Quattro chiacchiere con Mattia Cosentino, un napoletano anomalo
Se fate un giro su Instagram e siete dei tipi ironici, irriverenti e fan di Napoli non potete perdere il profilo del graphic designer Mattia Cosentino. Napoletano doc ma tifoso della Roma, timido ma con una creatività sfrontata, mi ha raccontato il suo mondo e tutto quello che ha bisogno di “far uscire”.
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Raccontami del tuo percorso.
Inizia a scuola, ho studiato grafica pubblicitaria e fotografia, mentre studiavo ho iniziato a lavorare come collaboratore fotografo. Lavoravo nei giorni di festa, cercando di non mancare a scuola.
E poi?
Poi ho lavorato 2 anni e mezzo in un laboratorio tipografico, li mi sono totalmente appassionato al mondo della stampa. Avevo studiato a scuola questo mondo ma non ne ero mai venuto a contatto.
Cosa si produceva nello specifico?
Quaderni, agende e simili. Il mio ex titolare mi permetteva di sfruttare il laboratorio dopo l’orario di lavoro per consentire alla mia creatività di sfogarsi.
Ok…
Poi mi è venuto in mente di progettare un mio brand, si chiamava Cosentino, facevo quaderni di nicchia. Sono un patito di quaderni!
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E come è andata?
Bene, mi facevo conoscere con partecipazioni a market di design, a Napoli. Era più o meno il 2015/2016.
In un secondo momento ho cominciato a collaborare con amici illustratori che davano il loro supporto per una customizzazione dei prodotti ancora più specifica. Ho cambiato in quel momento il nome in CoseLab.
Va ancora avanti?
Sì ma in altre forme è un progetto in continua evoluzione. Chiaramente il dover lavorare anche ad altro ha inciso sul fatto di non potermi dedicare al 100% al mio progetto.
Dipende dai periodi della vita?
Possiamo dire così. Oggi il progetto si chiama Esco Cose, in base a quello che vivo ho un tipo di ispirazione che mi influenza piuttosto che altro. Sono un artista ho bisogno di esprimere quello che ho dentro, quindi seguo il flusso.
Esco Cose è un bel nome!
Grazie! È un gioco di parole, come ti dicevo vorrei che questo progetto facesse letteralmente uscire tutto quello che ho dentro. Cose è anche un’abbreviazione del mio cognome, Cosentino.
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Come funziona?
Ho un concept molto leggero nato per gioco. L’ultimo compleanno che ho festeggiato era a tema neomelodico. Sono napoletano!
Ti seguo…
Ho creato un gadget per gli invitati e ho regalato delle magliette a tema, da dare come premio per dei giochi che avevo ideato.
Le grafiche riportano frasi d’amore delle canzoni neomelodiche interpretate tramite uno stile visivo moderno e ironico.
E dopo il compleanno?
Le ho messe su IG: ho avuto un ottimo riscontro e quindi i miei gadget sono diventai “prodotti” veri e propri.
Parliamo di Napoli, visto che l’hai nominata più e più volte.
Sono molto legato alla mia città. È un posto d’ispirazione totale. Girare la città, scoprire tutti suoi tesori è una scuola formidabile per un creativo.
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Negli ultimi anni è diventata un brand.
Assolutamente sì. C’è l’elemento teatrale che fa da padrone. La città è un palcoscenico a cielo aperto, qualsiasi tipo di comunicazione avvenga è vera e diretta e si porta dietro tanta storia. Lo storytelling è la chiave di ogni brand, giusto?
Giusto. È sempre presente in ciò che produci?
È impossibile non mettere un pizzico di Napoli in ogni cosa che faccio. Anche se mi reputo in napoletano anomalo, tifo Roma.
Questo ha dell’incredibile!
Già da quando ero piccolo ho una fede particolare, ma non mi sono di certo perso la possibilità di festeggiare a Napoli lo scudetto… per la magia.
Domanda difficile: se dovessi creare una grafica in questo esatto momento cosa faresti?
Ok… in questo momento immagino una spiaggia tropicale con scritto sopra BUONE VACANZE.
Una cartolina!
Sì, mi piace la cartolina.
Foto Mattia Cosentino