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venerdì, 17 Gennaio 2025
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Il pugile e gli insetti: intervista a Dario Morello

Tempo di lettura: 3 min.

Una chiacchierata su come mettere KO i pregiudizi riguardo consumo di insetti

“Prima bastava essere forti, oggi bisogna essere anche mediatici”: così ha detto in una recente intervista a Il Fatto Quotidiano il pugile Dario Morello, campione WBC Mediterranean dei pesi medi. È l’incarnazione di queste qualità, sia in termini social, che in termini di incontri: 24 vittorie su 25 match disputati, quattro delle quali per KO. Dietro a questo successo, oltre alla preparazione atletica, una dieta innovativa, ricca di proteine di insetti, fornite dal brand italiano Small Giants, di cui è ambassador.

Mediaticamente, qual è lo stato dell’arte del pugilato?

Sono due gli stati di salute, e sono molto diversi. A livello nazionale, non se la passa benissimo: non è ancora in una forma ottimale ma è in lenta risalita, anche grazie a pugili come me, forti e bravi a comunicare. Dico sempre che meglio un titolo di una competizione italiana che la gente sa essersi disputata, che uno più prestigioso ma di cui nessuno sa l’esistenza: è brutto, come atleti, non vedere riconosciuti i propri sforzi.

E a livello internazionale?

Non c’è storia: Stati Uniti e Regno Unito rimangono i paesi in cui il pugilato è più pagato e molto più seguito. Considera che lì è facile riempire lo stadio di Wembley per un incontro (90mila posti, ndr), qui se si riempie un palazzetto di 5mila persone è già un successo. Non c’è paragone.

Quali sono le cause secondo te?

Quello del pugilato rimane, in Italia, un ambiente molto chiuso, che ha paura di guardare oltre. Non si è sufficientemente formati: i peggiori nemici del movimento pugilistico sono gli addetti ai lavori e i professionisti.

Quanto conta l’alimentazione per arrivare a livelli alti?

L’aspetto alimentare è fondamentale: nel pugilato il peso è molto importante. Per fortuna, su questo non c’è la stessa chiusura di cui parlavo prima.

Parliamo della tua scelta: perché integrare nella tua dieta proteine d’insetti?

Mi sono interrogato e documentato sull’insostenibilità dell’allevamento intensivo: volevo allontanarmi dal consumo esasperato e poco consapevole della carne. Sono molto drastico, ma credo che ognuno debba mangiare per quello che fa: prima se facevi un lavoro fisicamente impegnativo avevi bisogno di assumere più chilocalorie. La carne la mangiava chi realmente aveva bisogno, oggi tutti hanno facile accesso a un hamburger da 300 grammi, per il solo piacere di mangiare. A lungo termine non è sostenibile un modello del genere, sono un po’ catastrofista a riguardo: collasseremo se continuiamo così, e solo a fatto compiuto proveremo a metterci una toppa.

Quindi non è legata alla sofferenza degli animali.

No, ma sono consapevole anche di questo aspetto. Spesso, invece, credo si preferisca girarsi dall’altra parte rispetto a ciò.

Come è nata la collaborazione con Small Giants?

Sono stato io a cercarli, dopo le mie ricerche sul consumo di insetti. Durante la mia carriera dilettantistica, ho girato molto in Asia: lì il fabbisogno proteico è largamente soddisfatto anche dal consumo di insetti. Consumo che è spoglio da qualsiasi pregiudizio. Ho un organismo che mi permette di sperimentare senza troppi rischi, in più sono un grande appassionato di cucina: in occidente non avevo mai visto nessuno mangiare insetti, così una volta trovatomi lì, li ho provati nelle bancarelle di street food. Ho scoperto Small Giants da consumatore, poi è nata la collaborazione.

Tra i loro prodotti, qual’è il tuo preferito?

Sono un grande consumatore di Cracker Bites, ne mangio quantità industriali: potrei essere alla base di una futura estinzione dei grilli. Anche gli insetti interi mi piacciono e sono ottimi nella fase di preparazione atletica, perché privi di carboidrati.

Sei l’eccezione o conosci altri atleti, anche fuori Italia, che hanno scelto come te di consumare insetti?

Che io sappia in Italia non c’è nessun altro; neanche negli Usa e Regno Unito ho mai sentito di qualcuno che consumasse insetti. Forse qualche sudamericano, visto che in alcune zone si mangiano. Conosco dei thailandesi, ma credo sia un consumo dettato dalle abitudini.

In Italia forse c’è un po’ di pregiudizio. Come reagiscono i tuoi colleghi?

Sicuramente c’è, visto che da noi il cibo è sacro. Molti atleti, sapendo che consumo insetti, chiedono informazioni. Ciò che gli metto di fronte è il fatto che siano ottimi per i nostri allenamenti, per arrivare a un risultato: se su 100 grammi di pollo, 25 sono di proteine, con gli insetti si arriva fino al 90% su 100 grammi. Aggiungi che sono pure buoni e non ci sono scuse: il fatto è che non siamo più abituati al rischio, inteso come provare qualcosa di diverso. Ci piace stare nella comfort zone.

So che gestisci delle palestre ed esordirai come coach: cercherai di abbattere i tabù su questi alimenti anche tra i futuri pugili professionisti?

Verrà naturalmente: credo fortemente negli sponsor e nei marchi a cui mi avvicino. Sarò entusiasta di promuovere i prodotti, ma soprattutto la vision di Small Giants.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Federico Ingemi
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