesca Michielin) per le stories della Ferragni che invitavano a televotare il marito ed esultò per la “mancata vittoria di Fedez” considerato “un pieno successo del Codacons”.

Un nemico per tutte le stagioni

Sono tante altre le occasioni in cui il Codacons ha tirato in ballo Fedez in questi anni. Dalle accuse di pubblicità occulta a quelle di omofobia per i testi di vecchie canzoni, trovando sempre nuovi appigli per generare discussioni e interazioni. E anche quando è stato Fedez a vincere in tribunale, come a fine 2020, l’associazione è riuscita a presentare un esposto perché la sentenza di assoluzione sarebbe stata scritta da una tirocinante che era anche una follower del cantante.

 
 
 
 
 
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Trascinato in questa situazione suo malgrado, Fedez si è fatto paladino della battaglia contro l’insensatezza degli esposti del Codacons, pensati la maggior parte delle volte solo per farsi pubblicità gratis. All’associazione non manca di dedicare tutt’oggi video sui suoi canali social o passaggi durante il podcast Mucchio Selvaggio, con un linguaggio spesso colorito. Uno sberleffo che ormai tradisce affetto, perché un nemico fidato è per sempre.

E così sia, fino al prossimo esposto, la prossima querela e la prossima sentenza.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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