Intervista a Irene Pollini Giolai
Il governo guidato da Giorgia Meloni sta adottando misure che minacciano la comunità LGBTQIA+ in Italia, sollevando preoccupazioni sulla direzione verso cui si sta dirigendo il paese.
Abbiamo fatto qualche domanda a Irene Pollini Giolai che ha condiviso le proprie opinioni su fino a che punto il popolo italiano permetterà il raggiungimento degli obiettivi di famiglia tradizionale dell’attuale amministrazione.
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Pian piano l’attuale governo sta prendendo decisioni che mettono in crisi la comunità LBGTQIA+. Quale pensi che sia l’obiettivo e quanto pensi che il popolo italiano consentirà loro di raggiungerlo?
L’obiettivo è sicuramente quello di promuovere, e permettere soprattutto, solo un modello di famiglia, quello tradizionale. Un modello rassicurante e conosciuto. Abbiamo un governo di estrema destra e, non bastasse, ultra cattolico.
Che altro potevano fare? La signora Meloni è stata scelta da circa metà del popolo italiano e si stia impegnando parecchio nel seguire un percorso ideologico che, a chi l’ha votata, era molto chiaro. Non è questione di permetterglielo, sta già succedendo.
Fa paura ad una persona omosessuale vivere in Italia oggi?
Ti potrei direi di si, ma almeno per me non è la paura la sensazione portante, piuttosto parlerei di profonda tristezza che talvolta sfocia nella rabbia. Tutta questa propaganda anti LGBTQIA+ si basa su dati antiscientifici e trova terreno fertile in un popolo sempre più anziano, ignorante, chiuso e spaventato da tutto ciò che non è immediatamente ascrivibile alla norma.
Non penso sia colpa loro, è difficile integrare la diversità se non si è educati a farlo e si vive di stereotipi dove l’omosessuale ha una vita per forza promiscua, pazza, irresponsabile. La rappresentazione delle nostre vite, molto univoca, non ha aiutato.
Se in passato, lo scandalo era più semplicemente la “devianza”, oggi ciò che preoccupa gli omofobi, fino all’odio, è la possibilità di una normalità bisessuale o omosessuale e della sua realizzazione affettiva e familiare.
Perché nessuno prende una posizione netta per impedire tutto questo? Chi dovrebbe farlo secondo te?
L’opposizione? La sinistra? Tutti dovremmo fare qualcosa per impedire quello che sta succedendo ma la verità è che chi comanda al momento sono loro e lì, li abbiamo messi “noi”.
Scendere in piazza e manifestare è necessario, dare voce a una tonda e corretta rappresentazione è sicuramente un’altra cosa fondamentale. Voglio credere davvero che qualcosa possa partire dal basso, anche se devo ammettere, amaramente sempre meno.
Chi dovrebbe difenderci davvero al governo ha voce flebile contro la rabbia cieca del presidente Meloni.
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Quello che è accaduto a Padova è senza dubbio fuori da ogni ragione d’esistere. Situazioni come queste mettono in crisi il desiderio di una persona omodesessuale di diventare genitore?
Partiamo dall’evidenza che diventare genitore per una persona omosessuale è mediamente più complesso e soprattutto non è accessibile a tutti. Per farlo devi per forza andare all’estero, chiaramente in una clinica privata, e tutto il percorso costa davvero molto, oltre ad essere spesso impegnativo anche dal punto di vista fisico.
Essere una famiglia arcobaleno non è per tutti ed è sempre più complesso, almeno in Italia. Quello che è successo a Padova non mette in crisi il desiderio di diventare genitore, quello suppongo sia difficile da mettere a tacere, piuttosto ti fa temere per eventuali derive sempre più aggressive anche nei confronti di chi non può difendersi, i bambini.
Questa cattiveria fa paura. Questa cattiveria ti fa chiedere se sia giusto diventare famiglia in Italia. Dare a dei bambini un fardello così grande.
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Come vedi il futuro?
Ho molta fiducia nelle nuove generazioni che spero dimostrino la saggezza e la capacità necessaria per sostituire in modo rivoluzionario chi è al potere adesso. Quello che mi chiedo è quale possa essere oggi il modo più efficace per andare contro in modo efficace a un governo violento come questo.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios