Viaggio in una giornata da scrocco a Milano, tra code, smania di gadget e qualche accenno di design
Sarà fisiologico, ma attorno agli eventi si stanno creando degli ecosistemi autonomi che, alle volte, diventano più attesi e fonte di FOMO dell’evento stesso: il FantaSanremo conta più della classifica finale; la maratona Mentana, e relativo commento, drammaticamente più del risultato delle urne. Anche la week più attesa del calendario milanese, quella del design, è entrata nel panorama degli eventi eventofagi. Per una bizzarra legge del contrappasso, il Salone del Mobile di Milano, quest’anno dal 7 al 13 aprile, con i suoi addetti ai lavori è confinato nelle satrapie dell’impero del design (Rho Fiera), mentre il Fuorisalone si espande e reclama spazio nei quartieri centrali e in della città, richiamando una fauna variegata e tutta da osservare. Una e una sola è la legge che governa nella giungla urbana del Fuorisalone: ogni mattina, un visitatore si sveglia sapendo che dovrà correre più veloce di un altro per accaparrarsi un gadget o la storia perfetta da postare.
Il safari urbano del Fuorisalone inizia in zona Porta Genova al Kellogg’s Extra Hub (Via Voghera 8), perché il gadget più importante della giornata è la colazione. Sotto un soffitto decorato con gocce di cioccolato e cereali pendenti, è possibile provare la gamma di cereali del brand, con latte, yogurt e topping vari. La prima gioia della giornata, scritta su un bigliettino, può far parte di un’installazione collettiva, scritta mentre si aspetta di poter partecipare al workshop in cui personalizzare la propria tazza da colazione. Un po’ defilata, una mostra artistica di sei tazze ispirate ai prodotti Kellogg’s, risultato dell’unione tra creatività e intelligenza artificiale: poco importa, ciò che conta è uscire dall’hangar Voghera con la colazione e lo strumento per farla.
Appagato il gusto, tocca all’olfatto: non resta che dirigersi verso il percorso sensoriale di GUESS (Via Bergognone 26), allestito per promuovere il nuovo Guess ICONIC MEN. Ispirato al viaggio, il percorso inizia con dei ticket consegnati all’ingresso, sui quali spruzzare le note di testa, cuore e fondo, in tre diverse ambientazioni: un treno d’epoca stile Orient Express, una hall di hotel in stile retrò, un giardino all’italiana. Inebriati dal blend di pepe Sichuan, geranio e vetiver, all’uscita il bottino tanto atteso: campioncini, bag in tela e un coupon da presentare negli store GUESS milanesi per avere un’esclusiva etichetta in pelle per il proprio bagaglio.
Anche Porta Venezia si mette in tiro per la Design Week, proponendo una fittissima gamma di eventi e installazioni, tutti segnati in una cartina disponibile all’infopoint P/T Stop di via Melzo 19. Neanche qui manca l’occasione per avere un souvenir del distretto: una stampa limitata dai toni psichedelici su sfondo viola, realizzata dal collettivo artistico TOILETPAPER raffigurante bastioni dell’omonima porta su un pattern serpenti veramente d’effetto. Va bene fare le code, ma due ore per Making the Invisible Visible, l’installazione immersiva di Ivy Ross e Lachlan Turczan per Google (via Archimede 26), sottraggono troppo tempo alla battuta di caccia al gadget. Meglio muoversi verso piazza Oberdan, al civico 4, nello specifico al chiosco di Bioderma, per testare e scroccare un campioncino del nuovo Photoderm XDefense Ultra Fluid SPF50+, la prima protezione solare detossinante. Non c’è tempo per rilassarsi nella sun lounge allestita in un’aiuola, anche perché bisognerebbe dare un premio a chi riuscisse a farlo in mezzo a Corso Venezia e ai suoi cantieri.
Superati i giardini Indro Montanelli ed entrati in Moscova, due sono gli appuntamenti imperdibili per tester e social: il Glo Creative Hub (via della Moscova 18) ospita la location perfetto per una storia Instagram, ovvero l’HYPER PORTAL surrealista e pop realizzato dall’artista Michela Picchi; mentre all’edicola La Marzocco x House of Negroni (corso Garibaldi 85) sarà possibile provare caffè e degustazioni del Negroni Svegliato.
Fuorisalone 2025
Ma è Brera il cuore pulsante della Design Week, il reame che trasuda hype e frustrazione allo stesso tempo. Nel loro habitat naturale, tra edicole espropriate e glamourizzate dai brand, branchi di designer al telefono si scontrano con stormi di uffici stampa e giornalisti carichi di cataloghi, fanzine e riviste di settore, rigorosamente di nicchia. Attorno a loro studenti di design in coda per strada li ammirano sognanti, ignari delle maledizioni e dei santi che corrieri, autisti di van dai vetri oscurati e scooteristi lanciano sulle loro carriere.
Se il Negroni non era abbastanza, si può fare un pit stop alcolico all’Edicola Carpano (Piazza Carlo Mirabello), per un assaggio di Punt e Mes e Antica Formula, mentre si sceglie la stampa del brand da portarsi a casa. In caso di abbiocco, l’installazione Library of light di Es Devlin (cortile della Pinacoteca) sembra essere la meta più gettonata: non tanto per l’installazione (i libri della biblioteca rotante fanno parte dell’installazione, non sono gadget) quanto per la possibilità di sedersi un attimo e capire cosa andare a vedere e cosa ancora c’è da postare. Per avere uno dei souvenir più succulenti bisogna migrare verso via Pontaccio 17 e visitare la mostra-tributo 5 THREADS, 40 YEARS di Etro, realizzata per celebrare i quarant’anni di Arnica, il tessuto iconico della maison. Ad aspettare i sopravvissuti alla fila selvaggia, uno sgabello pieghevole fatto con lo stesso tessuto, in una inconfondibile borsa brandizzata.
Il Fuorisalone è un rito collettivo, in cui vigono regole proprie e cerimoniali da rispettare, che nella quotidiana normalità apparirebbero prive di senso. Pochi chiederebbero a uno sconosciuto dove ha preso lo sgabello pieghevole che porta sottobraccio; nella città che sempre corre pochissimi farebbero 40 minuti per una foto dallo sfondo psichedelico; nessuno sarebbe disposto a perdere tempo a registrarsi a siti promozionali (per cui si pentirà alla prima newsletter che arriverà) in cambio di una boccettina di profumo. Eppure l’incantesimo della Design Week colpisce ogni primavera: Milano si ferma, non è più Milano, solo per gli oggetti di design. Purché gratis, ovviamente.