Sì e no, ma in ogni caso provateci voi
Anche se oggi il ruolo dei monarchi europei è principalmente simbolico, essere un reale resta un impegno (quasi) a tempo pieno, con compiti istituzionali e cerimoniali. Sovrani e principi moderni partecipano a eventi ufficiali, incontri diplomatici, inaugurazioni e promuovono cause sociali e culturali, in patria e all’estero. Si tratta per lo più di iniziative solenni e piuttosto noiose, che richiedono discrete dosi di pazienza — oltre che un certo budget.
Re, regine e affini viaggiano molto e hanno schiere di collaboratori al seguito, con altrettante spese da sostenere. Questi costi sono coperti dallo Stato. Ma può davvero il lavoro di rappresentanza di un reale essere considerato un impiego a tutti gli effetti al punto da meritare una pensione?
La richiesta? Accedere al sistema di previdenza sociale, proprio come un qualsiasi altro lavoratore.
Sempre meglio di lavorare
Nonostante riceva un’indennità annuale di circa 400mila euro dal parlamento, Laurent ha dichiarato di essere preoccupato per il futuro della sua famiglia nel caso venisse a mancare o non fosse più in grado di “lavorare”. Le spese, ha spiegato tramite il suo avvocato, sono molte: tra stipendi dello staff, viaggi e ricevimenti, il suo reale compenso ammonterebbe a circa 100mila euro, che diventano 35mila al netto delle tasse. Poco più dello stipendio medio di un dirigente, ma con molta più etichetta e senza una copertura previdenziale.
Un lavoro a metà
Il tribunale, che si è espresso di recente, ha dato ragione al principe solo in parte. Ha stabilito che, in quanto membro della famiglia reale, non può essere considerato né un lavoratore autonomo né un dipendente, ma ha raccomandato al parlamento belga di considerare una norma ad hoc. L’idea è riconoscergli una posizione paragonabile a un “super funzionario pubblico”, con tanto di sussidio federale.
Essere un reale è un lavoro?
Comunque provateci voi a fare il principe
In difesa del suo cliente, l’avvocato Olivier Rijckaert aveva detto prima della sentenza: “Se pensate che tagliare nastri, stringere mani e ascoltare a lungo le persone mostrando interesse (reale o finto) per le loro attività non sia un lavoro, provateci voi qualche giorno”. Ognuno si dia la sua risposta.