Il proibito letterario contemporaneo si annida tra gli scaffali delle grandi librerie, nelle sezioni che evitiamo ma nelle quali vorremmo perderci
Il proibito, si sa, ha un fascino magnetico e inspiegabile e chiunque ne viene tentato, in ogni ambito. Anche tra i libri, vale questa regola: no, non serve andare nella sezione proibita di una biblioteca, con un mantello dell’invisibilità addosso, per accedervi (per i non Millennial, una Harry Potter reference di cui questi sono ossessionati). Il proibito letterario contemporaneo si annida tra gli scaffali delle grandi librerie, nelle sezioni che evitiamo ma nelle quali vorremmo perderci, se non fosse per lo sguardo di quei finti intellettuali che stanno cercando l’ennesimo mattone polacco minimalista di scrittore morto suicida giovanissimo. Se non siamo noi ad andare da loro per vergogna, trovano un modo per venire loro da noi, e spesso coincide con un pacchetto di dubbio gusto sotto l’albero, regalato da quella zia che poco ci conosce ma è costretta a farci un dono natalizio.
Quali sono allora cinque libri che si vuole leggere ma di cui ci si vergogna?
Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!
Nel 2019, al vendicarsi a suon di hit sudamericane a tema Twingo si preferiva il simposio letterario: una strategia azzeccata, se si considera che l’opera prima di Giulia De Lellis fu il libro più venduto dell’anno. Il gossip stuzzica l’appetito di tutti e il racconto del tradimento dell’ex fidanzato e tronista Andrea Damante ha avuto un potere magnetico irresistibile, che siano delatori o fedeli della De Filippi. 126 pagine nelle quali scoprire un lato unposted di una delle sovrane di Instagram e ritrovarsi: per chi ha vissuto la stessa situazione un modo per riconoscersi, per chi non sopporta la star social, un modo per avere notizie su cui costruire la prossima shitstorm. Tutti pazzi per De Lellis; un motivo o un altro lo si è trovato per leggerlo.
La biografia del calciatore
Almeno una volta ci si ha flirtato, si ha avuto modo di leggerne qualche pagina o, addirittura, si è atteso un paio d’ore fuori da uno store per un firmacopie. La biografia calcistica è il prezzemolo negli scaffali delle case italiane: elevata a sacra scrittura (specie se autografa) per gli insegnamenti che le storie dei propri campioni offrono, oppure a prova della propria fede inossidabile nel pallone, la biografia calcistica dà la possibilità di andare oltre alle monotone interviste a bordo campo di cui si conoscono a memoria le risposte. In questo sta il fattore attraente. Non è importante il campione che la scrive, la certezza è che si troveranno comunque riferimenti all’auto del padre parcheggiata nel cortile di casa lì dove si sono tirati i primi calci, all’emozione dell’inno della prima volta in azzurro, alla parentesi da tifoso che poche volte esce nelle interviste ufficiali: l’ideale da tirar fuori nell’intervallo di una partita. Se ne hai letta una, di solito non lo dici a nessuno perché hai paura che venga confusa con il libro delle barzellette di Totti; se la possiedi di solito è nascosta negli angoli più remoti della Billy.
Libri e politica
“L’influencer”,”Fuori!”, “Secondo Matteo”, “Io sono Giorgia”, “L’imprevista”, “Un amore chiamato politica”: negli anni, l’intero ventaglio parlamentare ha trovato spazio nell’editoria, senza distinzioni di parte e in pieno spirito pluralista. Come per le personalità del calcio, vige la teoria del complotto che siano state scritte da un ghostwriter: nessuno può essere così autoreferenziale, di sicuro deve essere qualcun altro a scrivere così bene dei protagonisti. Queste biografie raramente si tirano fuori sul Milano-Roma Termini, perché in barba al pluralismo non si ha voglia di parlare con nessuno, specie con chi può attaccare una filippica sui bei tempi della Seconda Repubblica. Chi vuole omettere la sua lettura si appella alla segretezza del voto, spesso indossando un cappellino MAGA o portando una shopper Sta rottura de cojoni dei fascisti. Se invece si ha il coraggio di farlo, di solito l’ammissione è seguita da un’abiura totale dei valori politici dello scrittore, caduto in disgrazia elettorale dopo la pubblicazione del suo secondo volume.
Padre ricco padre povero. Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro
Pubblicato nel 2004 e ritenuto il miglior libro sull’economia personale di tutti i tempi, puoi essere arrivato a leggere il best seller di Robert T. Kiyosaki per tre vie: eri ossessionato da Jordan R. Belfort di “The Wolf of Wall Street”; eri al primo anno di economia e la tua morning routine prevedeva pillole di formazione da cinque minuti all’alba; ti sei ritrovato a un aperitivo con uno che voleva venderti un’idea di business. L’hai letto, magari pure in inglese, e i risultati sono sempre tre: non vuoi sentire mai più la frase “vendimi questa penna”; hai lasciato l’università e ora fai tutt’altro; sei appena uscito da un business a sistema piramidale che ti prometteva di avere un’entrata extra mensile comodamente da casa, con solo l’aiuto del tuo cellulare. In tutti i casi, farai finta di non aver mai sentito parlare di Kiyosaki.
Libri proibiti
50 sfumature di, la serie
Un errore adolescenziale per qualcuno, la ricerca di un po’ di pepe al di fuori di una relazione piatta per altri, dire di aver letto la trilogia grigia-nera-rossa di E. L. James è un tabù difficile da superare. E non perchè nei libri si parli esplicitamente di sesso e di pratiche BDSM, ma perché si è fatto parte di un’ondata adorante un imprenditore lunatico e possessivo, ai limiti dello stalking, che prometteva devozione ad Anastasia: comportamenti diventati invisibili al primo io non faccio l’amore; io fotto senza pietà leggermente sussurrato all’orecchio della protagonista. Insomma, quello che oggi sarebbe etichettato come malessere, continuerebbe a spezzare cuori a destra e a manca: Mr. Grey è sempre pronto a prendersi un posto speciale nel cuore di ogni lettrice, ma è meglio non dirlo troppo ad alta voce.
Ognuno ha i propri scheletri nella libreria, ben nascosti: l’importante è mentire bene.