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Fantapapa

Fantapapa, Fantamorto e altri eventi diventati un gioco

Tempo di lettura: 4 min.

Scommettere su tutto, tra amici o in veri campionati. Che ci sia un premio o meno, a contare sono la gloria eterna e il titolo di oracolo onnisciente

Predire il futuro: un’antica attività a cui nessuno oggi crede, ma di cui tutti sentono ogni tanto il fascinoso richiamo, specialmente quando si è spettatori della storia. Che sia un evento musicale, sportivo, o uno epocale, di quelli per cui si potrà dire “stavo facendo questo quando ho letto la notizia”, è fisiologico fare una previsione del poi: una pratica che oggi prolifera con l’amplificazione social, trasformando tutti in tuttologi con aspirazioni virali. Se la tuttologia poi diventa gioco, voler essere in qualche modo protagonisti della storia risulta ancora più facile. Il fantagioco negli ultimi anni è diventato più importante dell’evento in sé; niente e nessuno può scampare a questo esperimento. Ma quali sono gli eventi su cui si scommette, diventati veri e propri giochi?

Il Fantapapa, il gioco del momento

Gli occhi del mondo sono ancora puntati sul Vaticano: il Conclave suscita inevitabilmente interesse, sia per la sua portata storico-politica che per l’aura mistica e misteriosa insita nella sua liturgia. Segno divino o dei tempi, dopo il papa più pop della storia di Sancta Romana Ecclesia, sembra che l’elezione del suo successore non possa che essere la più chiacchierata dei social, merito anche del Fantapapa. Ideato da Mauro Vanetti e Pietro Pace, il gioco è diventato virale in poche settimane: ogni partecipante può scegliere il nome della propria squadra di cardinali, undici come nel calcio, con tanto di capitano e portiere (l’ineleggibile), la quale accumulerà punti a seconda di ciò che succederà nel Conclave. Se sulla cattedra di San Pietro salirà il capitano, questo farà accumulare mille punti, se il predestinato sarà il portiere, questo comporterà una penalizzazione di mille punti: cinquecento invece se a vestirsi di bianco sarà un altro della propria squadra. Studiarsi il background di tutti i porporati per creare il dream team vescovile non è abbastanza, ci si può allora spingere oltre prevedendo la prima e l’ultima parola del suo discorso d’insediamento (cinquanta punti l’una), il suo nome da vescovo di Roma (cinqucento punti) e se sarà accompagnato da un numero (cinquanta punti), dopo quante fumate nere verrà eletto (cinquanta punti). Bonus di cinquanta punti, cento per il capitano, per ogni volta che il nome di un cardinale viene citato dall’ANSA: giusto per avere una scusa in più per essere incollati al proprio telefono. C’è tempo fino al 7 maggio, data di inizio del Conclave, per schierare la propria formazione: in palio, mai come in questo caso, la Gloria Eterna tra i propri amici di lega.

FantaEurovision, il fratello minore del FantaSanremo

Ideato dai creatori del FantaSanremo, il FantaEurovision è l’ideale per gli appassionati di musica e per coloro che già sentono la mancanza del Festival nostrano. Esattamente come il suo fratello maggiore, negli ultimi anni ha contribuito notevolmente ad avvicinare nuovi spettatori alla competizione canora, svecchiandola e rendendola un evento cult. Le regole sono molto simili: cento Heidi, i sostituti europei dei Baudi, da spendere per formare una squadra di sette cantanti, da scegliere tra i trentasette in gara. Da segnalare le quotazioni della componente italiana, per nulla basse: Lucio Corsi a diciassette Heidi, il sammarinese Gabry Ponte a sedici, l’amante dell’espresso macchiato Tommy Cash a sedici. Un sistema di capitani, riserve e leghe pubblico-private, è affiancato dal calcolo di bonus e malus conosciuti agli affezionati del FantaSanremo: battere il cinque, scapezzolata, abbraccio post esibizione fanno guadagnare 10 punti, come anche portare una bandiera del proprio paese, twerkare sul palco o usare fog e wind machine durante l’esibizione.

Per comporre la propria squadra in vista degli europei canori, c’è tempo fino alle 23.59 di lunedì 12 maggio: in palio, anche qui la gloria eterna, anzi l’Eurogloria.

Fantamorto, il campionato dei vivi morenti

Forse la competizione più articolata, costante e dissacrante delle fantacompetizioni: si può iniziare a giocare ogni 2 novembre, con la possibilità di formare squadre entro il 15 gennaio. Ogni fantanecroforo, il manager della squadra, ha a disposizione trecento trenta crediti con i quali comprare tredici morituri, persone famose realmente esistenti che abbiano una pagina Wikipedia, uno dei quali sarà il capitano. Un intricato sistema di bonus e regole, tra cui spicca per originalità l’avvertimento “non è concesso in alcun modo ai partecipanti al gioco di rendersi parte attiva nel conseguimento dei punti, né direttamente né per interposta persona”, assegna punti ai partecipanti, i quali ambiscono al titolo di re dell’oltretomba. Qualche esempio? Il bonus Festivi se il decesso avviene durante un giorno rosso del calendario; Speedy Gonzales per il primo morituro della stagione; ma anche malus, o meglio Malus Vitae, legati alla vita del morituro: nel caso si sposasse (malus Zsa Zsa Gabor) o avesse figli (malus Prole). Il premio, oltre la pluricitata gloria, la possibilità di comparire nell’albo d’oro dell’AIFM (Associazione Italiana Fantamorto).

Fantapapa

L’elenco dei fantagames è lungo, i campi in cui esplorare nuove forme di campionati infinite. Lo sport è l’ambito in cui si è sperimentato di più, adattando la formula del più celebre fantacalcio ai motori (FantaGP), al ciclismo (FantaGiro e FantaTour), al rugby (Fantarugby del 6Nazioni), al volley. Ma anche il mondo dello spettacolo ha i suoi tornei paralleli agli eventi, come il FantaOscar, persino la politica, con il FantaQuirinale lanciato nel 2022 e il FantaCitorio, promosso nello stesso anno da Propaganda Live. Un fenomeno italiano? Nella sua chiave ironica e pop sì: all’estero, infatti, si può letteralmente scommettere su tutto, dalle presidenziali Usa al nome del prossimo royal baby.

Le Pizie greche avevano sicuramente predetto questa impennata mondiale di vocazioni divinatorie: chissà cosa hanno vinto in cambio.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Federico Ingemi
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