Da accessorio della domenica ad accessorio preferito
Il colletto rientra nella categoria di accessori che fin dall’infanzia ti era concesso indossare ma che, ironicamente, detestavi. Puntavi già i piuttosto-grandi orecchini della mamma, però desolata rammentavi di non avere ancora l’età per poter indossarne un paio. Giocavi con i suoi anelli d’oro, infischiandoti della ramanzina assicurata nel – disgraziato – caso andassero persi (spoiler → andavano persi). Invece il colletto che spuntava dal golfino sembrava il must have della giratina della domenica, ma tu, davanti allo specchio, proprio non riuscivi a capire come quel bavero ti donasse tanta grazia come dicevano.
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Poi cresci, i gusti maturano al punto da farti apprezzare anche il cavolfiore bollito (senza stare a disturbare lo stereotipo del broccolo) e acquisti una tale autorevolezza nella gestione del tuo armadio da farti comprendere che, forse, il buffo accessorio della domenica ha – decisamente – un suo perché. L’idea di un colletto mobile, per definizione “staccabile”, non è certo recente. Il background nel quale spicca il volo sono gli sgargianti anni ’80 dove moltissimi brand lo introducono in modo massiccio nelle loro collezioni. Il colletto ha, almeno sulla carta, una connotazione maschile, formale e seriosa, ma la prassi nel tempo ha dimostrato quanto sia diventato un passepartout anche nel quotidiano femminile e quanto sia incredibilmente-meno-noioso se abbellito con rouches svolazzanti e gioiellini colorati.
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Cadono a pennello le ultime collezioni di Vivetta, brand italiano dal 2009, nostalgico di un’epoca passata ma straordinariamente attuale grazie alle forme dal taglio contemporaneo. Romantici ma spiritosi, femminili e mai stucchevoli, gli abiti di Vivetta sono poesie a grandezza naturale. Un trionfo di fiocchi, perline e maniche a palloncino che farebbero perdere la testa (ops) alla Marie Antoinette di Sofia Coppola. Vivetta ha fatto dei colletti un suo punto di forza. Vero e proprio marchio di fabbrica del brand è il colletto “con mani”, qui indossato da Tamu McPherson su Vogue Italia.
Deliziosa la versione da scolaretta impreziosita da merletti e nastri di swarovski e altrettanto quella in nero con farfalle di perle. Il colletto, che sia la parte di un tutto o a sé stante, ha il pregio di adattarsi a qualunque situazione la giornata imprevedibilmente presenti: è ok per l’ufficio e per l’aperitivo qualche ora più tardi, perfetto per la comunione della cugina e per un date a fine serata (magari slacciato if you know what I mean). È un accessorio frizzante che sta bene su tutto, un po’ come lo zenzero nei centrifugati. Puoi non metterlo certo, ma ne basta giusto una punta per fare la differenza. Eccome se la fa.