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Fetish e perversione: parola alle star di Hollywood

Tempo di lettura: 4 min.

Quando i rumors diventano scandali

Siamo soliti pensare alla perversione come un tabù relativo alla sfera intima personale, legata soprattutto alla sessualità e conferendole spesso una connotazione negativa.

Più genericamente, il termine perversione indica una “deviazione, allontanamento dalle norme morali e sociali riconosciute e condivise […] spec. in passato, per indicare sindromi psicopatiche caratterizzate da deviazioni del comportamento sessuale considerato normale, per cui l’istinto sessuale è diretto verso un oggetto anomalo oppure trova soddisfacimento con pratiche erotiche diverse dal normale amplesso”. (Treccani, 2020).

Se con il grande ma criticato successo sia letterario che cinematografico di 50 Sfumature Di Grigio la perversione inizia a farsi strada nelle più normali conversazioni al bar, a scuola o dal parrucchiere (io stessa ricordo di essere venuta a conoscenza del libro dalla mia estetista), rimane sempre quel velo che sembra dividere la realtà dall’immaginazione.

Sì, perché la perversione spesso ci appare lontana da noi ed appartenere agli altri, finché questi “altri” hanno un nome ed un cognome a volte anche di fama internazionale.

 
 
 
 
 
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Pochi giorni fa è stato il caso di Armie Hammer, protagonista insieme a Thimotée Chalamet del film Chiamami col tuo nome. Se il suo sorriso smagliante e i suoi occhi azzurri ci hanno fatto tanto innamorare, le recenti accuse del giornale inglese The Sun che lo dipingono come un predatore sessuale e “cannibale”, ci lasciano perplessi.

 
 
 
 
 
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The Sun ha infatti riportato degli screenshot di conversazioni dell’attore con una ragazza, in cui si definisce “100% cannibale” scrivendo di volerla mangiare e di bere il suo sangue. Non solo, Hammer fa anche chiari riferimenti alla schiavitù ed alla dominazione: “I decided when you eat, when you sleep […]. You don’t get to think about doing anything except what I say” scrive.

Sebbene queste accuse non siano ancora state né confermate, né smentite dal diretto interessato, è Jessica Ciencin Henriquez, che frequentò l’attore qualche mese fa, a insorgere con un tweet che sembra confermare l’atteggiamento perverso di Hammer invitando a interrogarci sul perché viviamo in una cultura in cui il beneficio del dubbio è concesso all’aggressore e mai alle vittime.

 
 
 
 
 
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Cosa succede quando un personaggio che tanto amiamo ammette o viene scoperto avere delle perversioni e finisce nel mirino di gossip e scandali?

Penso al suicidio di Mark Salling, conosciuto come Noah Puck Puckerman in Glee, dopo l’accusa di pedopornografica di cui si è dichiarato colpevole, ma anche alle più recenti accuse nel mondo della moda rivolte allo stilista Alexander Wang per molestie sessuali.

Parecchie celebrities hanno ammesso le loro perversioni, o meglio “fetish”, facendoci talvolta restare a bocca aperta.

Bellissima, tormentata, fragile e controversa, Angelina Jolie riesce oggi ad illuminare l’intero pianeta, nascondendo il suo lato più oscuro che contribuì a renderla nota. Dalla passione per i coltelli, al tagliarsi per provare piacere, Angelina ha avuto in passato una relazione con lame e sangue durata diversi anni.I red carpet erano per la Jolie teatro per stupire e lasciare il segno: il bacio sulla bocca al fratello dopo aver vinto l’Oscar per il film Ragazze Interrotte e l’inusuale e macabro pegno d’amore con l’ex-marito (no, non stiamo parlando di Brad Pitt) ne sono un esempio.

Appena ventenne, infatti, la giovane attrice si sposò con l’attore e regista Billy Bob Thornton, scambiandosi una fialetta contenete il sangue l’uno dell’altro da portare fieramente al collo come segno d’amore e facendo sgranare gli occhi a tutta Hollywood.

Dalle fialette di sangue alle boccette di profumo, è Robert Pattinson stesso ad ammettere di avere un interesse molto particolare per l’odore delle persone, che non deve essere necessariamente un profumo. Robert sostiene infatti che sono l’odore e i feromoni che vengono rilasciati a far sì che una persona ci piaccia o meno, ricordando vagamente un certo Jean-Baptiste Grenouille, protagonista del romanzo Il Profumo di Patrick Süskind. Non solo, l’ex fidanzata Kristen Stewart confessò a Vogue che all’attore piaceva leccarle sotto l’ascella, gesto legato probabilmente al suo interesse per gli odori.

 
 
 
 
 
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A farci sorridere sono anche Matthew McConaughey e Scarlett Johansson. I due protagonisti dell’indimenticabile spot di Dolce&Gabbana The One diretto da Martin Scorsese non hanno paura di svelare le loro “perversioni”. Scarlett racconta alla rivista Playboy che le piace fare sesso in auto perché il rischio di essere vista e scoperta la eccita, mentre a Matthew McConaughey basta del buon cibo per eccitarsi. L’attore dice infatti che se assaggia qualcosa di veramente buono, gli vengono dei brividi lungo la schiena talmente forti da dover fare delle pause per respirare.

Ma quando la perversione è stimolo e curiosità, e quando invece diventa pericolosa? Se essere perversi vuol dire allontanarsi dal concetto di normale, cos’è “normale” in un’epoca ricca di cambiamenti che mette in discussione i suoi codici e invoca la libertà? Nel profondo, ognuno di noi ha il suo “fetish”. Oggi l’opinione pubblica è meno sensibile a certi argomenti rispetto ad un tempo, e parecchi tabù si stanno facendo man mano più leggeri.

Nella ricerca della nostra identità, della nostra individualità e della nostra libertà è importante uscire dalle linee, esplorare e sperimentare, ma anche sapere dove e quando fermarci. Come disse Martin Luther King, “La mia libertà finisce quando inizia la vostra”, perché di fronte alla violenza ed al non consenso la perversione non è una giustificazione.

 

 

 

 

1920 1080 Beatrice Tagliabue
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