Una società ignorante che lede ogni singolo individuo ha bisogno di cure immediate
Maturare significa cominciare ad analizzare la società scegliendo un paio d’occhiali diversi da quelli con cui la si guardava prima. Crescendo si impara che una visione egoistica del mondo non è poi tanto produttiva, nemmeno per chi l’adotta.
Quando, come oggi, l’egoismo permea il mondo, l’ignoranza fa da leva per far si che l’ipocrisia possa essere considerata normale. La poca comprensione di un costrutto sociale in cui ogni uomo è legato all’altro è un lasciapassare verso la crisi.
Quando si sente il termine crisi la prima connotazione del termine a cui si pensa è economica. Ma la crisi finanziaria è solo la punta dell’iceberg della mentalità malata in cui ci ritroviamo intrappolati oggi, da cui non riusciamo a uscire e che non capisce chi prova a farlo.
L’uomo è un animale sociale, così diceva Aristotele, e quando questo concetto comincia a prendere corpo nella mente, allora si sta cominciando a fare qualcosa per il mondo, o almeno per la propria piccola comunità.
Oggi sembra essere tutto impossibile: trovare lavoro, pagarsi gli studi, riuscire a comprare una casa per dare dignità alla propria esistenza, utilizzare la propria cultura a servizio degli altri e non per sminuire chi non la possiede, cercare di essere rispettosi del mondo davvero e non per slogan. Vorrei diventasse tutto possibile, tramite un lavoro comunitario che dovrebbe partire dai vertici. Ma se i vertici non riescono più a parlare per chi rappresentano, i cittadini hanno il dovere di dar loro l’esempio e indicare la società in cui vogliono vivere.
Ho provato tramite l’editoriale di Acrimònia di Dicembre a raccontare con l’aiuto della fotografa Cristina Troisi la mia visione dell’emergenza. Sono convinta che tutti noi hanno dentro un pò di quello che ho io.