• it
lunedì, 16 Giugno 2025
  • it
lunedì, 16 Giugno 2025
  • it
lunedì, 16 Giugno 2025
Quarantenni urbani

Fuga dalle città: il nuovo esodo dei quarantenni urbani

Tempo di lettura: 3 min.

Sicurezza, carovita e ambiente tra le motivazioni alla base di questa scelta. Stato dell’anima o reale desiderio?

L’urbanesimo, ovvero la tendenza storico-sociale di migrazione di grandi masse dalle periferie verso le città, sembra non avere più lo stesso appeal di un tempo: una fascinazione che si potrebbe definire generazionale, con una presa ancora tra i giovanissimi, soprattutto in coloro che hanno vissuto la loro adolescenza nella noia e nella lentezza degli hinterland italiani. Per chi ha spezzato l’incantesimo romantico della vita cittadina, quelli che sembravano difetti acquistano un valore aggiunto, un’alternativa ai ritmi metropolitani, in virtù di priorità che vanno oltre le prime esperienze di indipendenza e il proprio percorso formativo-universitario. I Millennial, soprattutto quelli più vicini ai quaranta, sono tra i principali attori di questo controesodo: quali sono le motivazioni che li spingono a tornare nei piccoli centri e nelle periferie?

Il carovita è un fattore determinante, in una fase della vita che è tutta una contraddizione: si è troppo grandi e sufficientemente indipendenti, magari con figli e l’idea di una casa, per chiedere una mano ai propri genitori, ma allo stesso tempo economicamente precari per sostenere il costo della grande città. Se poi si dà un’occhiata al mercato immobiliare, costruire qualcosa è l’ultimo dei pensieri: secondo le stime dei maggiori siti immobiliari, a Milano sono richiesti in media 5500 euro al metro quadro, 4500 a Firenze, 3500 a Roma, 3600 a Bologna, 2500 a Torino (Immobiliare.it, periodo di riferimento: aprile 2025). Prezzi folli, apparentemente inarrestabili, che stanno spingendo molte persone a traslocare i propri progetti nelle periferie, nelle piccole città, purché fornite di servizi e collegate bene con il centro, in cui i prezzi si abbassano notevolmente.

Il crescente sentimento di insicurezza nelle grandi città è una motivazione che, seppur in maniera minore rispetto alla questione economica, incide sulla scelta di spostarsi, specie se si hanno figli. Nell’indagine del 2024 firmata Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia, basata sui dati 2023 della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, si registrano 2,34 milioni i reati denunciati alle forze dell’ordine. Il 30% sono stati depositati nei capoluoghi delle 14 città metropolitane; il 15% rilevati nei municipi di Milano e Roma (7.093 denunce ogni 100mila abitanti a Milano; 6.071 a Roma). Rimanendo nel capoluogo lombardo, questo si attesta primo per numero di furti denunciati, seconda per rapine e terza per violenze sessuali. Dati in calo se si guarda a trent’anni fa, in aumento se messi in prospettiva rispetto agli anni pre-Covid: la percezione, l’eco mediatico, possono giocare allora un ruolo non trascurabile nella scelta abitativa degli italiani.

Quarantenni urbani

C’è poi un sentimento più ampio, definibile come qualità della vita, nel quale sono racchiusi molteplici e variegati aspetti. Le grandi città a vocazione turistica sono per molti diventate invivibili, veri e propri luna park impersonali per turisti. L’anima delle città si sta perdendo, l’autenticità sta svanendo e la si ricerca quindi in aree periferiche, fuori dai centri massificati. Il traffico e la qualità ambientale, soprattutto dopo aver sperimentato lo standby pandemico che ha migliorato questi due aspetti metropolitani, porta molte famiglie a idealizzare la vita nei piccoli centri, in una perpetua gita fuori porta che diventa routine.

Inseguire un’idea bucolica con un occhio sempre rivolto al centro; l’idea di vivere in un caseggiato instagrammabile comprato a un euro per risollevare la frazione in cui è situato ma dotato dei collegamenti rapidi necessari ad arrivare in tempo in ufficio. Tante le storie come queste, di quelle che compaiono sulla colonnina a destra dei quotidiani, che alimentano forse più uno stato dell’anima che la reale volontà. Un’idea melensa, che piace avere lì a portata di mano, mentre si cerca una soluzione alla giungla urbana.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Federico Ingemi
Chi cerca, trova